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I muschi in acquario
I Muschidi Livia GiovannoliNegli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio boom della coltivazione dei muschi in acquario. I motivi sono molteplici: i grandi maestri dell' Acquascaping (Aquatic landscape = paesaggio acquatico) li utilizzano di frequente nei loro layout in modo molto creativo ed originale e le immagini di queste creazioni fanno il giro del mondo tramite le riviste e il web, incuriosendo gli appassionati. La versatilità dell'utilizzo dei muschi in acquario offre infatti molti spunti creativi per realizzare paesaggi subacquei molto suggestivi.Negli ultimi anni vi è stata una esplosione del fenomeno "nano-cube" (allestimenti di acquari di piccole dimensioni), dell'allevamento delle Caridina sp., e dei muschi , che sono il complemento ideale per la realizzazione di questi acquari e il substrato ideale per l'allevamento di questi invertebrati. La realizzazione di questi microcosmi acquatici è di facile realizzazione, alla portata di tutte le tasche, di spazio e di capacità degli acquariofili.Quando si pensa al muschio in acquario sono due nomi che vengono subito in mente: la Vesicularia dubyana e il Muschio di Giava (Java Moss).Singapore moss Java mossFino a poco tempo fa i due nomi risultavano sinonimi della stessa pianta;nella realtà i due nomi vanno ad ascrivere due generi di piante diversi,anche se nella bibliografia questa divisione è stata ufficializzata solo pochissimi anni fa (2004). Il muschio di Java in realtà è solo uno dei centinaia di muschi che sono presenti in natura:vediamo di introdurre e distinguere quelli che possono essere utilizzati nei nostri acquari. Innanzitutto è bene sapere che i muschi fanno parte di un gruppo di piante chiamate "Bryophyte". E' un gruppo di piante molto antico nella terra riconducibile a 440 milioni di anni fa. Questo gruppo di piante non produce mai né fiori né semi.I muschi non presentano alcun 'tessuto vascolare'per trasportare acqua e nutrimenti (zuccheri, sali),ma viene altresì utilizzata la superficie fogliare della pianta :in natura i muschi si trovano sempre in prossimità dell'acqua, emersi e sommersi . Molte specie di muschi sono 'semi acquatici' e possono crescere sommersi in acqua;sono le specie più utilizzate in acquariologia . Le famiglie e i generi dei muschi che vengono coltivati in acquariologia appartengono principalmente alle famiglie di Hypnaceae (genere Taxiphyllum e Vesicularia), Fontinaliaceae (genere Fontinalis) Fissidentaceae (genere Fissidens).Molte altre specie vengono trovate in natura ma al momento ci sono poche e incerte classificazioni e notizie di una adattabilità alla coltivazione sommersa.Le diverse specie di muschi possono essere catalogate in base alle caratteristiche dello sporofito che contiene le spore.Possono altresì essere distinte attraverso una osservazione al microscopio della struttura dei gambi e delle foglie (chiamati fillodi). I muschi non presentano radici ma dei rizomi che vengono si utilizzati anche per assorbire l'acqua,ma soprattutto per ancorarsi al substrato.Data l'importanza delle foglie per il trasporto dell'acqua e delle sostanze nutritive,queste risultano così delicate che vanno preservate il più possibile dall'essiccamento. In questo caso la crescita del muschio si arresta grazie ad un abbassamento del tasso metabolico che permette alla pianta di sopravvivere senza danni permanenti alla disidratazione.Questo primitivo meccanismo di crescita e trasporto di acqua e nutrimenti se da una parte rende la pianta resistente dall'altra pone delle severe restrizioni circa la possibilità di sviluppo.I muschi infatti crescono prevalentemente 'prostrati' (stelo parallelo al substrato),crescono più che altro in larghezza .Alcuni muschi riescono a crescere in altezza anche se non più di qualche cm grazie al supporto e alla possibilità di assorbimento fogliare garantito dalla vita sommersa .La coltivazione dei muschi in acquario Quando ci si cimenta nella coltivazione dei muschi è molto importante evitare alle piante brusche variazioni nei parametri dell'acqua (temperatura, pH, conducibilità, luce ) Di fronte a questo sbalzi repentini i muschi possono arrestare la loro crescita per adattarsi al nuovo ambiente e possono impiegare anche mesi per ricominciare a crescere. A loro favore va che i muschi riescono ad adattarsi a condizioni anche molto diverse da quelle originarie purché sia dato loro sufficiente tempo e che il cambiamento avvenga con gradualità. Una volta ambientati in vasca la stabilità dei valori è la chiave per il loro corretto mantenimento e propagazione. I muschi ,come tutte le Bryophyte , non riescono a ricavare il carbonio dai bicarbonati e necessitano di una fornitura costante di carbonio inorganico sottoforma di CO2. L'apporto di CO2 stimola quindi maggiormente la crescita dei muschi con un valore ottimale di 20-30 mg/l. I muschi in acquario, come detto precedentemente si adattano all'ambiente che trovano e in assenza di CO2 cresceranno ugualmente, seppur molto più lentamente. E' molto importante se si apporta la CO2 in acquario però che l'acqua sia ben tamponata da un KH di 4-5 ° per evitare pericolosi sbalzi di pH che, come già accennato prima, sono molto deleteri per il sviluppo costante della pianta. Il range di pH adatto ad un corretto sviluppo dei muschi è quello compreso tra il 6,5 e il 7,5. Per quanto riguarda la temperatura anche qui il range è molto ampio se si dà il tempo ai muschi di adattarsi alle diverse temperature. La temperatura di 24°-25° usata solitamente degli acquari va bene un pò per tutte le specie di muschi. Il genere Fontinalis di cui parleremo in seguito però non tollera temperature più alte di 24°-25°, mentre il genere Taxiphyllum è quello che più si adatta a temperature estreme verso l'alto (>30°) e si rivela adatto anche alla coltivazione in acquari tropicali con temperature costanti intorno ai 30°. I muschi in pratica hanno una grande adattabilità per i valori di coltivazione (pH, KH, T°) si adattano anche a diversi valori di PO4 e NO3, ma va tenuto sotto controllo attentamente nelle vasche il carico organico che , se eccessivo, porta inesorabilmente allo sviluppo algale che danneggia in modo significativo i muschi. Spesso per rimuovere le alghe ( in particolare quelle nere a pennello e le alghe filamentose) è necessario intervenire con l'acqua ossigenata ma sono interventi dal risultato incerto. Fondamentale quindi per il successo nella coltivazione dei muschi in acquario è quello di un'acqua con valori molto stabili e pulita. Per quanto riguarda la luce i muschi in natura vivono in diverse condizioni di luce, dal sole diretto all'ombra, e quindi anche in acquario si conferma questa grande adattabilità. Si adattano a vivere anche con pochissima luce (0,2 watt/litro) o in penombra ma crescono più velocemente e presentano un colore più intenso sotto una luce intensa anche diretta (1watt/litro) Famiglie, generi e specie di muschi Genere Vesicularia Il genere Vesicularia è presente negli acquari degli appassionati solo da circa un decennio. La Vesicularia dubyana è conosciuta in acquariologia da moltissimi anni anche con il nome di muschio di Giava (Java moss) anche se in realtà appartengono a due generi diversi (Taxiphyllum barbieri)… In effetti ancora oggi, nonostante si sappia ormai con certezza che il muschio di Java sia da ascrivere al genere Taxiphyllum, molti appassionati continuano a considerare muschio di Java e Vesicularia dubyana come la stessa cosa. La vera Vesicularia dubyana entra in scena soltanto nel 2002, quando hobbysti di Singapore provarono a coltivare in acquario un muschio che cresceva abbondante in tutta l’isola. Il muschio presentava caratteristiche morfologiche variabili ma nella forma sommersa assomigliava indubbiamente al ‘Christmas’ per la ramificazione triangolare delle fronde. Non sapendo cosa fosse e notando la ampia diffusione della specie a Singapore gli appassionati del luogo cominciarono a chiamarla appunto muschio di Singapore (Singapore moss).Vesicularia dubyana 'Singapore moss'Nel 2004 si scoprì , grazie all’aiuto dell’illustre biologo prof. Benito Tan, che i cosiddetti 'Christmas moss' e 'Singapore moss' erano due membri della famiglia delle Vesicularia, in particolare identificabili come Vesicularia montagnei e Vesicularia dubyana rispettivamente.Vesicularia Montagnei 'Christmas moss'Questo muschio è molto utilizzato per scopo decorativo e come substrato per la deposizione dei pesci ovipari. Può essere legato in modo decorativo ai rami, le rocce e lasciarlo crescere strisciante sul substrato. La specie cresce bene ovunque, sotto illuminazione intensa che scarsa in acqua tenera o dura con un pH acido o alcalino e anche in acqua salmastra in una alto range di temperatura (12°-32°). La Vesicularia gradisce per una crescita sana un buon apporto di Co2. Un aumento del carico organico è in particolare da evitare perchè è generalmente indissolubilmente legato allo sviluppo algale che è particolarmente dannoso per questo genere di piante Uno dei sintomi presentati in questi casi è l’imbrunimento e la morte della pianta o di parte di essa. Difficilmente si ottengono soffici cuscini di muschio in vasche densamente popolate proprio a causa dell’eccessivo inquinamento. Questo Muschio trattiene rapidamente le particelle di sporco presenti in acqua, ma può essere abbastanza facilmente risciacquato. Una delle chiavi per il successo nella coltivazione di questo muschio è quindi una acqua dai valori molto stabili e molto pulita . E’ indispensabile quindi che la vasca abbia un ottimo filtraggio meccanico. Per mantenere pulito il muschio è impareggiabile il lavoro svolto dalle Caridine e del Crossochelius siamensisIn questi anni sono stati presentati diversi tipi di Muschi appartenenti alla specie Vesicularia:Christmas moss (Vesicularia montagnei)Singapore Moss (Vesicularia dubyana)Weeping moss (Vesicularia ferriei)Erect moss (Vesicularia reticolata)Creeping moss (Vesicularia sp.)Vesicularia dubyana-'Singapore moss'Vesicularia sp-'Creeping moss' Vesicularia montagnei 'Christmas moss' Christmas moss: (Vesicularia montagnei) per il suo aspetto e le sue foglie triangolari lo rendono adatto ad essere fatto crescere sui tronchi, rocce e arredi così come il muschio Weeping Moss (=Muschio piangente) (Vesicularia ferriei). Nello stesso periodo stavano diffondendosi anche altre due specie di Vesicularia anch’esse di origine asiatica: Vesicularia reticulata e Vesicularia ferriei, che vennero comunemente chiamati rispettivamente muschio "eretto" (Erect moss) e muschio "piangente" (Weeping moss) per le loro caratteristiche modalità di crescita in acquario. Vesicularia reticulata (Erect moss) si diffuse nell'hobby a partire da un negozio di acquari in Singapore intorno al 2003.L’origine è sconosciuta ma la specie è piuttosto diffusa in natura nella zona. Anche queste due specie vennero identificate dal prof. Tan come appartenenti al genere Vesicularia e precisamente come Vesicularia reticulata e Vesicularia ferriei per l’appunto.Una altro muschio molto decorativo ascrivibile al genere Vesicularia è il Creeping Moss. (Vesicularia sp), ha la caratteristica di strisciare aderente al substrato, non cresce in altezza ma è adatto a coprire substrato e legni rimanendo comunque molto basso..La distinzione tra le diverse specie di Vesicularia può essere abbastanza difficoltosa per chi non le conosce bene e si basa, per quel che può riguardare gli acquariofili, sull’accurata osservazione delle caratteristiche morfologiche delle fronde, delle foglie e delle cellule al microscopio. La riproduzione di questi muschi avviene per spore ma è anche possibile la riproduzione asessuale (vegetativa) che avviene generalmente per frammentazione della pianta madre.Il genere TaxyphyllumTaxiphyllum è un genere di muschi cosmopoliti in zone tropicali e temperate. Di tutti i generi di muschi le piante appartenenti a questo sono poco esigenti e di rapida crescita; i più adatti quindi ai neofiti per cimentarsi per la prima volta nella coltivazione dei muschi. Questi muschi riescono ad ancorarsi facilmente ad ogni sostegno, legni, rocce ma riescono a crescere bene anche se lasciati liberamente flottanti in acqua. Al genere Taxiphyllum fanno parte le specieTaxiphyllum barbieri (Java Moss) Taxiphyllum alternans (Taiwan Moss) Taxiphyllum sp’spiky’ (Spiky Moss) Taxiphyllum sp 'peacock' (Peacock Moss) Taxiphyllum sp 'flame '(Flame Moss).La specie più nota è il cosiddetto ‘Muschio di Giava- Java Moss’ (Taxiphyllum barbieri) il quale, come specificato sopra era stato oggetto di una erronea classificazione che lo ha portato ad essere ancora conosciuto come Vesicularia dubyana Originario da Taiwan è il muschio Taxiphyllum alternans (Taiwan moss). Si presenta con un aspetto molto soffice e delicato ed è l’ideale per la coltivazione su legni o meglio ancora da utilizzare per la realizzazione di un muro di muschio come fondo della vascaAltre due specie di Taxiphyllum presenti nel nostro mercato ma non ancora classificati con esattezza sono il Taxiphyllum sp ‘spiky (Spiky Moss) e il Taxiphyllum sp 'Peacock' (Peacock moss)Taxyphyllum sp 'peacock (Peacock moss)Taxyphyllum barbieri-'Java moss' Come tutti i muschi del genere Taxiphyllum è di facile coltivazione e cresce più veloce e compatto con una buona illuminazione. . Necessita di acqua estremamente pulita e stabilità dei valori d'acqua.. Le specie del genere Taxiphyllum sono tra i più adattabili per quanto riguarda le condizioni di coltivazione, soprattutto per quanto riguarda la temperatura riescono a sopravvivere e crescere a bassissime temperature, come anche molto elevate (>30°).Il genere FontinalisIl genere Fontinalis è uno dei primi ad essere apparso negli acquari degli appassionati. E’ diffuso in natura in moltissime zone temperate:vive infatti nei ruscelli di montagna ad una temperatura non superiore ai 23°24°. Ecco perché non ha grande successo nella coltivazione degli acquari degli hobbysti: il mantenimento costante di questa temperatura diventa difficoltoso nei mesi estivi, quando questo muschio ad alte temperature dell’acqua muore inesorabilmente. La Fontinalis antipyretica (Wlllow Moss) è la specie più utilizzata negli acquari d’acqua fredda.Fontinalis antipyretica (Willow moss)Il genere FissidensIl genere Fissidens è quello di più recente scoperta. A questo genere di muschi appartengono numerose specie, ma solo poche sono adattabili alla coltivazione in acquario. Tra i generi di muschi, le Fissidens sono quelli a crescita più lenta anche se non presenta particolari