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I muschi in acquario
I Muschidi Livia GiovannoliNegli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio boom della coltivazione dei muschi in acquario. I motivi sono molteplici: i grandi maestri dell' Acquascaping (Aquatic landscape = paesaggio acquatico) li utilizzano di frequente nei loro layout in modo molto creativo ed originale e le immagini di queste creazioni fanno il giro del mondo tramite le riviste e il web, incuriosendo gli appassionati. La versatilità dell'utilizzo dei muschi in acquario offre infatti molti spunti creativi per realizzare paesaggi subacquei molto suggestivi.Negli ultimi anni vi è stata una esplosione del fenomeno "nano-cube" (allestimenti di acquari di piccole dimensioni), dell'allevamento delle Caridina sp., e dei muschi , che sono il complemento ideale per la realizzazione di questi acquari e il substrato ideale per l'allevamento di questi invertebrati. La realizzazione di questi microcosmi acquatici è di facile realizzazione, alla portata di tutte le tasche, di spazio e di capacità degli acquariofili.Quando si pensa al muschio in acquario sono due nomi che vengono subito in mente: la Vesicularia dubyana e il Muschio di Giava (Java Moss).Singapore moss Java mossFino a poco tempo fa i due nomi risultavano sinonimi della stessa pianta;nella realtà i due nomi vanno ad ascrivere due generi di piante diversi,anche se nella bibliografia questa divisione è stata ufficializzata solo pochissimi anni fa (2004). Il muschio di Java in realtà è solo uno dei centinaia di muschi che sono presenti in natura:vediamo di introdurre e distinguere quelli che possono essere utilizzati nei nostri acquari. Innanzitutto è bene sapere che i muschi fanno parte di un gruppo di piante chiamate "Bryophyte". E' un gruppo di piante molto antico nella terra riconducibile a 440 milioni di anni fa. Questo gruppo di piante non produce mai né fiori né semi.I muschi non presentano alcun 'tessuto vascolare'per trasportare acqua e nutrimenti (zuccheri, sali),ma viene altresì utilizzata la superficie fogliare della pianta :in natura i muschi si trovano sempre in prossimità dell'acqua, emersi e sommersi . Molte specie di muschi sono 'semi acquatici' e possono crescere sommersi in acqua;sono le specie più utilizzate in acquariologia . Le famiglie e i generi dei muschi che vengono coltivati in acquariologia appartengono principalmente alle famiglie di Hypnaceae (genere Taxiphyllum e Vesicularia), Fontinaliaceae (genere Fontinalis) Fissidentaceae (genere Fissidens).Molte altre specie vengono trovate in natura ma al momento ci sono poche e incerte classificazioni e notizie di una adattabilità alla coltivazione sommersa.Le diverse specie di muschi possono essere catalogate in base alle caratteristiche dello sporofito che contiene le spore.Possono altresì essere distinte attraverso una osservazione al microscopio della struttura dei gambi e delle foglie (chiamati fillodi). I muschi non presentano radici ma dei rizomi che vengono si utilizzati anche per assorbire l'acqua,ma soprattutto per ancorarsi al substrato.Data l'importanza delle foglie per il trasporto dell'acqua e delle sostanze nutritive,queste risultano così delicate che vanno preservate il più possibile dall'essiccamento. In questo caso la crescita del muschio si arresta grazie ad un abbassamento del tasso metabolico che permette alla pianta di sopravvivere senza danni permanenti alla disidratazione.Questo primitivo meccanismo di crescita e trasporto di acqua e nutrimenti se da una parte rende la pianta resistente dall'altra pone delle severe restrizioni circa la possibilità di sviluppo.I muschi infatti crescono prevalentemente 'prostrati' (stelo parallelo al substrato),crescono più che altro in larghezza .Alcuni muschi riescono a crescere in altezza anche se non più di qualche cm grazie al supporto e alla possibilità di assorbimento fogliare garantito dalla vita sommersa .La coltivazione dei muschi in acquario Quando ci si cimenta nella coltivazione dei muschi è molto importante evitare alle piante brusche variazioni nei parametri dell'acqua (temperatura, pH, conducibilità, luce ) Di fronte a questo sbalzi repentini i muschi possono arrestare la loro crescita per adattarsi al nuovo ambiente e possono impiegare anche mesi per ricominciare a crescere. A loro favore va che i muschi riescono ad adattarsi a condizioni anche molto diverse da quelle originarie purché sia dato loro sufficiente tempo e che il cambiamento avvenga con gradualità. Una volta ambientati in vasca la stabilità dei valori è la chiave per il loro corretto mantenimento e propagazione. I muschi ,come tutte le Bryophyte , non riescono a ricavare il carbonio