problemi di coltivazione. Tutte le specie di Fissidens conosciute si adattano ad un range di temperatura che va dai 18° ai 25°, un pH di 6-7,5, un KH3-8. E crescono anche con poca luce (0,3 watt/litro). Una particolare differenza rispetto ai generi Vesicularia e Taxiphyllum è che il Fissidens non cresce ‘prostrato’ , ma cresce in altezza o meglio, si infoltisce la base dove viene piantata. Una volta rinfoltita una zona è possibile tagliare e piantare in un’altra zona da ricoprire. Del genere Fissidens, le specie che vengono coltivate negli acquari sono:Fissidens fontanus (Fissidens USA), Fissidens nobilis (Japan fissidens), Fissidens zippelianum (Zipper moss) Fissidens fontanus sp mini (FissidensUSA mini ).Fissidens zippelianum (Zipper moss)Fissidens nobilis (Japan fissidens) Fissidens fontanus (Fissidens USA)Genere LeptoctyumIl Leptoctyum riparum (Stringy Moss)è un muschio che ha una diffusione cosmopolita e lo si trova a ridosso dei fiumi in posti ombrosi e umidi. Questo muschio dall'aspetto 'filamentoso' e sottile ha la particolarità di crescere verso l'alto come sottili matasse filiformi lunghe fino a 15-20 cmLeptoctyum riparum (Stringy Moss)Non ha alcuna esigenza di coltivazione, purché ci sia un po’ di luce. Con una luce intensa, Co2 e fertilizzazione cresce più velocemente. E' decorativo anche utilizzato in semplici vasi di vetro da posizionare in prossimità di una finestra ben illuminata-Non sono muschi ma... Ci sono altre famiglie di piante che pur non essendo specificatamente dei muschi, per la loro struttura, vengono utilizzati nei layout come dei muschi, condividendo con essi le stesse esigenze di coltivazione. La RiccardiaIl genere Riccardia appartiene alla famiglia delle Aneuraceae . A questo genere di piante fanno parte una trentina di specie anche se quelle che vengono coltivate negli acquari degli appassionati sono 4-5. Questo muschio ha una diffusione cosmopolita. La specie più coltivata negli acquari è la Riccardia Chamedrifolia. In Italia sono presenti nei nostri ruscelli alcune specie di Riccardia: R. chamedrifolia, R. multfida R. palmata, R. latifrons. La Riccardia viene spesso chiamata 'mini Pellia'. In effetti la foglia di questo muschio assomiglia seppur più piccola e compatta a quella della Monosolenium (chiamato erroneamente Pellia). Le Riccardia si trovano in zone umide , crescono ai bordi dei corsi d'acqua in zone spesso inondate. La Riccardia Chamedrifolia è quella che si coltiva con più successo in acquario perchè si adatta meglio a vivere completamente sommersa.Riccardia chamedrifoliaPer quanto riguarda la coltivazione in acquario di questa pianta valgono gli stessi principi degli altri generi: valori d'acqua stabili, acqua pulita a basso carico organico. La Riccardia predilige una buona luce, un buon apporto di CO2 e temperature non troppo elevate. In presenza di condizioni ottimali la Riccardia si sviluppa compatta creando un cuscino di un bel verde intenso. La fertilizzazione va effettuata con parsimonia perché un eccesso di nutrienti può spesso portare ad uno sviluppo algale molto deleterio per la salute di queste piante. Rispetto agli altri muschi i talli che compongono la pianta sono piuttosto delicati. La Riccardia è una pianta piuttosto robusta nella coltivazione, ma va maneggiata e ancorata al substrato con molta attenzione perché risulta piuttosto fragile e delicata. Monosolenium tenerum (ex Pellia)E' una pianta piuttosto rara del Est asiatico, delle regioni subtropicali e temperate. Cresce sulle rive dei ruscelli in luoghi ombrosi e umidi spesso periodicamente inondati. E’ una pianta che è diventata popolare nelle coltivazioni in acquario perchè molto decorativa e di facile coltivazione e per anni è stata erroneamente chiamata "Pellia". Il Monosolenium tenerum assomiglia come aspetto alla Riccia fluitans ma i suoi talli sono più grandi; a differenza della Riccia inoltre il Monosolenium rimane a fondo della vasca e non galleggia . Il Monosolenium tenerum non presenta particolari difficoltà di coltivazione in acquario: dopo un periodo di adattamento cresce in ogni condizione di luce e acqua, ad un elevato range di temperatura. può essere legata con un filo di nylon o una retina a legni e sassi, ma questa pianta attecchisce al substrato anche se lasciata semplicemente posata sul fondo.Monosolerium tenerumSusswassertangLa Susswassertang (Lomariopsis lineata) innanzitutto non è un muschio né un'epifita ma è una specie di felce che si è fermata allo stadio iniziate di sviluppo, così da avene un aspetto completamente diverso. Solo nel 2007 si è potuto classificarla con una certa sicurezza alla famiglia delle Lomariopsiriaceae, quando prima veniva spesso scambiata per il Monosolenium. E’ una pianta che proviene dal Sud Est Asiatico. La coltivazione in acquario non presenta particolari problemi, anche se si è notato che questa pianta produce foglie più grandi se fertilizzata. Si propaga per frammentazione.Lomariopsis lineata (Susswassertag)Star MossLa Tortula ruralis è' una Briophyta cosmopolita che si trova a diverse latitudini. anche se venduta come muschio acquatico, in realtà non sempre si adatta a vievere sommersa per più di qualche mese. La sua coltivazione riesce meglio se subemersa (nei paludari ad esempio) Non necessita di molta luce e si propaga per frammentazioneTortula ruralis (Star moss)Riccia fluitansUna pianta che è forzatamente usata come un muschio è la Riccia fluitans. Della famiglia delle Ricciaeae, è una pianta il cui naturale modo di crescere è galleggiante dove forma degli spessi cuscinetti d’acqua. Crescendo a pelo d’acqua acquisisce senza difficoltà a grandi quantità di luce e CO2, quindi coltivata così non si presenta come una pianta si per sé molto esigente.Riccia fluitansIl M° Takashi Amano iniziò ad utilizzarla come un muschio, legandola con del filo di nylon a rocce e legni e così sono famosissimi i layout dove sono messi in risalto dei bellissimi cuscinetti verdi di riccia. Coltivata sommersa però la Riccia fluitans si rivela piuttosto esigente; ha bisogno di molta luce e molta CO2, ma se ben coltivata è molto coreografica: se è in buone condizioni sulla punta delle foglie si formano piccole bollicine di ossigeno. A differenza dei muschi la Riccia fluitans non aderisce al substrato cui viene legata, ma tenderà sempre a galleggiare. Così i cuscini di Riccia necessitano di continue interventi per potare e sostituire la porzione sottostante di Riccia che tende a marcire.Il layout con i muschiPer concludere questa panoramica sui muschi per l’acquario qualche suggerimento per l'utilizzo dei muschi nel layout di un acquario. Con i muschi si possono decorare e ricoprire legni, rocce e qualsiasi arredo dell'acquario. Per far ciò è possibile utilizzare del sottile filo di nylon che si potrà poi successivamente rimuovere. Per ricoprire una roccia può essere utilizzata, dopo aver steso il muschio una retina sottile trasparente (quella per i capelli) che è praticamente invisibile. Per creare un pratino di muschio si possono legare porzioni di muschio su pietra basse e piatte stese sul fondo o su lastra di ardesia, oppure legarlo su retine metalliche che verranno poi posate sul substrato. Lo stesso metodo (in verticale) si può utilizzare per creare dei muri di muschio che fanno da sfondo dell'acquario. Una volta cresciuto il muschio l'acquario avrà un aspetto molto naturale e suggestivo.Per realizzare un muro di muschio per creare lo sfondo dell’acquario, vi sarà molto utile la visione e lettura di questo video in inglese : "come costruire un muro di muschio "Realizzare un acquario con i muschi è di fatto piuttosto semplice: non ci sono limiti di dimensioni, anche in 2-3 litri possiamo provare ad coltivarli. In vaschette di 15-20 litri tuttavia sarà più piacevole creare dei piacevolissimi layout. Con un sottile substrato, qualche legno, e sasso potrete stimolare la vostra fantasia e creatività per realizzare un angolino tutto verde dove magari fanno da piacevole contrasto di colore delle coloratissime Caridina , specializzate e instancabili nel mantenere il muschio pulitissimo.Negli acquari più grandi i muschi legati a qualche roccia o lungo i rami danno un senso di naturalezza e profondità a paesaggi più grandi.Qualunque sarà il modo in cui vorrete utilizzare i muschi, rispettatene le esigenze di mantenimento e avrete grandissima soddisfazione.Buon allestimento!!!Per la stesura di questo articolo è doveroso ringraziare il nostro amico Maciek. D per le bellissime immagini e i siti che mi hanno fornito importantissime informazioni e fotografie : www.aquamoss.net www.aquagarden.it http://borneosucker.blogspot.com/ Livia GiovannoliRITORNA A PIANTE E LAYOUT
Interzoo 2008
L’Interzoo di Norimberga si avvicina al suo trentesimo anniversario e si conferma come la più attesa e frequentata manifestazione internazionale dedicata al mondo dei pets. L’edizione 2008 dell’Interzoo di Norimberga (22-25 maggio) sarà quindi del tutto particolare, con eventi autocelebrativi e numerose chicche per gli appassionati, molte delle quali non sono state ancora annunciate ufficialmente. Interzoo: la biennale dei pets Interzoo è il salone leader degli articoli per animali domestici, il più grande del mondo. Un appuntamento internazionale che ogni due anni riunisce le aziende, gli operatori e gli appassionati di pets, dove è possibile incontrare e confrontarsi con le aziende leader, i decision maker del settore ed una folta schiera di specialisti ed esperti. Sponsor: Da quando è nato, nel 1988, Interzoo ha vissuto un costante incremento di partecipazioni, passando dagli 11.000 visitatori della prima edizione agli oltre 23.000 del 1998 e ai circa 34.000 visitatori presenti all’ultima edizione del 2006. Anche la percentuale del pubblico internazionale è cresciuta di molto: nel 1988 i visitatori stranieri erano il 36%, contro il 58% del 2006. La proposta merceologica dell’Interzoo è anche quest’anno ricchissima e comprende tutti le categorie relative all’allevamento di animali domestici: Acquaristica, Terraristica, Articoli per cani e gatti, Articoli per piccoli animali e roditori, Articoli per uccelli, Articoli per animali da giardino, Libri e multimedia, Accessori e packaging, Pet food technology, Strumentazione e ICT, Sport equestri, Articoli da regalo, Animali e piante in casa. Una particolare attenzione è rivolta ad operatori e appassionati di pesci e acquari. Ecco i temi principali del settore Acquaristica: Ornamental fish (pesci ornamentali)• Aquariums, furniture (acquari) • Illumination (illuminazione)• Aerators, filters, pumps (Aeratori, filtri, pompe)• Heaters, regulators (riscaldamenti, regolatori) • Measuring instruments (strumenti di misura)• Equipment, ornaments (dispositivi, ornamenti) • Plants (Piante)• Food (Mangimi)• Health, treatment (Salute, terapie) • Accessories (Accessori) L’Interzoo 2008 in cifre. Periodo: 22-25 Maggio. Anniversari: 30a edizione. Espositori previsti: 1.400 aziende. Orario: 9:00 – 18:00. Biglietto per un giorno: 17 euro. Biglietto cumulativo per 4 giorni: 28 euro. Le cifre di Interzoo 2006: 1270 aziende da 56 nazioni, 34.000 operatori da 108 nazioni. Eventi di Interzoo 2008 • Simposio "Petfood Technology" (22 e 23 maggio). Sono invitati a parteciparvi tutti gli specialisti che si occupano della realizzazione di alimenti e mangimi per animali domestici. Rappresenta una novità recente dell’Interzoo, visto che la prima edizione del simposio risale al 2006 ed ha ottenuto un grande successo di pubblico. Quest’anno in relazione al tema del simposio sarà allestita anche una mostra. • Interzoo Anniversary Party (giorno e orario da definire). Una serata tutta speciale di buffet e intrattenimento per celebrare il trentesimo anniversario di Interzoo La lista verrà aggiornata in concomitanza con la pubblicazione degli eventi sul sito ufficiale di Interzoo. Norimberga. Una città da visitare Con i suoi 500.000 abitanti Norimberga è la seconda città più importante della Baviera, dopo Monaco, e riunisce atmosfere medievali e modernità. Numerosi i luoghi di interesse storico e turistico: • Kaiserburg. La fortezza imperiale, simbolo della città. Risale all’XI secolo. • Mura. Possenti bastioni sui quali spiccano ben 80 torri circondano il centro storico. • Handwerkerhof. Il quartiere storico degli artigiani. • Musei. Museo nazionale germanico, Museo del giocattolo, Casa-museo di Albrecht Dürer • Chiese. Chiesa di San Sebaldo, Chiesa di San Lorenzo • Zoo. Tra i più importanti d'Europa, al suo interno si trovano: safari zoo, delfinario, Giardino delle Esperidi. Documenti ufficiali di Interzoo 2008 • Sito web di Interzoo • Brochure per i visitatori (pdf in inglese) • Brochure per gli espositori (pdf in inglese/tedesco) • Pacchetti viaggio e Hotel (pdf in inglese)
Reportage Esotika 2013 Perugia
di Mauro Breccia Il 20-21 aprile 2013 si e’ tenuta presso il palasport S.Sisto di Perugia l’ottava edizione della mostra scambio rettili animali esotici ESOTIKA 2013. Dopo l’Esotik wild life di Arezzo,questa e’ la seconda fiera del settore rettili da me visitata quindi data la mia poca esperienza ho pochi termini di paragone. La location non e’ il massimo ed i tanti espositori, numerosi gli stranieri, hanno poco spazio a disposizione, alcuni persino situati all’esterno dell’edificio. Chi ne risente e’ anche il visitatore ma per nostra fortuna nella giornata di domenica 21,data in cui abbiamo effettuato la visita,l’affluenza del pubblico e’ stata scarsa quindi nonostante il problema di spazio questa e’ stata comunque gradevole. Gli animali presenti in fiera sono svariati : dai rettili (tra i quali a mio avviso il camaleonte la fa da padrone) ai piccoli mammiferi .Tra i tanti: i classici criceti,le cavie,i cincilla ed i furetti. Sono presenti anche uccelli esotici e naturalmente tanti stand con insetti da pasto e non. Immancabili gli anfibi mentre è scarsa la parte relativa alla terraristica e accessori. Il costo dell’ingresso alla fiera e’ di soli 8 euro mentre al suo interno i prezzi non sono proprio concorrenziali ,mi aspettavo qualcosa di più consono alla tipologia di vendita. Comunque nonostante i prezzi non ho potuto lasciarmi scappare questa femmina di Correlophus ciliatus che andra’ a completare il mio trio riproduttivo. Conclusioni:nonostante la location , visitare la fiera ne e’ valsa la pena ed ho trascorso in compagnia delle mie due “assistenti”,la mia compagna Annamaria e nostra figlia Sophie,una splendida giornata. ... in attesa della prossima visita al REPTILES DAY di Longarone (BL),alla quale non dovrei mancare,vi lascio alle foto di qualche bell’esemplare presente in fiera.