dai bicarbonati e necessitano di una fornitura costante di carbonio inorganico sottoforma di CO2. L'apporto di CO2 stimola quindi maggiormente la crescita dei muschi con un valore ottimale di 20-30 mg/l. I muschi in acquario, come detto precedentemente si adattano all'ambiente che trovano e in assenza di CO2 cresceranno ugualmente, seppur molto più lentamente. E' molto importante se si apporta la CO2 in acquario però che l'acqua sia ben tamponata da un KH di 4-5 ° per evitare pericolosi sbalzi di pH che, come già accennato prima, sono molto deleteri per il sviluppo costante della pianta. Il range di pH adatto ad un corretto sviluppo dei muschi è quello compreso tra il 6,5 e il 7,5. Per quanto riguarda la temperatura anche qui il range è molto ampio se si dà il tempo ai muschi di adattarsi alle diverse temperature. La temperatura di 24°-25° usata solitamente degli acquari va bene un pò per tutte le specie di muschi. Il genere Fontinalis di cui parleremo in seguito però non tollera temperature più alte di 24°-25°, mentre il genere Taxiphyllum è quello che più si adatta a temperature estreme verso l'alto (>30°) e si rivela adatto anche alla coltivazione in acquari tropicali con temperature costanti intorno ai 30°. I muschi in pratica hanno una grande adattabilità per i valori di coltivazione (pH, KH, T°) si adattano anche a diversi valori di PO4 e NO3, ma va tenuto sotto controllo attentamente nelle vasche il carico organico che , se eccessivo, porta inesorabilmente allo sviluppo algale che danneggia in modo significativo i muschi. Spesso per rimuovere le alghe ( in particolare quelle nere a pennello e le alghe filamentose) è necessario intervenire con l'acqua ossigenata ma sono interventi dal risultato incerto. Fondamentale quindi per il successo nella coltivazione dei muschi in acquario è quello di un'acqua con valori molto stabili e pulita. Per quanto riguarda la luce i muschi in natura vivono in diverse condizioni di luce, dal sole diretto all'ombra, e quindi anche in acquario si conferma questa grande adattabilità. Si adattano a vivere anche con pochissima luce (0,2 watt/litro) o in penombra ma crescono più velocemente e presentano un colore più intenso sotto una luce intensa anche diretta (1watt/litro) Famiglie, generi e specie di muschi Genere Vesicularia Il genere Vesicularia è presente negli acquari degli appassionati solo da circa un decennio. La Vesicularia dubyana è conosciuta in acquariologia da moltissimi anni anche con il nome di muschio di Giava (Java moss) anche se in realtà appartengono a due generi diversi (Taxiphyllum barbieri)… In effetti ancora oggi, nonostante si sappia ormai con certezza che il muschio di Java sia da ascrivere al genere Taxiphyllum, molti appassionati continuano a considerare muschio di Java e Vesicularia dubyana come la stessa cosa. La vera Vesicularia dubyana entra in scena soltanto nel 2002, quando hobbysti di Singapore provarono a coltivare in acquario un muschio che cresceva abbondante in tutta l’isola. Il muschio presentava caratteristiche morfologiche variabili ma nella forma sommersa assomigliava indubbiamente al ‘Christmas’ per la ramificazione triangolare delle fronde. Non sapendo cosa fosse e notando la ampia diffusione della specie a Singapore gli appassionati del luogo cominciarono a chiamarla appunto muschio di Singapore (Singapore moss).Vesicularia dubyana 'Singapore moss'Nel 2004 si scoprì , grazie all’aiuto dell’illustre biologo prof. Benito Tan, che i cosiddetti 'Christmas moss' e 'Singapore moss' erano due membri della famiglia delle Vesicularia, in particolare identificabili come Vesicularia montagnei e Vesicularia dubyana rispettivamente.Vesicularia Montagnei 'Christmas moss'Questo muschio è molto utilizzato per scopo decorativo e come substrato per la deposizione dei pesci ovipari. Può essere legato in modo decorativo ai rami, le rocce e lasciarlo crescere strisciante sul substrato. La specie cresce bene ovunque, sotto illuminazione intensa che scarsa in acqua tenera o dura con un pH acido o alcalino e anche in acqua salmastra in una alto range di temperatura (12°-32°). La Vesicularia gradisce per una crescita sana un buon apporto di Co2. Un aumento del carico organico è in particolare da evitare perchè è generalmente indissolubilmente legato allo sviluppo algale che è particolarmente dannoso per questo genere di piante Uno dei sintomi presentati in questi casi è l’imbrunimento e la morte della pianta o di parte di essa. Difficilmente si ottengono soffici cuscini di muschio in vasche densamente popolate proprio a causa dell’eccessivo inquinamento. Questo Muschio trattiene rapidamente le particelle di sporco presenti in acqua, ma può essere abbastanza facilmente