Corydoras
Un grande classico: Corydoras paleatus di Alessandro Puccinelli Corydoras paleatus:Come allevarli e riprodurli di MD e la rivista Hydra C come Corydoras: Corydoras adolphoi di Lorenzo Vecchio Corydoras sterbai: riproduzione possibile di MD e la rivista Hydra Corydoras sterbai: un paggio alla Corte del Re di Milos Vojar Corydoras paleatus: allevare con dedizione di Alessandro Perrelli
Ambystoma mexicanum axolotl
GLI AMBYSTOMA MEXICANUM AXOLOTL di Michele Mosca Ciao a tutti gli amici di MD, ho scritto un breve articolo su questa strana creatura, l’Axolotl, per vedere se riesco a convincere qualcuno a dedicare una vecchia vasca in disuso all’allevamento di un insolito amico acquatico. Spesso chiamato genericamente Ambystoma, l’Axolotl è un animale piuttosto timido che predilige la penombra e ambienti riccamente arredati con piante e tronchi, ama trascorrere le sue giornate al riparo, magari sotto una foglia o all’interno della sua tana tra i sassi. E’ possibile però, con pazienza instaurare un rapporto di “fiducia” con l’animale, abituandolo alla nostra presenza e a rispondere al richiamo del cibo fino ad arrivare ad accettarlo direttamente dalle mani. Ovviamente non stiamo parlando di un gatto o di un cane, il rapporto di “fiducia” con l’uomo è regolato esclusivamente dal collegamento uomo/cibo pertanto sono convinto che sia meglio avere un animale più «riservato e timido» piuttosto che averne uno che mangia solo se imboccato con le pinzette. Dopo anni d’esperienza ho capito che rettili, pesci, anfibi, ecc… sono tutte creature da guardare e toccare il meno possibile. Diamo ora una collocazione all’habitat naturale dell’Ambystoma mexicanum. Bisogna andare fino al lago Xochimilco, situato nelle alture dei monti vicino a Città del Messico. Questo specchio d’acqua è caratterizzato da assenza di corrente, basse temperature e ricca vegetazione, condizioni che offrono un perfetto ambiente a queste strane creature. Si tratta di una specie protetta a causa di diversi fattori che ne hanno ridotto la popolazione in natura, la “caccia” (è considerato un piatto prelibato, preparato alla griglia), la progressiva distruzione del suo habitat naturale e l’inquinamento. Caratteristica peculiare dell’Axolotl è la neotenia, il termine indica la capacità dell’animale di vivere tutta la vita allo stadio larvale riuscendo anche a riprodursi senza mai compiere metamorfosi, solo un soggetto su 10 mila evolve naturalmente (da non confondere con Ambystoma tigrinum che compie metamorfosi regolarmente). E’ come se un girino di rana riuscisse a completare tutto il ciclo vitale senza mai cambiare aspetto, rimanendo un “ovetto con la coda nera”, giusto per rendere l’idea. La neotenia permette a questi animali di colonizzare più facilmente gli ambienti e di vivere più a lungo, infatti gli esemplari che metamorfosano hanno una aspettativa di vita di circa 5 anni mentre nella forma larvale possono addirittura arrivare a 15-20 anni. La neotenia, semplificando, è un’anomalia delle secrezioni di ormoni tiroidei, infatti la somministrazione di ormoni tiroidei sintetici provoca la metamorfosi completa nell’Axolotl, cosa che non avviene ad esempio nel caso del Proteo. Si distinguono quindi neotenia “facoltativa” e neotenia “obbligatoria”, quest’ultima, nei casi in cui in alcun modo è possibile per l’animale metamorfosare. Condizioni ambientali sfavorevoli e di stress possono indurre l’Axolotl alla metamorfosi, questo meraviglioso meccanismo è un chiaro sistema di difesa che permette all’animale di uscire fuori dall’acqua in caso di rischio e scongiura l’estinzione di intere popolazioni. Tuttavia la caratteristica più incredibile dell’Axolotl non è la sua condizione di “eterno bambino” ma la capacità di rigenerare parti intere del suo corpo come coda, branchie, zampe, occhi. Al contrario di alcune lucertole, mi vengono in mente i gechi leopardini, le parti rigenerate ricrescono perfettamente uguali alle originali. La cosa interessante è che pochissimi animali al mondo sono in grado di rigenerare ossa, muscoli, tendini, nervi, e sono stati segnalati casi addirittura di soggetti capaci di rigenerare parti di cervello e le relative connessioni nervose e sensoriali. Tra le altre peculiarità sembra che queste creature possano addirittura aumentare la misura e l’efficienza del loro apparato respiratorio nel caso vivano in ambienti poveri di ossigeno. La respirazione avviene in quattro differenti modi, principalmente attraverso le branchie esterne, attraverso la pelle, per mezzo della membrana buccofaringea vicino alla gola e attraverso anche a dei polmoni «rudimentali». Non è infatti raro osservare un Ambystoma salire in superficie a prendere delle boccate d’aria. Quelle sopra descritte sono solo alcune delle ragioni per cui l’Axolotl è studiato con grande interesse a livello scientifico ormai da molti anni. IL NOME - AXOLOTL alcuni studiosi fanno risalire il suo nome addirittura agli antichi Aztechi e alla divinità Xolotl (dio della trasformazione e della morte), la mitologia narra che gli dei scelsero Xolotl come sacrificio da offrire al sole e il povero prescelto, volendo scampare al fatale destino, iniziò a nascondersi trasformandosi in animali sempre più insoliti fino a essere scoperto e ucciso sotto le sembianze dell’Axolotl. Secondo una seconda teoria Axolotl invece deriva dalla somma del nome di due divinità, «Xolotl» e «Atl», rispettivamente dio della morte e della trasformazione e dio dell’acqua. In realtà, volendo approfondire, la leggenda è ancora più complessa e le interpretazioni sono molteplici BIOLOGIA - L’Axolotl abbiamo visto che è un animale acquatico a tutti gli effetti, pertanto un acquario va più che bene per il suo allevamento. Tuttavia i comuni contenitori in commercio non sono la soluzione ottimale, la forma ottimale prevede una vasca molto profonda e non necessariamente alta. Un cubo da 70 x 70 x 40 potrebbe andare già bene per tenere una piccola colonia di questi simpatici animaletti, 25-30 litri per ogni esemplare adulto possono considerarsi ragionevoli. Regolari cambi del 25-30% del volume dell’acquario, una costante pulizia del fondo e una ricca ossigenazione dell’acqua aiuteranno a mantenere un ambiente favorevole alla vita degli Axolotl. Come fondo va evitato assolutamente la ghiaia fine perché verrebbe ingoiata dagli Axolotl insieme al cibo, stiamo parlando di animali che non hanno una gran vista, le immagini vengono elaborate al 90% dalla retina e solo per il restante 10% dal cervello. Esperimenti di laboratorio hanno portato anche alla nascita di soggetti totalmente privi di occhi che però riescono a vivere normalmente. Per la caccia si affidano quindi più che altro all’olfatto, con la bocca l’Axolotl crea una sorta di risucchio (come alcuni pesci predatori) catturano il cibo portandosi inevitabilmente dietro anche piccoli detriti, ghiaia ecc… Questo è il motivo principale per cui va posta attenzione alla scelta del fondo. Personalmente, nella vasca che avevo allestito, ho optato per della ghiaia grossolana coperta in gran parte da pietre di fiume, il rischio che i miei animali possano erroneamente divorare la ghiaia è così notevolmente ridotto. Come piante si possono prendere in considerazione l’Elodea densa, la Lemna, la Pistia, le piante galleggianti in genere. Chi volesse seriamente cimentarsi con l’allevamento di queste bestioline deve provvedere a ricreare un ambiente abbastanza essenziale in modo da favorire le operazioni di pulizia, legni e pietre arrotondate sono l’ideale per formare delle tane o delle zone nascoste dove gli Axolotl possano sentirsi protetti e a loro agio. Per quanto riguarda il filtro, l’acquario dovrà prevedere l’impiego di un sistema interno o esterno, si parla di animali che raggiungono dimensioni ragguardevoli, anche 25 cm di lunghezza e che quindi possono sporcare parecchio, un generoso filtro biologico sempre munito di carboni credo sia la soluzione ideale. La corrente dovrà essere limitata proprio come nei laghi da cui l’Axolotl proviene a questo scopo sarà opportuno quindi studiare un sistema per deviare o rompere il getto d’acqua del filtro in modo che non crei delle forti correnti che alla lunga stresserebbero molto gli animali. Per quanto riguarda l’acqua gli Axolotl prediligono tendenzialmente valori di durezza medi con una buona concentrazione di magnesio e calcio, spesso e volentieri la comune acqua di rete opportunamente trattata o stabulata va bene. Non bisogna dimenticare che gli animali di cui parliamo sono molto resistenti e si adattano facilmente alle più svariate condizioni ambientali ma che soffrono abbastanza il cloro presente nell’acqua di rete che potenzialmente può danneggiare sia la pelle che le branchie dei nostri amici. Il pH ideale dovrebbe essere neutro o leggermente alcalino anche se la tolleranza per questo valore è molto ampia, infine, una buona ossigenazione renderà i vostri animali più attivi e soprattutto più «felici». Al contrario dei Discus gli Axolotl hanno bisogno di stare al fresco, temperature troppo elevate rendono gli animali pigri e possono compromettere la capacità di digerire e assimilare correttamente il cibo, una temperatura media sui 15-18° è buona, poi si potrà lievemente abbassare o alzare a seconda delle stagioni per riprodurre quello che avviene in natura. L’acquario che avevo dedicato agli Axolotl era situato in garage e quindi anche in estate le temperature non salivano mai troppo mentre in inverno si arrivava anche a 3 - 4 gradi. Chi volesse allestire una vasca in casa penso dovrà per forze di cose ricorrere a un refrigeratore o quantomeno dovrà collocare l’acquario in una stanza climatizzata. ALIMENTAZIONE - L’alimentazione degli Axolotl non costituisce un problema, sono molto voraci anche se conosco il senso di sazietà, quando sono pieni smettono di cercare cibo. Il controllo visivo delle pance comunque è un buon metro di giudizio per capire se tutti gli esemplari hanno avuto la loro razione, il ventre dovranno sempre essere tondeggianti. Il cibo che viene lasciato a disposizione agli animali durante il giorno deve essere, se ci sono avanzi, rimosso alla sera per non corrompere la qualità dell’acqua. lombrichi, camole del miele, fettine di pollo, cuore, pezzettini di pesce, pesci vivi, chironomus, sono tutti alimenti prelibati per l’Axolotl. Esistono in commercio, non so se anche in Italia, mangimi in pastiglie e pellets specifici, in alternativa anche i prodotti che si usano per i pesci di fondo possono andare bene come integrazione, ma non come alimento base. I denti dell’Axolotl non sono adatti alla masticazione e tanto meno a dilaniare il cibo, pertanto gli alimenti vengono ingeriti interi e non superano mai le dimensioni della sua bocca. L’apparato digerente è piuttosto primordiale e semplice tuttavia il processo completo di digestione richiede 2-3 giorni. RIPRODUZIONE - L’Axolotl raggiunge la maturità sessuale più o meno a un anno di età, prima i maschi e più tardi le femmine, il dimorfismo sessuale è abbastanza evidente, la femmina è di dimensioni maggiori e presenta una pancia più tondeggiante mentre il maschio, che rimane più piccolo, e tendenzialmente di forma più slanciata. La stagione favorevole agli accoppiamenti è l’inizio della primavera ma dipende anche dalle temperature che aumentando all’unisono con il fotoperiodo spinge l’Axolotl a tentare l’accoppiamento, il maschio rilascia delle spermatofore che vengono catturate dalla femmina nella cloaca, le uova verranno quindi fecondate e deposte alcuni giorni dopo similarmente alle lumache dentro a formazioni gelatinose che possono contenere ciascuna fino a un centinaio di uova. In totale possono essere rilasciate quasi mille uova a seconda dello stato di salute della femmina e della sua dimensione. I piccoli verranno alla luce nell’arco di una trentina di giorni (a temperature medie) mentre con una temperatura di 25° C le uova si aprono in un paio di settimane. Una volta sviluppati e liberatisi dell’involucro gelatinoso le larve di Axolotl rimangono immobili sul fondo per riassorbire totalmente il sacco vitellino. Alla nascita la lunghezza dei piccoli è di circa 10 mm, in modo non sempre omogeneo si assisterà a una rapida crescita fino a raggiungere i 4/5 cm, a questo punto sarà opportuno separare gli Axolotl che inizieranno a manifestare segni di cannibalismo che tenderanno a ridimensionarsi una volta divenuti adulti. I giovani Axolotl necessitano di essere alimentati a dovere per poter crescere rapidamente, la prima fonte di cibo potrebbe essere costituita da naupli di artemia o altri organismi di dimensioni analoghe, in un secondo momento si potrà passare a prede più grandi come gli Enchitrei, i chironomus sminuzzati, le dafnie, frammenti di pesce e così via. LA COLORAZIONE - Negli Ambystoma ogni cellula del pigmento è regolata da un gene non legato agli altri ed ereditato in modo indipendente. Gli studiosi, dagli incroci dei diversi esemplari, hanno così potuto individuare gli alleli dominanti e quelli recessivi creando svariata colorazioni. Le principali sono il leucistico, il melanoide, il golden e l’albino. PATOLOGIE - In genere l’Axolotl è un anfibio poco soggetto a patologie a patto di allevarlo in condizioni ottimali, condizioni di stress e scarsa igiene sono le cause più frequenti di problemi. Temperature troppo elevate indeboliscono questi animali e portano spesso a sviluppare infezioni batteriche, meglio quindi qualche grado in meno piuttosto che l’inverso. Macchie biancastre, patine opache, estremità arrossate, branchie sfilacciate, scarso appetito sono evidenti segnali che qualcosa non va. In questi casi il più delle volte si ricorre ad antibiotici o prodotti anti-micosi ma questo discorso lo salto non essendo un veterinario. Va fatta molta attenzione comunque ai dosaggi dei medicinali essendo la pelle di questi animali molto sensibile e permeabile ad alcuni principi attivi. I bagni di sale sono un espediente molto usato in quanto poco invasivo e spesso risolutivo così come l’abbassamento della temperatura aiuta gli animali a reagire e a sviluppare anticorpi. Consiglio in ogni caso di rivolgersi sempre a veterinari, non parliamo di animali rari ma certamente in rete non c’è tanto materiale come per i pesci tropicali e fare di testa propria con questi animali credo sia un rischio troppo alto da correre. Michele Mosca per MondoDiscus
L’Acquario per i Discus
La vasca per i Discus di Livia Giovannoli Da anni e anni si leggono nel web frasi come le seguenti: “i discus sono pesci delicatissimi e si possono tenere solo in sterili vasche spoglie”… oppure “i discus vanno tenuti solo in acquari biotopo, sabbia radici e acqua scura”.. o anche ”le piante negli acquari con i discus non si possono mettere perchè la temperatura dell’acqua le fa morire tutte”.. Nulla di tutto questo corrisponde a verità.Per allevare con successo dei discus è necessario avere acquisito bene i concetti fondamentali dell’acquariologia, quali la chimica dell’acqua e il ciclo dell’azoto. Questo Ciclide ha delle esigenze che vanno rispettate e seguite in modo scrupoloso; questo non lo rende un pesce difficile, ma senz’altro esigente.Per fare vivere e non’sopravvivere' dei Discus in acquario è necessario che l'ambiente che lo accoglie sia adeguato alle sue esigenze. Il Discus è un pesce di branco timido che subisce tantissimo lo stress ambientale che lo porta immancabilmente ad ammalarsi, quando il suo disagio abbassa le due difese immunitarie. Quando un Discus si ammala non è facile curarlo se la causa fondamentale, vale a dire l'ambiente in cui vive non è adatto alle sue esigenze.Il discus è esigente innanzitutto nello spazio, perché raggiunge grandi dimensioni e vive bene in gruppo, è esigente per la qualità dell’acqua che deve essere mediamente tenera, neutra/acida ma necessariamente stabile e calda; soprattutto molto pulita dal punto di vista biologico e meccanico e per questo consiglio un filtraggio sovradimensionato. L'acquario ideale per i discus è quello di litraggio dai 300 litri in su, dove possono vivere in vasca un bel gruppo di 6-7 discus. Sotto i 200 litri d'acqua netti allevare i discus comporta dei problemi legati all'instabilità dell'ambiente acquatico, legato alla necessità di avere contemporaneamente lo spazio per il nuoto, una qualità dell'acqua eccellente, un gruppo di pesci, tutto costipato in pochissimo spazio. Non è un acquario sostenibile a lungo,perché l'equilibrio che si crea (se si riesce) e comunque molto precario. Per quanto riguarda l'allestimento di un acquario per i Discus, ci sono diverse correnti di pensiero. C’è chi pensa che il Discus debba stare in solo 5 vetri senza alcun arredo né piante, perchè il Re deve essere l'unico abitante del regno acquatico, chi invece vede il Discus solo in ambientazioni di biotopi amazzonici e chi invece vede il Discus come un ottimo complemento di un acquario riccamente arredato. Vediamo nei particolari queste diverse possibilità. 5 VETRI L'acquariofilo che ama il Discus in sè e non l'acquario di Discus di solito preferisce tenere i propri pesci in vasche completamente spoglie, solo 5 vetri, senza alcun arredo. Questa scelta è di solito volta a garantire una chimica e qualità dell'acqua necessaria per poter ottenere delle riproduzioni dei Discus. Il Discus non è un pesce che ha problemi a riprodursi in un acquario arredato, ma in tale ambiente risulta complicato da gestire lo svezzamento e l'accrescimento degli avannotti. Ecco perchè chi ha il pallino delle riproduzioni di questo Ciclide dopo qualche tentativo in acquario arredato, preferisce l'igiene e la semplicità di gestione di 5 vetri. Attenzione però: "Semplicità di gestione di 5 vetri" non significa che è più facile mantenere i Discus in vasca sterile rispetto ad un acquario arredato...semmai il contrario. In un acquario arredato dopo qualche mese si crea un habitat stabile dove il fondo, il filtro, le piante garantiscono una stabilità dei valori dell'acqua che è in grado di ammortizzare ed attutire i piccoli errori di gestione dell'acquariofilo. Nelle vasche sterili, soprattutto se impostate per la riproduzione (i cosiddetti cubi) questa tolleranza d’errore, è molto minore. La filtrazione biologica dell’acquario affidata al solo filtro per l'assenza del fondo e delle piante, i valori dell'acqua piuttosto bassi rendono queste vasche molto delicate nella gestione dove l'acquariofilo deve fare molta attenzione perchè ogni piccolo cambiamento ha effetti macroscopici sull'acqua e sui pesci. VASCA BIOTOPO È la realizzazione dell'ambiente acquatico con tutti gli elementi che lo compongono (fondo, piante, pesci e valori chimici) che corrispondono esattamente al habitat naturale del Discus. Per realizzare una vasca biotopo per i Discus bisogna abbandonare ogni velleità di realizzare un acquario riccamente piantumato e luminoso, la bella vasca da salotto insomma. Ricostruire un biotopo fedele del Discus vuol dire limitarsi a pochi cm di sabbia, qualche radice, l’acqua molto ambrata dagli acidi umici e fulvici. Il biotopo Discus in acquario non prevede piante perchè l‘unica pianta che effettivamente ritroviamo in tutti gli habitat dei discus è l’acarà-acù (Licania angustiata) che però non è una pianta che vive sommersa e soprattutto non è commercializzata per l’utilizzo in acquario. In alcuni biotopi dei Discus Verdi (Symphysodon Aequifasciatus Aequifasciatus) e Blu (Symphysodon Aequifasciatus Haraldi), ma non in quello degli Heckel (Symphysodon discus) sono talvolta presenti delle piante galleggianti quali Pistia Stratiotes e Azolla sp. Nel ricostruire il biotopo dei Discus non va dimenticato che i valori dell’acqua sono molto particolari. Il pH va dal 4,8 del Rio Negro al pH 6,4 del Rio Nhamundà. una conducibilità da 5 a 30 microsiemens e una temperatura che oscilla dai 27°ai 30°. E’ scontato che, qualora si volesse ricreare un vero biotopo, i Discus scelti dovrebbero essere perlomeno esemplari selvatici e non esemplari d’allevamento. Va ricordato inoltre che le varie specie di Discus solo raramente condividono una stessa area geografica (ad esempio il Rio Nhamundà, dove si trovano Discus Blu e Discus Heckel. Ma in nessun biotopo ritroviamo il Discus verde con l’Heckel). Qualsiasi biotopo di Discus si vuole realizzare è corretto preferire una singola varietà di Discus ed è possibile accompagnare i Discus con gli ospiti che condividono lo stesso habitat in natura. (Pterophyllum Scalare, Geophagus, Hemigramus bleheri, Paracheidon axelrodi, Otocinclus). Ricreare esattamente un biotopo amazzonico quindi non è molto facile, come non è semplice mantenerlo se vogliamo adeguare anche i valori dell’acqua. Anche se agli occhi di un neofita un biotopo amazzonico può sembrare poco appariscente e appagante dal punto di vista estetico per un acquariofilo un po’ più maturo realizzarne uno può essere un’esperienza, molto gratificamene qualora si riuscisse a ricreare esattamente un habitat e garantire ai suoi ospiti un ambiente sano e confortevole. LA VASCA NON BIOTOPO È quella in cui vivono la maggior parte dei Discus nei nostri acquari. Non è difficile realizzare un acquario dove possono vivere bene dei Discus e allo stesso tempo avere una vasca che abbia un notevole effetto scenico dato dalle piante. Si pensa che il Discus non viva bene in un acquario di piante, perché le esigenze di quest’ultime sono quelle opposte dei Discus. Sono invece dell’opinione che con una scelta oculata ed equilibrata di tutti gli elementi che vanno a costituire l’acquario, fondo, arredi e piante ed una equilibrata gestione di tutto l’acquario, si possa creare un mondo sommerso adatto al benessere dei nostri beniamini. Approfondiamo quindi questo tipo d’acquario che di solito è quello che la maggior parte degli acquariofili sogna di realizzare. Un concetto fondamentale che chi alleva i Discus deve conoscere è quello che “non esistono pesci sani ma vasche sane in cui farli vivere”. Se una vasca è sana ed equilibrata negli elementi che la compongono, se le piante crescono rigogliose, il filtro lavora efficacemente, i suoi abitanti trovano un ambiente confortevole per viverci a lungo senza problemi e magari anche riprodursi. Come anticipato poco fa, i Discus per vivere bene hanno bisogno d’alcune caratteristiche chimiche dell’acqua che abbiamo il dovere di rispettare per farli vivere al meglio: l’acqua con valori stabili,mediamente tenera ,neutra o leggermente acida e calda. Fortunatamente ci sono molte piante acquatiche che possono senz’altro adattarsi a vivere in quest’acqua senza oltretutto aver bisogno di tantissima luce, altro fattore da tenere in considerazione per il benessere dei nostri beniamini. Le piante a fusto più adatte sono quelle della famiglia delle Echinodorus: Sono anche adatte le varie specie di Criptocoryne Bellissime piante rosse decorative che si adattano a vivere alle condizioni chimiche dei discus: la Nimphaea Lotus e Nimphaea stellata, Rotala rotundifolia , Althernanthera reineckii, Proserpinaca palustris, le Ludwigia sp, anche se per mantenere un bel fogliame rosso necessitano di una intensa illuminazione e un buon apporto di ferro. Molto utilizzate anche le Vallisneria sp. le Sagittaria sp. e i bulbi di Crinum Sono molto consigliate negli acquari di Discus le piante a crescita veloce per l’aiuto concreto che danno all’assorbimento dei composti azotati: Hydrocotyle leucocephala, Hygrophila polisperma e H.difformis, Heteranthera zosterifolia Per lo stesso motivo sono molto utili anche la Ceratopteris cornuta, la C. thalictoides, il Ceratophyllum demersum che possono essere utilizzate anche come galleggianti. Altre piante galleggianti molto utilizzate in vasche per Discus sono: Limnobium laevigatum, Salvinia natans, Pistia stratiotes, Phyllantus fluitans, Lemna minor, Azolla caroliniana. Piante sciafile che vivono bene nella penombra sono l Anubias sp. , i Microsorium sp., Bolbitis heudelotii. Sono molto decorativi in un acquario di discus non molto esigenti dei muschi da legare alle radici o ai sassi. Adatti alle temperature dei discus sono quelli dei generi Vesicularia e Taxiphyllum Chi volesse realizzare un acquario con le piante provenienti dalla regione di provenienza dei Discus deve rivolgersi alle piante del Sud America: Nella scelta di queste piante dobbiamo tenere conto del tipo di substrato che si va a scegliere. In natura il Discus vive su un fondo sabbioso e questi ha l’abitudine di soffiare sulla sabbia per raccogliere il cibo. Per ricreare quindi un ambiente idoneo ai Discus anche da questo punto di vista dobbiamo scegliere come substrato della sabbia fine o in alternativa del ghiaino di granulometria 1-2 mm. Se la scelta cade sulla sabbia è importante non farne uno spessore troppo alto (meglio non superare i 5-6 cm) perché con la sua capacità di impaccarsi può facilmente portare alla formazione di pericolose zone anossiche. Se non scegliamo grandi Echinodorus questo spessore di sabbia garantisce comunque abbastanza peso alle piante per rimanere ancorate al fondo. Piante quali piccole e medie quali Echinodorus, Criptocoryne sviluppano un fitto apparato radicale che contribuisce ad un salubre drenaggio e ossigenazione del substrato. L’abitudine dei Discus di soffiare sul fondo rende problematica la stratificazione del substrato. Sconsiglio quindi in un acquario di Discus inserire un