risciacquato. Una delle chiavi per il successo nella coltivazione di questo muschio è quindi una acqua dai valori molto stabili e molto pulita . E’ indispensabile quindi che la vasca abbia un ottimo filtraggio meccanico. Per mantenere pulito il muschio è impareggiabile il lavoro svolto dalle Caridine e del Crossochelius siamensisIn questi anni sono stati presentati diversi tipi di Muschi appartenenti alla specie Vesicularia:Christmas moss (Vesicularia montagnei)Singapore Moss (Vesicularia dubyana)Weeping moss (Vesicularia ferriei)Erect moss (Vesicularia reticolata)Creeping moss (Vesicularia sp.)Vesicularia dubyana-'Singapore moss'Vesicularia sp-'Creeping moss' Vesicularia montagnei 'Christmas moss' Christmas moss: (Vesicularia montagnei) per il suo aspetto e le sue foglie triangolari lo rendono adatto ad essere fatto crescere sui tronchi, rocce e arredi così come il muschio Weeping Moss (=Muschio piangente) (Vesicularia ferriei). Nello stesso periodo stavano diffondendosi anche altre due specie di Vesicularia anch’esse di origine asiatica: Vesicularia reticulata e Vesicularia ferriei, che vennero comunemente chiamati rispettivamente muschio "eretto" (Erect moss) e muschio "piangente" (Weeping moss) per le loro caratteristiche modalità di crescita in acquario. Vesicularia reticulata (Erect moss) si diffuse nell'hobby a partire da un negozio di acquari in Singapore intorno al 2003.L’origine è sconosciuta ma la specie è piuttosto diffusa in natura nella zona. Anche queste due specie vennero identificate dal prof. Tan come appartenenti al genere Vesicularia e precisamente come Vesicularia reticulata e Vesicularia ferriei per l’appunto.Una altro muschio molto decorativo ascrivibile al genere Vesicularia è il Creeping Moss. (Vesicularia sp), ha la caratteristica di strisciare aderente al substrato, non cresce in altezza ma è adatto a coprire substrato e legni rimanendo comunque molto basso..La distinzione tra le diverse specie di Vesicularia può essere abbastanza difficoltosa per chi non le conosce bene e si basa, per quel che può riguardare gli acquariofili, sull’accurata osservazione delle caratteristiche morfologiche delle fronde, delle foglie e delle cellule al microscopio. La riproduzione di questi muschi avviene per spore ma è anche possibile la riproduzione asessuale (vegetativa) che avviene generalmente per frammentazione della pianta madre.Il genere TaxyphyllumTaxiphyllum è un genere di muschi cosmopoliti in zone tropicali e temperate. Di tutti i generi di muschi le piante appartenenti a questo sono poco esigenti e di rapida crescita; i più adatti quindi ai neofiti per cimentarsi per la prima volta nella coltivazione dei muschi. Questi muschi riescono ad ancorarsi facilmente ad ogni sostegno, legni, rocce ma riescono a crescere bene anche se lasciati liberamente flottanti in acqua. Al genere Taxiphyllum fanno parte le specieTaxiphyllum barbieri (Java Moss) Taxiphyllum alternans (Taiwan Moss) Taxiphyllum sp’spiky’ (Spiky Moss) Taxiphyllum sp 'peacock' (Peacock Moss) Taxiphyllum sp 'flame '(Flame Moss).La specie più nota è il cosiddetto ‘Muschio di Giava- Java Moss’ (Taxiphyllum barbieri) il quale, come specificato sopra era stato oggetto di una erronea classificazione che lo ha portato ad essere ancora conosciuto come Vesicularia dubyana Originario da Taiwan è il muschio Taxiphyllum alternans (Taiwan moss). Si presenta con un aspetto molto soffice e delicato ed è l’ideale per la coltivazione su legni o meglio ancora da utilizzare per la realizzazione di un muro di muschio come fondo della vascaAltre due specie di Taxiphyllum presenti nel nostro mercato ma non ancora classificati con esattezza sono il Taxiphyllum sp ‘spiky (Spiky Moss) e il Taxiphyllum sp 'Peacock' (Peacock moss)Taxyphyllum sp 'peacock (Peacock moss)Taxyphyllum barbieri-'Java moss' Come tutti i muschi del genere Taxiphyllum è di facile coltivazione e cresce più veloce e compatto con una buona illuminazione. . Necessita di acqua estremamente pulita e stabilità dei valori d'acqua.. Le specie del genere Taxiphyllum sono tra i più adattabili per quanto riguarda le condizioni di coltivazione, soprattutto per quanto riguarda la temperatura riescono a sopravvivere e crescere a bassissime temperature, come anche molto elevate (>30°).Il genere FontinalisIl genere Fontinalis è uno dei primi ad essere apparso negli acquari degli appassionati. E’ diffuso in natura in moltissime zone temperate:vive infatti nei ruscelli di montagna ad una temperatura non superiore ai 23°24°. Ecco perché non ha grande successo nella coltivazione degli acquari degli hobbysti: il mantenimento costante di questa temperatura diventa difficoltoso nei mesi estivi, quando questo muschio ad alte temperature dell’acqua muore inesorabilmente. La Fontinalis antipyretica (Wlllow Moss) è la specie più utilizzata negli acquari d’acqua fredda.Fontinalis antipyretica (Willow moss)Il genere FissidensIl genere Fissidens è quello di più recente scoperta. A questo genere di muschi appartengono numerose specie, ma solo poche sono adattabili alla coltivazione in acquario. Tra i generi di muschi, le Fissidens sono quelli a crescita più lenta anche se non presenta particolari problemi di coltivazione. Tutte le specie di Fissidens conosciute si adattano ad un range di temperatura che va dai 18° ai 25°, un pH di 6-7,5, un KH3-8. E crescono anche con poca luce (0,3 watt/litro). Una particolare differenza rispetto ai generi Vesicularia e Taxiphyllum è che il Fissidens non cresce ‘prostrato’ , ma cresce in altezza o meglio, si infoltisce la base dove viene piantata. Una volta rinfoltita una zona è possibile tagliare e piantare in un’altra zona da ricoprire. Del genere Fissidens, le specie che vengono coltivate negli acquari sono:Fissidens fontanus (Fissidens USA), Fissidens nobilis (Japan fissidens), Fissidens zippelianum (Zipper moss) Fissidens fontanus sp mini (FissidensUSA mini ).Fissidens zippelianum (Zipper moss)Fissidens nobilis (Japan fissidens) Fissidens fontanus (Fissidens USA)Genere LeptoctyumIl Leptoctyum riparum (Stringy Moss)è un muschio che ha una diffusione cosmopolita e lo si trova a ridosso dei fiumi in posti ombrosi e umidi. Questo muschio dall'aspetto 'filamentoso' e sottile ha la particolarità di crescere verso l'alto come sottili matasse filiformi lunghe fino a 15-20 cmLeptoctyum riparum (Stringy Moss)Non ha alcuna esigenza di coltivazione, purché ci sia un po’ di luce. Con una luce intensa, Co2 e fertilizzazione cresce più velocemente. E' decorativo anche utilizzato in semplici vasi di vetro da posizionare in prossimità di una finestra ben illuminata-Non sono muschi ma... Ci sono altre famiglie di piante che pur non essendo specificatamente dei muschi, per la loro struttura, vengono utilizzati nei layout come dei muschi, condividendo con essi le stesse esigenze di coltivazione. La RiccardiaIl genere Riccardia appartiene alla famiglia delle Aneuraceae . A questo genere di piante fanno parte una trentina di specie anche se quelle che vengono coltivate negli acquari degli appassionati sono 4-5. Questo muschio ha una diffusione cosmopolita. La specie più coltivata negli acquari è la Riccardia Chamedrifolia. In Italia sono presenti nei nostri ruscelli alcune specie di Riccardia: R. chamedrifolia, R. multfida R. palmata, R. latifrons. La Riccardia viene spesso chiamata 'mini Pellia'. In effetti la foglia di questo muschio assomiglia seppur più piccola e compatta a quella della Monosolenium (chiamato erroneamente Pellia). Le Riccardia si trovano in zone umide , crescono ai bordi dei corsi d'acqua in zone spesso inondate. La Riccardia Chamedrifolia è quella che si coltiva con più successo in acquario perchè si adatta meglio a vivere completamente sommersa.Riccardia chamedrifoliaPer quanto riguarda la coltivazione in acquario di questa pianta valgono gli stessi principi degli altri generi: valori d'acqua stabili, acqua pulita a basso carico organico. La Riccardia predilige una buona luce, un buon apporto di CO2 e temperature non troppo elevate. In presenza di condizioni ottimali la Riccardia si sviluppa compatta creando un cuscino di un bel verde intenso. La fertilizzazione va effettuata con parsimonia perché un eccesso di nutrienti può spesso portare ad uno sviluppo algale molto deleterio per la salute di queste piante. Rispetto agli altri muschi i talli che compongono la pianta sono piuttosto delicati. La Riccardia è una pianta piuttosto robusta nella coltivazione, ma va maneggiata e ancorata al substrato con molta attenzione perché risulta piuttosto fragile e delicata. Monosolenium tenerum (ex Pellia)E' una pianta piuttosto rara del Est asiatico, delle regioni subtropicali e temperate. Cresce sulle rive dei ruscelli in luoghi ombrosi e umidi spesso periodicamente inondati. E’ una pianta che è diventata popolare nelle coltivazioni in acquario perchè molto decorativa e di facile coltivazione e per anni è stata erroneamente chiamata "Pellia". Il Monosolenium tenerum assomiglia come aspetto alla Riccia fluitans ma i suoi talli sono più grandi; a differenza della Riccia inoltre il Monosolenium rimane a fondo della vasca e non galleggia . Il Monosolenium tenerum non presenta particolari difficoltà di coltivazione in acquario: dopo un periodo di adattamento cresce in ogni condizione di luce e acqua, ad un elevato range di temperatura. può essere legata con un filo di nylon o una retina a legni e sassi, ma questa pianta