fondo fertilizzato sotto la sabbia che si mescolerebbe in brevissimo tempo. Piuttosto è opportuno prevedere delle aree delimitate più piantumate dove mettere un altro substrato ed utilizzare la sabbia nelle aree scoperte anche se la soluzione più idonea è quella di usare la sabbia come unico substrato e fertilizzare localmente tramite pastiglie a lenta cessione e/o una fertilizzazione liquida. La sabbia chiara in un acquario di Discus ha un effetto scenico senza eguali, anche se si sporca con molta facilità, ma proprio grazie alla fine granulometria lo sporco rimane in superficie ed è molto semplice rimuoverlo con una delicata sifonatura superficiale. Se si preferisce invece il ghiaino di quarzo ceramizzato come substrato consiglio la granulometria più piccola (1-2 mm), per rispettare, come dicevo sopra, le abitudini dei Discus di soffiare sul fondo in cerca di cibo. Il ghiaino essendo più pesante riesce a tenere ancorate sul fondo anche i grandi Echinodorus ma sopratutto non compattandosi come la sabbia ci dà la possibilità di poter fare spessori un po’ più alti per mettere a dimora piante grandi o piante a stelo come la Rotala rotundifolia, le Ceratopteris, le Hygrophila che sulla sabbia invece tendono sempre a tornare a galla. Il peso del ghiaino ci dà anche la possibilità di poter stratificare, se vogliamo, il substrato. Sotto il ghiaino possiamo utilizzare del gravelit o del lapillo vulcanico se vogliamo creare un fondo più ossigenato e drenante, o un fondo fertilizzato commerciale. L’importante è che lo spessore del ghiaino sopra sia abbastanza alto (almeno 3-4 cm) che anche se i Discus (e i pesci da fondo)soffiamo sul fondo non vadano a scoprire gli strati inferiori. Come per la sabbia, abbiamo tuttavia la possibilità di utilizzare il ghiaino come unico substrato, fertilizzando localmente. Per la pulizia anche qui è sufficiente il sifone, ma il ghiaino a differenza della sabbia va leggermente smosso in superficie perchè lo sporco s’incastra tra i granelli. Altri tipi di substrati che possono essere utilizzati in una vasca con i Discus sono a mio avviso l’Akadama e l’Ada Aqua Soil e anche altre terre allofane di diverse marche (Manado JBL, Nature Soil-Oliver Knott). Anche se questi tipi di substrato non permettono ai Discus di soffiare, sono comunque superfici morbide che consentono ai nostri pesci di raccogliere il cibo agevolmente sul fondo. Se si allestisce un acquario per i Discus con questi substrati, è utile ricordare che questi substrati per le prime settimane adsorbono i carbonati presenti nell’acqua rendendo quindi molto instabili i valori dell’acqua. L’Ada-Aqua soil inoltre i primi giorni rilascia molto ammonio. In questo caso i Discus in acquario andranno inseriti solo, quando i valori dell’acqua avranno raggiunto dei livelli sicuri e stabili per il loro benessere. Per la sua particolare polvere e la sua consistenza tagliente sconsiglio vivamente la Flourite Seachem in una acquario per i discus. L'utilizzo di fondi fertilizzati o substrati dedicati ai plantacquari in un acquario con discus è consigliato solo a chi ha acquisito un certo bagaglio di esperienza nella gestione di un plantacquario o un acquario tropicale. Non è sicuramente un acquario facilmente gestibile da chi è alle prime armi, perchè prevedere un piano di fertilizzazione molto mirato e attento. Per quanto riguarda l’illuminazione della vasca un buon compromesso tra la natura eliofobica dei Discus e la necessità di fotosintesi delle piante può essere un’illuminazione di 0,5 watt/lt. Una buon’accortezza è quella di avere un impianto luci che permetta l’accensione differita delle lampade per non spaventare i pesci che passano dal buio alla luce e per le piante per un graduale risveglio del processo di fotosintesi. L’impianto di Co2 in acquario di Discus non è indispensabile ma un ottimo aiuto per le piante ed è un aiuto per mantenere un pH acido e stabile senz’altro gradito ai Discus. Molto consigliato l’utilizzo di un pH controller collegato all’elettrovalvola per l’erogazione della Co2. Un improvviso aumento della Co2 può inebriare le piante, ma soffocare i pesci in poche ore. La gestione dell'Acquario di discus La gestione quotidiana di un acquario di Discus è un po’ più complessa di un normale acquario. I Discus sono pesci che per stare bene hanno bisogno di un’acqua molto pulita e di valori stabili: quindi per sostenere un acquario come questo si rende necessaria una manutenzione più impegnativa, con un cambio d’acqua a scadenza settimanale nell’ordine del 20-30% del volume totale d’acqua con valori chimici dell’acqua identici a quelli dell’acquario. Ogni acquariofilo sa che ogni vasca ha le sue regole e anche ogni acquario con i Discus ha una sua diversa gestione. L’acquariofilo dovrà imparare a trovare un equilibrio costante per una conduzione sostenibile nel tempo della propria vasca nel quale entreranno in gioco diversi fattori come il numero di pesci in rapporto al litraggio dell’acquario, la quantità di cibo introdotto e il relativo inquinamento prodotto, di conseguenza potrà stabilire la quantità e la frequenza di cambi d’acqua; la frequenza di fertilizzazione e potatura delle piante sarà stabilita in base alla disponibilità di nutrimenti che hanno a disposizione e alla loro crescita in acquario. Sta alla volontà dell’acquariofilo trovare quest’equilibrio che non può essere dettato da regole prestabilite se non quelle di cercare di venire incontro in ogni momento alle esigenze delle creature viventi che abbiamo in custodia. Un aspetto importante per una gestione equilibrata di questa tipologia d’acquario è la taglia dei Discus da inserire nell’acquario. Chi alleva i Discus è spesso portato a scegliere dei pesci molto piccoli per vari motivi: a) Costano di meno b)Togliersi la soddisfazione di vederli crescere nel proprio acquario. Da questi punti di vista questo ragionamento è perfetto, ma bisogna fare comunque delle importanti considerazioni in merito. I Discus molto piccoli (3-4 cm= età presumibile 3-4 mesi) per crescere correttamente hanno bisogno di mangiare 7-8 volte il giorno e di avere un’acqua molto molto pulita. Tutto quel cibo in acquario provoca inevitabilmente molto inquinamento che si traduce ben presto in uno stentato accrescimento dei pesci e alterazione dell’equilibrio dell’acquario (nitrati e fosfati alti = alghe assicurate). Se si sceglie quindi di prendere dei Discus piccoli, si dovrà essere pronti ad effettuare dei frequenti e abbondanti cambi d’acqua nell’ordine di un 30% un paio di volte la settimana. Il mio consiglio altrimenti è quello di scegliere degli esemplari che abbiano superato la fare critica dello sviluppo (8-9 mesi) e che quindi di meno cibo e permettono una gestione più tranquilla dell’acquario. Anche a questa età il Discus dà la soddisfazione di completare la propria crescita in vasca, di sviluppare una bella livrea, perché il Discus cresce fino ai 18 mesi circa e completa la sua livrea fino ai 24 mesi. Dopo le prime settimane d’ambientamento in acquario se tutto funziona bene i Discus, inizieranno a dividersi i territori di competenza e instaurare le gerarchie. In questo caso i confini potranno essere delimitati da una radice, una pianta intorno ai quali si assisterà spesso a scaramucce e inseguimenti soprattutto quando si formeranno inevitabilmente delle coppie. La quotidiana osservazione del proprio acquario, dello sviluppo della vegetazione della vasca, del comportamento dei propri pesci insegnerà a carpirne i segreti e le sottili alchimie che lo governano. Solo dedicando del tempo all’osservazione e alla profonda conoscenza del proprio acquario saprà suggerirci quando necessario le soluzioni da operare per risolvere i piccoli i problemi e gli avvenimenti che vi accadono. Buon allestimento Livia Giovannoli
Natura
OBIETTIVO BIOTOPO di Heiko Bleher e Natasha Khardina Marajò Rio Mineruà Rio Sao Francisco Rio Furvela Safia Valley River Rio Das Mortes Dentro i fiumi dell'Amazzonia di Hudson Crizanto A pesca di discus sul Rio Jutai di Heiko Bleher e Natasha Khardina L'acqua dei discus: agua blanca, cristalina e preta a cura di MondoDiscus A pesca di rarità (1^parte) di Lorenzo Vecchio A pesca di Geophagus (2^parte) di Lorenzo Vecchio Dalle Ande all'Amazzonia di Filippo Olmeda e Pamela Ferri The History of Angelfish di Heiko Bleher Visita alle serre di Anubias di Livia Giovannoli Le orchidee di Serena Pucci Come rinvasare le orchidee di Serena Pucci e Alberto Buccianti Bonsai:cura e mantenimento di Luigi Del Favero Bonsai: la natura in mano di Luigi del Favero Le piante carnivore di Massimiliano Della Corte Euroflora 2011 di Michele Mosca Una giornata al Parco Gallorose di Michele Mosca Ri-scopriamo la Natura di Livia Giovannoli Butterfly Arc : la casa delle farfalle di Livia Giovannoli l'Asino ragusano a cura di MondoDiscus Immersione e studi nella riserva WWF Miramare di Trieste di Fabio Scarpa e Roberto Odorico Mauritius: l'isola dei Dodo di Fabio Scarpa Fotografare la natura sott'acqua, a pelo d'acqua e sulla terra di Mario Trioli
Wild Discus
Discus Heckel, delicato o no? di Matthias Bayer Discus story: la storia di una variante cromatica di Heckel 1^ parte di Heiko Bleher Variante di Heckel 2^ parte di Heiko Bleher Variante di Heckel 3^parte di Heiko Bleher Come amare ed allevare al meglio i discus wild 1^ parte di Lorenzo Vecchio Come amare i wild 2^parte di Lorenzo Vecchio Riproduzione di Royal Blue 1^ parte di Marco Bossola Riproduzione di Royal Blue 2^parte di Marco Bossola Lorenzo Vecchio ci porta a pesca di Wild di Lorenzo Vecchio Wild Discus Gallery a cura di MondoDiscus A pesca di Discus sul Rio Jutai in Amazzonia di Heiko Bleher e Natasha Khardina Hudson Crizanto su MondoDiscus a cura di MondoDiscus Dentro i fiumi dell'Amazzonia di Hudson Crizanto Vitor Hugo Quaresma su MondoDiscus di Rosario Curcio e Andre Reis A pesca di rarità di Lorenzo Vecchio A pesca di Geophagus di Lorenzo Vecchio A..come Altum di Alfredo Scarano ARTICOLI DISCUS
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Le piante d’Acquario
LE PIANTE D'ACQUARIO di Livia Giovannoli L’allestimento di un acquario, in modo particolare un acquario con piante deve necessariamente prevedere un minimo di progettazione e non andrebbe mai improvvisato. Se andiamo a sfogliare i cataloghi delle ditte specializzate in piante acquatiche o entriamo in un negozio ben rifornito di piante per l’acquario, ci troviamo davanti a centinaia di diverse specie che sono a disposizione e alla fine si può essere disorientati nella scelta di quali specie utilizzare per l’allestimento del nostro acquario. Nella realtà dei fatti se andiamo a mettere dei filtri sui fattori di scelta che bisogna applicare per le esigenze del proprio acquario ci accorgeremo che il numero di piante che possiamo usare si riduce drasticamente e di solito le piante possibili in un determinato acquario non superano come quantità una ventina di specie diverse. Per essere in grado però di scegliere le specie di piante adatte é necessario imparare a conoscere le piante e le loro esigenze e farle combaciare con l’ambiente che potete creare nella vostra vasca. Fortunatamente non é necessario conoscere completamente tutti i processi che regolano la vita delle piante. È possibile e viene da sé impararlo durante il nostro percorso acquariofilo..in pratica la vostra esperienza vi insegnerà . Quali sono i benefici che le piante producono nell’acqua? Ecco un elenco stilato da Diana Walstad nel suo libro "L’ecologia dell'acquario di piante" 1) Protezione dei pesci tramite l’eliminazione dell’ammoniaca. Le piante assorbono prontamente l’ammoniaca ,che è tossica, anche se sussiste una sufficiente quantità di azoto nel substrato o abbondanti nitrati nell’acqua. Ciò si verifica perché le piante hanno una netta e prevalente preferenza per l’ammonio. 2) Protezione dei pesci tramite l’eliminazione dei metalli dall’acqua. I metalli pesanti non possono uccidere direttamente i pesci, ma possono inibirne la riproduzione e il normale appetito, tanto che i pesci ,infine, soccombono alle malattie.Le piante assorbono rapidamente grosse quantità di metalli pesanti come il piombo, il cadmio, il rame e lo zinco. Inoltre, la decomposizione delle piante produce sostanze umiche che legano e rendono atossici i metalli 3 ) Controllo delle alghe. La buona crescita delle piante sembra inibire le alghe sia in natura che negli acquari. Non si sa con certezza come le piante ci riescano, tuttavia essere producono e rilasciano una grossa varietà di sostanze allelochimiche che sono moderatamente tossiche per le alghe. Le piante,inoltre, eliminano prontamente il ferro dall’ acqua, privando cosi le alghe di un importane nutriente. 