attecchisce al substrato anche se lasciata semplicemente posata sul fondo.Monosolerium tenerumSusswassertangLa Susswassertang (Lomariopsis lineata) innanzitutto non è un muschio né un'epifita ma è una specie di felce che si è fermata allo stadio iniziate di sviluppo, così da avene un aspetto completamente diverso. Solo nel 2007 si è potuto classificarla con una certa sicurezza alla famiglia delle Lomariopsiriaceae, quando prima veniva spesso scambiata per il Monosolenium. E’ una pianta che proviene dal Sud Est Asiatico. La coltivazione in acquario non presenta particolari problemi, anche se si è notato che questa pianta produce foglie più grandi se fertilizzata. Si propaga per frammentazione.Lomariopsis lineata (Susswassertag)Star MossLa Tortula ruralis è' una Briophyta cosmopolita che si trova a diverse latitudini. anche se venduta come muschio acquatico, in realtà non sempre si adatta a vievere sommersa per più di qualche mese. La sua coltivazione riesce meglio se subemersa (nei paludari ad esempio) Non necessita di molta luce e si propaga per frammentazioneTortula ruralis (Star moss)Riccia fluitansUna pianta che è forzatamente usata come un muschio è la Riccia fluitans. Della famiglia delle Ricciaeae, è una pianta il cui naturale modo di crescere è galleggiante dove forma degli spessi cuscinetti d’acqua. Crescendo a pelo d’acqua acquisisce senza difficoltà a grandi quantità di luce e CO2, quindi coltivata così non si presenta come una pianta si per sé molto esigente.Riccia fluitansIl M° Takashi Amano iniziò ad utilizzarla come un muschio, legandola con del filo di nylon a rocce e legni e così sono famosissimi i layout dove sono messi in risalto dei bellissimi cuscinetti verdi di riccia. Coltivata sommersa però la Riccia fluitans si rivela piuttosto esigente; ha bisogno di molta luce e molta CO2, ma se ben coltivata è molto coreografica: se è in buone condizioni sulla punta delle foglie si formano piccole bollicine di ossigeno. A differenza dei muschi la Riccia fluitans non aderisce al substrato cui viene legata, ma tenderà sempre a galleggiare. Così i cuscini di Riccia necessitano di continue interventi per potare e sostituire la porzione sottostante di Riccia che tende a marcire.Il layout con i muschiPer concludere questa panoramica sui muschi per l’acquario qualche suggerimento per l'utilizzo dei muschi nel layout di un acquario. Con i muschi si possono decorare e ricoprire legni, rocce e qualsiasi arredo dell'acquario. Per far ciò è possibile utilizzare del sottile filo di nylon che si potrà poi successivamente rimuovere. Per ricoprire una roccia può essere utilizzata, dopo aver steso il muschio una retina sottile trasparente (quella per i capelli) che è praticamente invisibile. Per creare un pratino di muschio si possono legare porzioni di muschio su pietra basse e piatte stese sul fondo o su lastra di ardesia, oppure legarlo su retine metalliche che verranno poi posate sul substrato. Lo stesso metodo (in verticale) si può utilizzare per creare dei muri di muschio che fanno da sfondo dell'acquario. Una volta cresciuto il muschio l'acquario avrà un aspetto molto naturale e suggestivo.Per realizzare un muro di muschio per creare lo sfondo dell’acquario, vi sarà molto utile la visione e lettura di questo video in inglese : "come costruire un muro di muschio "Realizzare un acquario con i muschi è di fatto piuttosto semplice: non ci sono limiti di dimensioni, anche in 2-3 litri possiamo provare ad coltivarli. In vaschette di 15-20 litri tuttavia sarà più piacevole creare dei piacevolissimi layout. Con un sottile substrato, qualche legno, e sasso potrete stimolare la vostra fantasia e creatività per realizzare un angolino tutto verde dove magari fanno da piacevole contrasto di colore delle coloratissime Caridina , specializzate e instancabili nel mantenere il muschio pulitissimo.Negli acquari più grandi i muschi legati a qualche roccia o lungo i rami danno un senso di naturalezza e profondità a paesaggi più grandi.Qualunque sarà il modo in cui vorrete utilizzare i muschi, rispettatene le esigenze di mantenimento e avrete grandissima soddisfazione.Buon allestimento!!!Per la stesura di questo articolo è doveroso ringraziare il nostro amico Maciek. D per le bellissime immagini e i siti che mi hanno fornito importantissime informazioni e fotografie : www.aquamoss.net www.aquagarden.it http://borneosucker.blogspot.com/ Livia GiovannoliRITORNA A PIANTE E LAYOUT
Rettili e anfibi