4) Stabilizzarsi del pH. La fotosintesi è tra le principali reazioni a determinare un consumo dell’acidità. Pertanto una vigorosa crescita delle piante impedisce all’acqua di diventare acida con il passare del tempo. 5) Aumento dell’attività biologica all’interno della vasca. La maggior parte dei microrganismi (batteri, protozoi, funghi, alghe,ecc) non vive in forma libera nell’acqua, ma vive attaccata alle superfici.Le piante, e in special modo le radici delle piante galleggianti, rappresentano l’habitat ideale per molti microrganismi, molti dei quali riciclano i nutrienti e stabilizzano l’ecosistema dell’acquario. 6) Ossigenazione dell’acqua. Di fatto, probabilmente l’aria fornisce ai pesci più ossigeno rispetto alla fotosintesi delle piante. E se è vero che le piante consumano anche ossigeno (le piante respirano proprio come gli uomini), quelle in buona salute rilasciano molto più ossigeno di quanto non ne consumino con la respirazione. Anche quando le piante non sono in fase di processo fotosintetico, di notte, consumano meno ossigeno di quanto non ci si possa immaginare. Ciò succede perché preferiscono utilizzare l’ossigeno immagazzinato nei loro tessuti piuttosto che assorbirne altro dall’acqua. 7) Eliminazione dell’anidride carbonica dall’acqua. L’anidride carbonica in eccesso-pari all’ esaurimento dell’ossigeno- può determinare problemi di respirazione nei pesci (pesci che cercano di respirare affannosamente in superficie).In circostanze normali, ci si aspetterebbe un’eliminazione di tutta l’anidride carbonica dall’acqua grazie alle piante durante le ore di luce. 8) Evitano che i substrati diventino tossici. In base alla mia esperienza ,un substrato che permette una buona crescita delle piante non diventa tossico e raramente (o mai) necessita di essere sifonato, le radici delle piante lo mantengono in buona salute. Ma ora è importante capire come funzionano i processi biologici che avvengono nelle piante e perché alcune condizioni sono necessarie per una crescita sana. Cominciamo quindi con lo spiegarvi brevemente l’anatomia e la biologia delle piante d’acquario. La biologia delle piante Le piante per la loro sopravvivenza , per prosperare e diffondersi in natura, utilizzano il processo di fotosintesi con il quale assorbono le sostanze vitali direttamente dall’ambiente circostante. Le piante infatti hanno la capacità unica mediante la fotosintesi di ottenere energia da luce solare, anidride carbonica e acqua. Perché le piante crescano in modo ottimale il processo di fotosintesi non deve essere ostacolato in nessun modo.Numerosi fattori ambientali sono responsabili della produttività di cellule fotosintetiche si una pianta ed è sempre il fattore di meno disponibile a limitarne il processo.L’obiettivo è di rimuovere in acquario gli ostacoli alla fotosintesi per garantirne ottimi livelli.Essi favoriranno una crescita veloce, la riproduzione e una maggiore salute delle piante.La luce è il fattore ambientale più ovvio, ma anche la temperatura, i livelli di anidride carbonica e la disponibilità di nutrienti influenzano la velocità della fotosintesi. LA LUCE Le piante fanno la fotosintesi solo quando hanno disponibile una luce adatta ad essere imprigionata dalle cellule fotosintetiche. Di notte, le piante interrompono la fotosintesi e riprendono solamente con la luce del giorno. L’intensità e la durata della luce incidono sul ritmo della fotosintesi. In acquario dovrebbe essere disponibile una fonte luminosa di 10-12 ore e nella maggior parte dei casi molto intensa. Se si prolunga l’illuminazione anche il periodo di fotosintesi é esteso, questo pero’ può portare dei problemi; è possibile che le piante sintetizzino troppo e si danneggino logorandosi. Garantendo tutti gli altri fattori, la velocità di fotosintesi è direttamente proporzionale all’intensità di luce ricevuta dalla pianta fino al raggiungimento del punto di saturazione. A seconda delle condizioni di luce a cui la pianta è normalmente esposta, il colore delle foglie cambia e appare di tonalità verde, marrone, arancione o rossa. Alcune piante mantengono sempre lo stesso colore, mentre altre cambiano con le condizioni di luce.In acquario l’osservazione del colore delle foglie può aiutare a stabilire quale tipo di luce è richiesto dalle piante. Vegetazione che produce foglie rossicce è probabilmente abituata in natura a luce forte e necessita di condizioni simili in acquario per una fotosintesi normale. Talvolta le piante rosse producono prima foglie verdi, che diventano rosse in seguito se smettono di diventare rosse e tornano verdi, può significare che l’intensità di luce non e` sufficiente. In altre circostanze, con illuminazione molto forte, piante verdi possono iniziare a produrre foglie rosse, ma ciò non indica per forza che la luce sia troppo intensa. LA TEMPERATURA Il calore influenza tutti i processi biologici negli organismi e, in presenza di variazioni tollerate dall’organismo, un aumento della temperatura in genere causa un incremento del metabolismo. Nelle piante un aumento di 10°C approssimativamente raddoppia la velocità di fotosintesi, ammesso che gli altri fattori siano idonei. Comunque, se l’ambiente circostante diventa troppo caldo, le piante iniziano a morire e la fotosintesi si interrompe. L’incremento di temperatura non incide solo sulla fotosintesi, ma su tutto il metabolismo, aumentando la necessità di nutrienti, anidride carbonica e altri elementi da parte della pianta. Per questo motivo, il solo aumento della temperatura in un acquario per favorire la fotosintesi, e dunque la crescita delle piante, difficilmente andrà a buon fine. Se la temperatura di un acquario é fissata secondo l’ambiente naturale delle piante, allora una mancanza di crescita o la necessità di aumentarne la velocità, può essere ottenuta concentrandosi su altri valori. L'ANIDRIDE CARBONICA La maggior parte delle piante d’acquario per un crescita rigogliosa necessita di una quantità di anidride carbonica disciolta nell’acqua che va dai 10 ai 30mg/lt. Le piante prendono l’anidride carbonica dall’acqua circostante e dal substrato. In acquario infatti l’anidride carbonica é prodotta naturalmente dalla respirazione dei pesci, ma soprattutto dai batteri che metabolizzano la materia organica. Molti substrati a base di terra e stabilizzati continuano a rilasciare CO2 che le piante acquatiche possono utilizzare, però le quantità derivanti da questi processi sono minime e non sufficienti per vasche ricche di vegetazione. Le piante che sono solite sviluppare foglie sopra la superficie hanno creato tecniche per sfruttare l’anidride carbonica gassosa nell’aria atmosferica, dove é molto più concentrata. Le piante galleggianti sono sempre a contatto con l’aria , per cui riescono ad ottenere molto più facilmente anidride carbonica dall’aria circostante attraverso le foglie, esattamente come la vegetazione terrestre. Alcune piante a stelo formano foglie aeree o steli sopra la superficie. L’aria incanalata al centro dello stelo è utilizzata per ottenere anidride carbonica e ossigenare la zona delle radici. Quando la quantità di CO2 e’ insufficiente per garantire una crescita adeguata alle piante è necessaria una fertilizzazione aggiuntiva tramite un erogatore di CO2, che introduce CO2 come gas nell’acqua il tempo necessario perché venga sfruttato dalle piante prima che questi si dissolva nell’aria tramite lo scambio gassoso. Visto che la quantità di CO2 dissolta in acqua è strettamente legata anche al pH e al KH dell'acqua, per la regolazione dell'erogazione è utile regolarsi in base alla tabella qui sotto riportata: I nutrienti Per produrre i pigmenti fotosintetici (es. la clorofilla) le piante hanno bisogno di molti nutrienti come il magnesio (Mg) il potassio (K), ferro (Fe) e azoto (N). Questi elementi come anche altri in modo indiretto, sono essenziali per produrre e utilizzare i pigmenti fotosintetici. La loro mancanza porta generalmente a uno sbiadimento delle foglie, come conseguenza del cambiamento dei pigmenti di clorofilla. MACRONUTRIENTI Fosforo:per le piante ha una funzione fondamentale per il trasferimento di energia. È prelevato dalle radici sotto forma di fosfato (PO4) ,presente nel substrato in quantità molto superiori dell’acqua. Quando il fosfato è rinchiuso nel substrato viene utilizzato solo dalle piante e non é raggiungibile dalle alghe che sono pronte ad utilizzarle per svilupparsi quando il fosforo é presente in acqua. In un acquario con pesci di solito però nell’acqua il fosforo é presente perché è rilasciato dal cibo dei pesci, e visto che è poco utilizzato dalle piante, va tenuto sotto controllo con parziali cambi d’acqua per evitare un’esplosione di alghe. Potassio:il potassio é un nutriente estremamente importante per le piante e non si dovrebbe mai trascurare perché ricopre un ruolo chiave nel sistema biologico delle piante. La carenza di potassio infatti causa la generale debolezza dello sviluppo e dell’aspetto, oltre a impedire la fotosintesi. In natura le piante assorbono il potassio dal substrato, ma non é ancora chiaro il perché in acquario invece viene prevalentemente assorbito dall’acqua. Poiché l’acqua di rubinetto contiene poco potassio é importante introdurlo artificialmente termite fertilizzanti liquidi. In alcuni fondi fertilizzati viene inserita polvere di potassa per fornire potassio. Azoto: L’azoto è un elemento nutritivo altrettanto importante in quanto viene utilizzato dalle piante per effettuare la sintesi delle proteine e degli acidi nucleici. Solitamente viene prelevato nelle diverse forme in cui è presente in acquario, ovvero ammoniaca, ammonio, nitriti e nitrati. Di tutte queste forme quella preferita dalle piante è sicuramente l’ammonio, in quanto utilizzano l’azoto proprio in questa forma per sintetizzare le proteine e quindi se lo acquisiscono come nitrati devono dar vita ad uno spreco di energia per ridurlo in ammonio. Quindi quest’ultimo è la forma migliore e la scelta preferita dalle piante. Lo stesso ammonio viene convertito grazie all’attività dei batteri nel filtro, prima in nitriti e successivamente in nitrati. E’ per questo che molte piante cercano di assorbire grandi quantità di ammonio prima che entrino nel filtro per essere “lavorate” dai batteri: è come se ci fosse una sorta di sana competizione per l’acquisizione di questo elemento. Ma non fatevi ingannare, nel senso che non bisogna mai depotenziare il proprio sistema filtrante per consentire alle piante maggiore disponibilità di ammonio. Anche perché i pesci con i loro rifiuti saranno in grado di produrre livelli di azoto sufficienti per lo sviluppo delle piante. Quindi se proprio volete avere la coscienza di questo elemento in acquario, misuratene la consistenza con gli appositi test e solo successivamente, in caso di valori davvero esigui, pensate ad un fertilizzante che contenga poche dosi di nitrati. Calcolate che la condizione migliore è quella di soddisfare le piante ma mantenersi su valori di nitrati inferiori a 25 mg/lt. Carbonio: il carbonio è senza dubbio il nutriente più importante. Viene ottenuto attraverso l’utilizzo dell’anidride carbonica, che viene scissa in ossigeno e carbonio. Sebbene il primo venga utilizzato in maniera poco preponderante e quindi spesso rilasciato nell’acqua, il secondo viene richiesto in grandi quantità per la crescita dei tessuti. Sappiamo che l’anidride carbonica è un gas, e quindi essendo tale tende a volatilizzarsi abbastanza presto, anche in acquario dove lo scambio con l’atmosfera determina questa situazione. Sicuramente ridurre il movimento in superficie può aiutare a ridurre questo scambio gassoso, ma in generale è necessario aggiungere ulteriori fonti di CO2 in acquario. Infatti la CO2 è introdotta nell'acqua grazie al metabolismo dei rifiuti organici da parte di batteri e piante e alla respirazione degli animali. Ma questo come detto, non basta. Ecco quindi, che la tecnica viene incontro alle esigenze di ogni acquariofilo fornendo diversi strumenti capaci di immettere anidride carbonica nel giusto quantitativo. Calcio: Il calcio è un elemento che viene utilizzato dalle piante per sviluppare la parete cellulare e attivare alcuni enzimi particolarmente importanti per lo svolgimento delle loro attività. In genere è presente in quantità sufficiente o anche oltre, nell’acqua che utilizziamo. Per questo non è quasi mai necessario aggiungere artificialmente del calcio nella vasca, a meno che non si utilizzi acqua piovana o da osmosi inversa. In quel caso l’aggiunta di opportuni dosi di sali in generale e di calcio risultano indispensabili per lo svolgimento della vita di piante ed esseri animati. Tuttavia, tagliando anche in questi casi i composti con dell’acqua di rubinetto si riesce a creare un giusto equilibrio tra la presenza di calcio e acqua pura. Magnesio:Il magnesio è un nutriente strettamente collegato con la presenza di calcio nell’acqua. Non a caso si trova in quantità proporzionali a quelle del calcio. Viene utilizzato come elemento fondamentale e costituente della clorofilla e già questo basta di per sé a descriverne l’importanza. Di solito nell’acqua del nostro rubinetto questo elemento è presente in diverse quantità rispetto alla zona geografica che prendiamo in considerazione. Ma in generale non è necessario determinare aggiunte in acquario: verificatene la presenza e tenete conto che la situazione migliore è quella di mantenersi in un range di 5-25 mg/lt. Se proprio in casi eccezionali, ovvero di presenza di acqua molto tenera, osservate che sia necessaria una fertilizzazione a base di questo nutriente, cercate di non esagerare in quanto se presente in dosi elevate il magnesio inibisce l’acquisizione di altri nutrienti, come il potassio ad esempio. Non a caso la carenza di potassio viene originata proprio da un eccesso di magnesio. Ossigeno e zolfo sono due macronutrienti molto importanti, dei quali però non é necessario preoccuparsi perché sempre presenti in quantità sufficienti in acquario per la crescita e il benessere delle piante. MICRONUTRIENTI Sono nutrienti necessari in dosi estremamente ridotti.Assumono ruoli importanti nei processi biochimici e sono fondamentali per la salute delle piante. Boro, Cloro, Nichel di solito sono già presenti in acquario in quantità sufficienti perché sono contenuti nell’acqua di rubinetto. Manganese, Molibdeno e Zinco non sono invece contenuti nell’acqua, ma tutti i fertilizzanti liquidi ne contengono per evitare carenze: non é necessario preoccuparsi di eventuali carenze, ma sono comunque oligoelementi molto importanti. Rame: è un componente essenziale, anche se é richiesto dalle piante solo in quantità modiche. Non é necessaria una fertilizzazione aggiuntiva, ma anzi di solito l’acqua di rubinetto ne contiene molto di piu’ del necessario e poiché le piante non hanno alcun controllo sulla quantità di rame che assorbono, prelevavano quanto é disponibile. Se é troppo risulta tossico e si formano delle macchie marroni e si sfalda la pianta. Il rame viene spesso utilizzato per controllare parassiti e alghe, per cui va usato con cautela perché é tossico per i pesci e gli invertebrati dell'acquario. Ferro: è un micronutriente molto importante che viene assorbito sia tramite le radici che tramite le foglie. Come nutriente é più utile per le piante come ferro chelato (é un tipo di ferro che non subisce il processo di ossidazione, che lo renderebbe inutilizzabile dalle piante).Il ferro chelato viene sempre inserito nei substrati a base di terra, per un abbondante apporto che avviene a lenti rilascio.Il ferro chelato liquido va però usato quando non abbiamo un substrato fertile o abbiamo molte piante che prendono il nutrimento dalle foglie. Carenza ed eccesso di nutrienti Dopo questa veloce panoramica sui macro e micro nutrienti in acquario, appare chiaro come sia particolarmente difficile fornire il giusto equilibrio di elementi idonei alla salute delle vostre piante. A volte si rischia di esagerare con alcuni nutrienti, altre volte invece si verifica un difetto di somministrazione. Altre ancora è l’eccesso di un elemento a determinare la carenza di una altro. Senza contare il fatto che i sintomi possono colpire gruppi di piante che per la loro struttura o natura possono avere reazioni diverse o addirittura non evidenti. Il problema quindi è piuttosto complesso. Quello che vi posso dire è che di solito affidandosi ad una linea specializzata di fertilizzazione si riesce tranquillamente a bilanciare i nutrienti, magari non in maniera ottimale, ma almeno efficiente. Cercate di non esagerare nei dosaggi e di non mischiare più prodotti che avranno quindi logiche e tempistiche completamente differenti. Gli stessi quantitativi contenuti nei prodotti rispondono a logiche completamente diverse e solo seguendo un intero protocollo di fertilizzazione si riesce ad avere una somministrazione bilanciata. In ogni caso la chiave di volta di tutto è sempre generata dalla vostra capacità di osservazione: solo voi saprete dire se il vostro acquario ha bisogno di alcuni elementi piuttosto che altri, in quanto è unico ed irripetibile il miscuglio di esseri e piante che avete realizzato, tanto da generare l’incontro di esigenze altrettanto uniche nella loro combinazione. Ad esempio foglie ingiallite sono il segno di grave carenza di ferro, così come macchie marroni sulle foglie testimoniano l’esatto contrario. Spetta a voi, quindi imparare a conoscere il vostro acquario e capirne le esigenze. In attesa che questo avvenga, ecco per voi una piccola lista dei principali segni di carenze/eccesso che possono verificarsi in acquario in base ai nutrienti considerati. Sintomi e segnali di carenze nutrizionali Azoto clorosi (ingiallimento delle foglie) prima nelle foglie vecchie e poi in quelle giovani. caduta delle foglie (dopo la clorosi) Afflosciamento foglie in maniera significativa Perdita di colore nelle foglie a partire da quelle vecchie. Steli molto sottili Fosforo sviluppo stentato perdita delle foglie più vecchie pigmenti rossastri clorosi lungo le nervature fogliari (prima nelle foglie più giovani) perdite delle foglie vecchie Perdita di lucidità fogliare Colorazioni marcate e/o tinte bronzee Arrossamento lungo le nervature Potassio indebolimento del fusto- clorosi a chiazze e seguenti zone necrotiche sui margini zone fogliari annerite Ingiallimento dei bordi marcato nelle foglie più vecchie Imbrunimento Necrosi dei margini fogliari I fattori limitanti della crescita delle piante La Legge di Liebig o Legge del minimo è un principio di agronomia sviluppato da Carl Sprengel nel 1828 e reso popolare in seguito da Justus von Liebig. Esso afferma che la crescita è controllata non dall'ammontare totale delle risorse naturali disponibili, ma dalla disponibilità di quella più scarsa. Questo concetto venne applicato originariamente alla coltivazione delle piante o dei raccolti dove si scoprì che l'aumento delle sostanze nutrienti già abbondantemente disponibili non migliorava la crescita. Solo l'aumento della somministrazione della sostanza nutriente più scarsa causava un miglioramento nel fattore di crescita delle piante o dei raccolti. In acquario questa legge dimostra appieno la sua veridicità: se la disponibilità di nutrienti e le altre condizioni ambientali sono corrette, tre sono i fattori che influenzano la velocità di fotosintesi: temperatura, anidride carbonica (CO2) e luce. Se un fattore è fornito in modo parziale, la fotosintesi è limitata. Aumentando la temperatura e il contenuto di CO2 non si aumenta la fotosintesi se le piante non ricevono abbastanza luce. Nella maggior parte degli acquari il fattore limitante è rappresentato dalla CO2 nell’acqua. Anche con una temperatura giusta e una buona illuminazione le piante non crescono appieno in presenza di scarsa CO2. Quando i livelli di CO2 e di luce sono abbastanza alti e la temperatura è corretta, il ritmo di fotosintesi aumenta rapidamente. Questo generalmente garantisce piante più sane. Anatomia delle piante Le piante possono essere divise in 4 zone principali:radici, stelo, foglie e fiori,sebbene alcune piante siano prive di un fusto centrale e altre come muschi e felci non producano fiori,Tutte le parti svolgono ruoli essenziali, come crescita, riproduzione, raccolta e accumulo dei nutrienti. Le radici: le piante sviluppano radici per ragioni fondamentali:ancoraggio, raccolta e immagazzinamento dei nutrienti. Di solito le radici non contengono clorofilla verde per cui sono bianche. Le radici di gran parte delle piante acquatiche sono una combinazione di alcune radici centrali di diametro fino a 1,5 mm con molte altre striscianti e più sottili. All’interno vi sono molti sistemi vascolari che trasportano l’acqua, i nutrienti e il gas al resto della pianta e viceversa.Le piante grosse e/o voluminose come Echinodorus sp. sviluppano molte radici lunghe per garantirsi una buona tenuta e un’ampia zona da cui prelevare i nutrienti. Possono velocemente invadere tutto il fondale dell’acquario. La potatura delle radici e’ un sistema per controllare la grandezza di queste piante. Senza uno sviluppato apparato radicale la pianta rimane più piccola e compatta.Alcune radici sono adattate a vivere sopra il substrato e si attaccano saldamente a legni e rocce e altri oggetti solidi. E’ sicuramente un vantaggio per le piante che sono in grafo di crescere in posti dove altre non riescono ad ancorarsi. Microsorium sp., Anubias sp. e Bolbitis sp . preferiscono essere piantate su oggetti solidi sopra il substrato. Le loro radici crescono sia orizzontalmente che verticalmente ’sentendo’ i posti giusti dove ancorarsi,Le radici pendenti prodotte dalle piante galleggianti sotto la superficie sono progettate solo per assorbire i nutrienti dell’acqua sono spesso lunghe, sottili e dall’aspetto quasi soffice. Non dovendo trasportare gas, il sistema vascolare è molto semplice e, poiché non si devono ancorare sono simili a peletti. La morfologia garantisce però una maggiore superficie di contatto con l’acqua circostante, permettendo alle piante galleggianti di assorbire nutrienti molto più velocemente delle altre piante. Lo stelo: è presente nella maggior parte delle piante acquatiche e svolge due funzioni fondamentali: supporto e trasporto. Il suo ruolo è possibile grazie alla presenza di cellule riempite d’aria o gas che forniscono galleggiamento e aiutano a mantenere la pianta eretta. Poiché l’acqua circostante garantisce gran parte del sostegno, i fusti acquatici sono spesso molto più sottili e flessibili di quelli terrestri. Permettono infatti alla pianta di muoversi nell’acqua, invece di rimanere immobili contro di essa, con possibili danni. Allo stesso modo delle radici, gli steli contengono sistemi vascolari per trasportare i nutrienti, l’acqua e i gas lungo la pianta. L’area dello stelo è chiamata asse e cambia molto di dimensione tra le diverse piante, nelle piante. Nelle piante a stelo, l'asse si estende lungo tutta la pianta che fuoriesce dal substrato. É divisa in sezioni dette internodi delimitati da due nodi da cui producono le foglie .Alcune piante sono dotate di asse molto corto su cui le foglie crescono a spirale sembrano quasi non avere fusto e sono spesso chiamate a rosetta .In molte piante, la base del fusto è adattata per immagazzinare i nutrienti e sembra far parte del sistema radicale. I rizomi e i tuberi di Anubias sp., Aponogeton sp. sono tipici esempi di estensioni atte a stoccare i nutrienti. Le foglie: sono strumenti essenziali per catturare la luce da utilizzare nella fotosintesi. Sono utili anche per lo scambio gassoso e per assorbire alcuni nutrienti. Le foglie delle piante terrestri sono dotate di uno spesso strato esterno ceroso chiamato cuticola, che impedisce alla foglia di asciugarsi. Nelle piante acquatiche è più sottile e i liquidi lo attraversano più facilmente, in modo da favorire l’assorbimento di nutrienti.Le piante acquatiche, che producono foglie aeree, spesso presentano foglie con due forme diverse sopra e sotto l’acqua. Dipende dagli ambienti diversi e dal differente strato di cuticola esterna.Le forme delle foglie cambiano parecchio tra le piante acquatiche e spesso dipendono dall’adattamento per sopravvivere in ambienti diversi. I fiori: Anche se non tutte le piante d’acquario sono in grado di produrre con probabilità fiori in acquario, molte sono piante a fiori che in natura producono semi e si generano grazie ai fiori. Di solito spuntano sopra l’acqua, dove possono essere impollinati dagli insetti, esattamente come le piante terrestri. Alcune piante acquatiche producono fiori sommersi (es .Anubias) e i loro semi galleggiano seguendo la corrente. In alcune specie, invece, i fiori non vengono prodotti, preferendo un sistema di riproduzione completamente asessuale . Le principali differenze tra le specie di piante LE PIANTE A STELO Le piante a stelo quali Althernathera sp.,Rotala sp., Higrophyla sp, Ludwigia sp, sono a crescita rapida e particolarmente adatte per il primo allestimento. Sono piantate in fitti gruppi per ottenere un cespuglio armonioso. Vanno eliminate le foglie inferiori sullo stelo e spuntato di nuovo (come nei fiori recisi). I singoli steli o al massimo 2-3 alla volta vanno inseriti bel substrato per 3-5 cm esercitando una certa pressione. Data la rapida crescita è necessario potarle