Reportage Exotica 2013-Perugia di Mauro Breccia Ambystoma mexicanum axolotl di Michele Mosca Aquabeach 2012-Cesena-Le tartarughe a cura di MondoDiscus Verona 2011: Reptiles day di Michele Mosca NaQ 2011: Non solo pesci a cura di MondoDiscus Reptiles day 2009- Longarone di Michele Mosca Nirm 2009-Verona- Fiera dei rettili di Livia Giovannoli Nirm 2008-Verona -Fiera dei rettili di Michele Mosca Fiera esotica 2008-Perugia di Michele Mosca Il Geco leopardino a cura di MondoDiscus I Gechi leopardini di Michele Mosca Pogona Vippiceps: il drago barbuto su MondoDiscus di Sara Lamacchia Il Sauro campione di mimetismo: il Camaleonte di Michele Mosca Reptiles day 2007-Longarone di Michele Mosca Nirm 2007 a cura di Donato Gentile ARTICOLI
Ambystoma mexicanum axolotl
GLI AMBYSTOMA MEXICANUM AXOLOTL di Michele Mosca Ciao a tutti gli amici di MD, ho scritto un breve articolo su questa strana creatura, l’Axolotl, per vedere se riesco a convincere qualcuno a dedicare una vecchia vasca in disuso all’allevamento di un insolito amico acquatico. Spesso chiamato genericamente Ambystoma, l’Axolotl è un animale piuttosto timido che predilige la penombra e ambienti riccamente arredati con piante e tronchi, ama trascorrere le sue giornate al riparo, magari sotto una foglia o all’interno della sua tana tra i sassi. E’ possibile però, con pazienza instaurare un rapporto di “fiducia” con l’animale, abituandolo alla nostra presenza e a rispondere al richiamo del cibo fino ad arrivare ad accettarlo direttamente dalle mani. Ovviamente non stiamo parlando di un gatto o di un cane, il rapporto di “fiducia” con l’uomo è regolato esclusivamente dal collegamento uomo/cibo pertanto sono convinto che sia meglio avere un animale più «riservato e timido» piuttosto che averne uno che mangia solo se imboccato con le pinzette. Dopo anni d’esperienza ho capito che rettili, pesci, anfibi, ecc… sono tutte creature da guardare e toccare il meno possibile. Diamo ora una collocazione all’habitat naturale dell’Ambystoma mexicanum. Bisogna andare fino al lago Xochimilco, situato nelle alture dei monti vicino a Città del Messico. Questo specchio d’acqua è caratterizzato da assenza di corrente, basse temperature e ricca vegetazione, condizioni che offrono un perfetto ambiente a queste strane creature. Si tratta di una specie protetta a causa di diversi fattori che ne hanno ridotto la popolazione in natura, la “caccia” (è considerato un piatto prelibato, preparato alla griglia), la progressiva distruzione del suo habitat naturale e l’inquinamento. Caratteristica peculiare dell’Axolotl è la neotenia, il termine indica la capacità dell’animale di vivere tutta la vita allo stadio larvale riuscendo anche a riprodursi senza mai compiere metamorfosi, solo un soggetto su 10 mila evolve naturalmente (da non confondere con Ambystoma tigrinum che compie metamorfosi regolarmente). E’ come se un girino di rana riuscisse a completare tutto il ciclo vitale senza mai cambiare aspetto, rimanendo un “ovetto con la coda nera”, giusto per rendere l’idea. La neotenia permette a questi animali di colonizzare più facilmente gli ambienti e di vivere più a lungo, infatti gli esemplari che metamorfosano hanno una aspettativa di vita di circa 5 anni mentre nella forma larvale possono addirittura arrivare a 15-20 anni. La neotenia, semplificando, è un’anomalia delle secrezioni di ormoni tiroidei, infatti la somministrazione di ormoni tiroidei sintetici provoca la metamorfosi completa nell’Axolotl, cosa che non avviene ad esempio nel caso del Proteo. Si distinguono quindi neotenia “facoltativa” e neotenia “obbligatoria”, quest’ultima, nei casi in cui in alcun modo è possibile per l’animale metamorfosare. Condizioni ambientali sfavorevoli e di stress possono indurre l’Axolotl alla metamorfosi, questo meraviglioso meccanismo è un chiaro sistema di difesa che permette all’animale di uscire fuori dall’acqua in caso di rischio e scongiura l’estinzione di intere popolazioni. Tuttavia la caratteristica più incredibile dell’Axolotl non è la sua condizione di “eterno bambino” ma la capacità di rigenerare parti intere del suo corpo come coda, branchie, zampe, occhi. Al contrario di alcune lucertole, mi vengono in mente i gechi leopardini, le parti rigenerate ricrescono perfettamente uguali alle originali. La cosa interessante è che pochissimi animali al mondo sono in grado di rigenerare ossa, muscoli, tendini, nervi, e sono stati segnalati casi addirittura di soggetti capaci di rigenerare parti di cervello e le relative connessioni nervose e sensoriali. Tra le altre peculiarità sembra che queste creature possano addirittura aumentare la misura e l’efficienza del loro apparato respiratorio nel caso vivano in ambienti poveri di ossigeno. La respirazione avviene in quattro differenti modi, principalmente attraverso le branchie esterne, attraverso la pelle, per mezzo della membrana buccofaringea vicino alla gola e attraverso anche a dei polmoni «rudimentali». Non è infatti raro osservare un Ambystoma salire in superficie a prendere delle boccate d’aria. Quelle sopra descritte sono solo alcune delle ragioni per cui l’Axolotl è studiato con grande interesse a livello scientifico ormai da molti anni. IL NOME - AXOLOTL alcuni studiosi fanno risalire il suo nome addirittura agli antichi Aztechi e alla divinità Xolotl (dio della trasformazione e della morte), la mitologia narra che gli dei scelsero Xolotl come sacrificio da offrire al sole e il povero prescelto, volendo scampare al fatale destino, iniziò a nascondersi trasformandosi in animali sempre più insoliti fino a essere scoperto e ucciso sotto le sembianze dell’Axolotl. Secondo una seconda teoria Axolotl invece deriva dalla somma del nome di due divinità, «Xolotl» e «Atl», rispettivamente dio della morte e della trasformazione e dio dell’acqua. In realtà, volendo approfondire, la leggenda è ancora più complessa e le interpretazioni sono molteplici BIOLOGIA - L’Axolotl abbiamo visto che è un animale acquatico a tutti gli effetti, pertanto un acquario va più che bene per il suo allevamento. Tuttavia i comuni contenitori in commercio non sono la soluzione ottimale, la forma ottimale prevede una vasca molto profonda e non necessariamente alta. Un cubo da 70 x 70 x 40 potrebbe andare già bene per tenere una piccola colonia di questi simpatici animaletti, 25-30 litri per ogni esemplare adulto possono considerarsi ragionevoli. Regolari cambi del 25-30% del volume dell’acquario, una costante pulizia del fondo e una ricca ossigenazione dell’acqua aiuteranno a mantenere un ambiente favorevole alla vita degli Axolotl. Come fondo va evitato assolutamente la ghiaia fine perché verrebbe ingoiata dagli Axolotl insieme al cibo, stiamo parlando di animali che non hanno una gran vista, le immagini vengono elaborate al 90% dalla retina e solo per il restante 10% dal cervello. Esperimenti di laboratorio hanno portato anche alla nascita di soggetti totalmente privi di occhi che però riescono a vivere normalmente. Per la caccia si affidano quindi più che altro all’olfatto, con la bocca l’Axolotl crea una sorta di risucchio (come alcuni pesci predatori) catturano il cibo portandosi inevitabilmente dietro anche piccoli detriti, ghiaia ecc… Questo è il motivo principale per cui va posta attenzione alla scelta del fondo. Personalmente, nella vasca che avevo allestito, ho optato per della ghiaia grossolana coperta in gran parte da pietre di fiume, il rischio che i miei animali possano erroneamente divorare la ghiaia è così notevolmente ridotto. Come piante si possono prendere in considerazione l’Elodea densa, la Lemna, la Pistia, le piante galleggianti in genere. Chi volesse seriamente cimentarsi con l’allevamento di queste bestioline deve provvedere a ricreare un ambiente abbastanza essenziale in modo da favorire le operazioni di pulizia, legni e pietre arrotondate sono l’ideale per formare delle tane o delle zone nascoste dove gli Axolotl possano sentirsi protetti e a loro agio. Per quanto riguarda il filtro, l’acquario dovrà prevedere l’impiego di un sistema interno o esterno, si parla di animali che raggiungono dimensioni ragguardevoli, anche 25 cm di lunghezza e che quindi possono sporcare parecchio, un generoso filtro biologico sempre munito di carboni credo sia la soluzione ideale. La corrente dovrà essere limitata proprio come nei laghi da cui l’Axolotl proviene a questo scopo sarà opportuno quindi studiare un sistema per deviare o rompere il getto d’acqua del filtro in modo che non crei delle forti correnti che alla lunga stresserebbero molto gli animali. Per quanto riguarda l’acqua gli Axolotl prediligono tendenzialmente valori di durezza medi con una buona concentrazione di magnesio e calcio, spesso e volentieri la comune acqua di rete opportunamente trattata o stabulata va bene. Non bisogna dimenticare che gli animali di cui parliamo sono molto resistenti e si adattano facilmente alle più svariate condizioni ambientali ma che soffrono abbastanza il cloro presente nell’acqua di rete che potenzialmente può danneggiare sia la pelle che le branchie dei nostri amici. Il pH ideale dovrebbe essere neutro o leggermente alcalino anche se la tolleranza per questo valore è molto ampia, infine, una buona ossigenazione renderà i vostri animali più attivi e soprattutto più «felici». Al contrario dei Discus gli Axolotl hanno bisogno di stare al fresco, temperature troppo elevate rendono gli animali pigri e possono compromettere la capacità di digerire e assimilare correttamente il cibo, una temperatura media sui 15-18° è buona, poi si potrà lievemente abbassare o alzare a seconda delle stagioni per riprodurre quello che avviene in natura. L’acquario che avevo