o accorciarle di frequente. La potatura corretta consiste nel tagliare l’apice di 15 cm e ripiantarlo nel fondo... Dagli steli spunteranno nuovi germogli laterali. Le piante a stelo prendono gran parte dei nutrienti dall’acqua. LE PIANTE A ROSETTA Echinodorus sp e Cryptocoryne sp. sono tipici rappresentanti delle rosette. Le nuove foglie crescono sempre sulla base inferiore del germoglio reciso, in modo da formare una spessa rosetta. Quando le piante vengono svasate, le foglie esterne vanno eliminate, le radici vanno accorciate di circa 2-3 cm . Quando si pianta nel substrato, questa va spinta in profondità nel terreno e poi va tirata nuovamente verso l’alto, raggiungendo la posizione nella quale è stata precedentemente coltivata in vaso, così facendo il rizoma è rivolto verso il basso e si formeranno velocemente nuove radici. LE PIANTE A STOLONI(o diramazioni) Le piante a stoloni quali Echinodrous tenellus, Lileopsis sp.,Eleocharis sp. sono spesso minute e la soluzione migliore è dividerle in piccole porzioni. Si recide la lana per circa 1 cm con un paio di forbici affilate o con un coltello. La lana di roccia restante rende più’ facile la piantumazione del piccolo cuscinetto. Molte piante con stoloni si possono tosare come la superficie di un prato col tempo di forma un tappeto vegetale compatto. Le Vallisneria sp, e le Sagittaria sp, che creano anche loro stoloni, invadono facilmente tutta la superficie dell’acquario, quindi vanno eliminate le diramazioni per evitare una crescita troppo massiccia. PIANTE CON RIZOMA I rizomi hanno un aspetto simile alle radici, ma in realtà sono gli steli ispessiti. La specie Anubias sp, Microsorum sp, e Bolbitis sp fanno parte di questo gruppo di piante. Quando si piantano occorre fare attenzione che il rizoma non sia completamente coperto dal terreno. Così facendo si evita il rischio di putrefazione. La maggior parte delle piante con rizoma crescono in modo ottimale su pietre e radici e solitamente sono piante epifite,e necessitano quindi di poca luce e crescono lentamente. Le foglie brutte o danneggiate dovrebbero essere eliminate direttamente dal rizoma. PIANTE CON IL TUBERO Un tubero vegetale e’ un organo carnoso e spesso dove è possibile immagazzinare sostanze di riserva. Le specie Aponogoteon e Nimphaea lotus per esempio hanno un tubero molto compatto. Un aspetto tipico delle piante a tubero è che le fasi di riposo e crescita avvengono nel luogo naturale. Nell’acquario il tubero viene inserito nel terreno esercitando una certa pressione, facendo in modo che il germoglio emerga in modo evidente nel terreno, nella cura, eliminare sempre una parte delle foglie esterne alla base del tubero. Consiglio per le specie Aponogeton : per il periodo di quiescenza mettere il tubero fuori dall’acquario in sabbia umida ad una temperatura più fredda (16-18 gradi) e al buio per 2-3 mesi. PIANTE CON IL BULBO Anche il bulbo è un organo di deposito che serve per sopravvivere nei periodi di quiescenza e siccità. La Crinum calamistratum e la Crinum natans africane sono ottimi esempi. Prima di piantarle ,si accorciano di 3-4 cm le radici e si eliminano le parti morte del bulbo, piantare il bulbo nel terreno fino a metà. Il terreno dovrebbe essere profondo almeno 10 cm. Le foglie più vecchie e danneggiate sono eliminate dalla base del bulbo. MUSCHI I muschi creano principalmente tappeti e cuscini spessi. Piantati su pad di acciaio direttamente nel terreno o legati a legni o rocce con filo o retine per i capelli. Rasandoli spesso con le forbici si ottengono cuscini di muschio spessi e compatti. Le parti di muschio tagliate possono essere poi posizionate in altri punti. PIANTE GALLEGGIANTI Le piante galleggianti hanno sviluppato uno speciale corpo galleggiante che permette loro di germogliare sulla superficie dell’acqua. Eichornia crassipes, Pistia stratiotes e Trapa natans sono adatte ai laghetti o grandi acquari aperti, Salvinia natans, Limnobium laevigatum, Phyllantus fluitans sono particolarmente adatte come consumatrici delle sostanze nutritive per gli acquari. Se la superficie dell’acqua è troppo coperta, le piante in eccesso vengono tolte, Anche il Ceratohpyllum fluttuante è molto consigliato per ottenere un equilibrio biologico in acquario. La scelta delle piante per il layout di un acquario. Siamo pronti ad allestire un bell’acquario con piante; abbiamo deciso il fondo,gli arredi,ma non sappiamo come orientarci nella scelta delle piante. Vediamo innanzi tutto quali fattori sono importanti per la scelta delle piante. Una bella sfida per l’acquariofilo è rappresentata dall’acquario biotopo,dove pesci e piante riproducono fedelmente un ambiente naturale di un determinato luogo e quindi la scelta delle piante va fatta in base alla loro origine geografica.Vediamo a grandi linee quali sono le principali regioni di provenienza delle piante: Ci sono molte piante che sono a disposizione nei negozi che sono delle ‘cultivar’ vale a dire delle ibridazioni ottenute incrociando piante di diverse varietà all’interno di una stessa specie, ma che non sono più riconducibili ad alcun biotopo originale. Es: Anubias nana ‘bonsai’, Echinodorus ‘ozelot’, Echinodorus ‘ red flamè’, Higrophyla polisperma ‘red sunset’, Pogostemon helferi,Hemiantus challitricoides. Ci sono inoltre delle piante cosiddette ‘cosmopolite’ che si trovano in diverse regioni del globo, anche antipodi oppure in tutte le regioni tropicali: Egeria densa,Eleocharis.sp, Eichornia sp, Fontinalis antipyretica, Riccia fluitans ,Vallisneria sp, , Ceratopteris sp, Pistia stratiotes. Logicamente le piante di un determinato habitat naturale condividono le medesime condizioni climatiche di luce, acqua, nutrimenti, nonostante l’imprevedibilità e la variabilità che è insita nella Natura stessa. Quando si scelgono delle piante per un acquario, che siano tutte di un determinato biotopo o meno, dobbiamo farlo tenendo conto delle loro esigenze di mantenimento di: Valori chimici e T° - Nutrimenti - Luce È senz’altro il fattore più importante nella scelta delle piante e quella che determinerà, al di là del vostro gusto estetico, un buon risultato di crescita e mantenimento di queste piante in acquario. Fortunatamente le piante hanno una grande adattabilità agli aspetti che abbiamo sopra elencato tuttavia è importante scegliere delle piante che siano abbastanza vicine come esigenze, soprattutto per quanto riguarda i valori chimici e la temperatura. Ovviamente si dovrà prestare attenzione ad avere una quantità di luce sufficiente se si sceglie una pianta eliofila mentre se si sceglie una pianta che ama la penombra sarà sufficiente metterla al riparo di una radice o di un’altra pianta. Per quanto riguarda le diverse esigenze di nutrienti delle piante,non è necessariamente un fattore discriminante se si è disposti a prevedere un piano di fertilizzazione ben attento e bilanciato. Un altro aspetto importante per la scelta delle piante per l’acquario è la velocità di crescita. Quando si allestisce un acquario è sempre bene prevedere alcune piante a crescita veloce; questo perché una pianta che cresce velocemente ha la prerogativa di consumare altrettanto velocemente i nutrimenti sciolti in acqua. Dato che nelle fasi iniziali di un allestimento delle vasche l’accumulo di nutrienti provenienti dal fondo è alto (soprattutto, quando s allestiscono vasche seguendo certi metodi )è utile abbinare a frequenti cambi d’acqua una discreta quantità di piante a rapida crescita.Ovviamente piante rapide significano anche potature frequenti, ma questo è lo scotto da pagare per avere vasche in salute e che non abbiano troppi problemi di alghe o di malattie. Alcune piante a crescita veloce sono: Ceratopteris cornuta, Ceratopteris thalictroides, Higrophila sp, Rotala sp, Hydrocotyle leucocephala, Ludwigia sp, Cabomba sp, Limnophila sp, Egeria densa, Pogostemon stellata, Myriophyllum sp. Naturalmente in un acquario a meno che non s’intenda passare le giornate con le forbici in mano, non bisogna prevedere solo piante a rapida crescita:si dovrà prevedere anche piante che crescono in modo meno esuberante ma che creino un bel cespuglio o anche piante singole:consiglio quindi tutti le Echinodorus sp , le Criptocoryne sp, la Alternanthera sp, la Heteranthera zosterifolia, il Crinum,il Micrantemum umbrosus, le Nimphaee,la Lobelia cardinalis e qualche specie di muschio.Piante che crescono invece lentamente sono le Anubias sp,il Microsorium, la Bolbitis heutelodii e i muschi.Scegliendo le piante in base alla loro velocità di crescita si potrà organizzare la manutenzione e potatura delle piante che, nel caso delle piante a crescita veloce dovrà essere a scadenza quasi settimanale, mentre con piante più tranquille può tranquillamente avvenire ogni 2-3 mesi. Le piante vanno scelte anche in base alla posizione che avranno nell’acquario per creare una giusta prospettiva e un gradevole layout. È importante anche valutare l’altezza e la larghezza che occuperanno le piante una volta sviluppate nella vostra vasca, in modo da prevedere il giusto spazio che permetta loro di ricevere abbastanza luce e di svilupparsi pienamente. Ci sono piante che crescono molto in altezza che sono adatte a fare da sfondo o cornice in un acquario. Attenzione però: quando si sceglie una pianta che si sa diventare molto alta,va tenuta in considerazione l’altezza del vostro acquario.Se l’acquario ha un’altezza inferiore ai 50/55 cm sconsiglio piante come Vallisneria gigantea o V.asiatica o Echinodorus grandiflorus oppure il Crinum thaianum: frequenti potature non giovano a questo tipo di piante;meglio optare per piante che possono svilupparsi pienamente entro l’altezza del vostro acquario. Ecco qualche indicazione sulla posizione ideale d’alcune piante: Piante per lo sfondo Piante per il centro Piante per il primo piano Piante galleggianti Muschi e piante da legare A meno che il vostro non sia un acquario ‘olandese’, è meglio non prevedere troppe specie diverse nell’acquario :solo poche specie ma molto contrastanti nel colore e/o forma delle foglie. Ad esempio una pianta rossa dalle piccole foglie va messa davanti ad una con foglie grandi verdi oppure rompete un muro di nastri verdi di Vallisneria con qualche gruppetto di Rotala rotundifolia che ha foglie arrotondate e rosate. Le forme delle foglie e i colori indicano le esigenze di luce delle piante:Le piante a foglia rossa devono essere disposte in zone con massima illuminazione,mentre quelle con foglie soffici e fini (la Cabomba, le Limnophila, i Myriophyllum)preferiscono punti con correnti moderate, non energiche per non intrappolare troppi detriti. Le piante con foglie verde scuro sono solitamente piante che necessitano di poca luce, mentre le piante con foglie verde chiaro di solito gradiscono una piena esposizione alla luce.Dopo aver studiato e selezionato le piante che fanno al caso vostro,avrete senz’altro fatto una lista.Spesso però la lista non combacia con la reale disponibilità delle piante nei negozi.Il consiglio che posso darvi in questo caso, è stilate la vostra lista in base alla effettiva disponibilità delle piante del vostro negoziante di fiducia ( richiedete prima il listino delle piante disponibili in quel periodo) Oppure stilate la vostra lista e poi vi rivolgete ai siti che spediscono le piante in tutto il mondo, accontentandovi, però della qualità che non viene però valutata in prima persona al momento della scelta. le piante arrivano tutte in ottime condizioni da qualunque parte del mondo,perchè le aziende sono tutte attrezzate l’imballo e il mantenimento delle piante in salute per tutto il viaggio. E’ meglio evitare di fare degli ordini di piante on line nei mesi di gelo intenso perché un ritardo del corriere nella consegna comprometterebbe irrimediabilmente la salute delle piante. Se invece si ha la possibilità di scegliere personalmente le piante,vanno escluse dalla scelta quelle che presentano foglie ingiallite e marcescenti (sono di solito quelle che sono in negozio da più tempo). Le piante devono avere un aspetto solido e compatto e quando arrivano ai negozi sono così quindi .È opportuno accordarsi con il proprio negoziante di fiducia per prendere le piante nel giorno stesso dell’arrivo in negozio così da poterle prenderle ancora ‘fresche’ di serra. Buon allestimento Livia Giovannoli Bibliografia: -Piante d'acquario-Christel kasselmann- Ed. Primaris -Ecologia delle piante d'acquario. Diana Walstad. Ed .Aquaedì -Enciclopedia delle piante d'acquario di Peter Hiscock-Ed. De Vecchi -La chimica in acquariofilia di H.De Jong – ed. Primaris Fotografie e immagini: Livia Giovannoli, Rosario Curcio, Salvo Franchina, Aquagarden Ritorna a Piante e Layout