dedicato agli Axolotl era situato in garage e quindi anche in estate le temperature non salivano mai troppo mentre in inverno si arrivava anche a 3 - 4 gradi. Chi volesse allestire una vasca in casa penso dovrà per forze di cose ricorrere a un refrigeratore o quantomeno dovrà collocare l’acquario in una stanza climatizzata. ALIMENTAZIONE - L’alimentazione degli Axolotl non costituisce un problema, sono molto voraci anche se conosco il senso di sazietà, quando sono pieni smettono di cercare cibo. Il controllo visivo delle pance comunque è un buon metro di giudizio per capire se tutti gli esemplari hanno avuto la loro razione, il ventre dovranno sempre essere tondeggianti. Il cibo che viene lasciato a disposizione agli animali durante il giorno deve essere, se ci sono avanzi, rimosso alla sera per non corrompere la qualità dell’acqua. lombrichi, camole del miele, fettine di pollo, cuore, pezzettini di pesce, pesci vivi, chironomus, sono tutti alimenti prelibati per l’Axolotl. Esistono in commercio, non so se anche in Italia, mangimi in pastiglie e pellets specifici, in alternativa anche i prodotti che si usano per i pesci di fondo possono andare bene come integrazione, ma non come alimento base. I denti dell’Axolotl non sono adatti alla masticazione e tanto meno a dilaniare il cibo, pertanto gli alimenti vengono ingeriti interi e non superano mai le dimensioni della sua bocca. L’apparato digerente è piuttosto primordiale e semplice tuttavia il processo completo di digestione richiede 2-3 giorni. RIPRODUZIONE - L’Axolotl raggiunge la maturità sessuale più o meno a un anno di età, prima i maschi e più tardi le femmine, il dimorfismo sessuale è abbastanza evidente, la femmina è di dimensioni maggiori e presenta una pancia più tondeggiante mentre il maschio, che rimane più piccolo, e tendenzialmente di forma più slanciata. La stagione favorevole agli accoppiamenti è l’inizio della primavera ma dipende anche dalle temperature che aumentando all’unisono con il fotoperiodo spinge l’Axolotl a tentare l’accoppiamento, il maschio rilascia delle spermatofore che vengono catturate dalla femmina nella cloaca, le uova verranno quindi fecondate e deposte alcuni giorni dopo similarmente alle lumache dentro a formazioni gelatinose che possono contenere ciascuna fino a un centinaio di uova. In totale possono essere rilasciate quasi mille uova a seconda dello stato di salute della femmina e della sua dimensione. I piccoli verranno alla luce nell’arco di una trentina di giorni (a temperature medie) mentre con una temperatura di 25° C le uova si aprono in un paio di settimane. Una volta sviluppati e liberatisi dell’involucro gelatinoso le larve di Axolotl rimangono immobili sul fondo per riassorbire totalmente il sacco vitellino. Alla nascita la lunghezza dei piccoli è di circa 10 mm, in modo non sempre omogeneo si assisterà a una rapida crescita fino a raggiungere i 4/5 cm, a questo punto sarà opportuno separare gli Axolotl che inizieranno a manifestare segni di cannibalismo che tenderanno a ridimensionarsi una volta divenuti adulti. I giovani Axolotl necessitano di essere alimentati a dovere per poter crescere rapidamente, la prima fonte di cibo potrebbe essere costituita da naupli di artemia o altri organismi di dimensioni analoghe, in un secondo momento si potrà passare a prede più grandi come gli Enchitrei, i chironomus sminuzzati, le dafnie, frammenti di pesce e così via. LA COLORAZIONE - Negli Ambystoma ogni cellula del pigmento è regolata da un gene non legato agli altri ed ereditato in modo indipendente. Gli studiosi, dagli incroci dei diversi esemplari, hanno così potuto individuare gli alleli dominanti e quelli recessivi creando svariata colorazioni. Le principali sono il leucistico, il melanoide, il golden e l’albino. PATOLOGIE - In genere l’Axolotl è un anfibio poco soggetto a patologie a patto di allevarlo in condizioni ottimali, condizioni di stress e scarsa igiene sono le cause più frequenti di problemi. Temperature troppo elevate indeboliscono questi animali e portano spesso a sviluppare infezioni batteriche, meglio quindi qualche grado in meno piuttosto che l’inverso. Macchie biancastre, patine opache, estremità arrossate, branchie sfilacciate, scarso appetito sono evidenti segnali che qualcosa non va. In questi casi il più delle volte si ricorre ad antibiotici o prodotti anti-micosi ma questo discorso lo salto non essendo un veterinario. Va fatta molta attenzione comunque ai dosaggi dei medicinali essendo la pelle di questi animali molto sensibile e permeabile ad alcuni principi attivi. I bagni di sale sono un espediente molto usato in quanto poco invasivo e spesso risolutivo così come l’abbassamento della temperatura aiuta gli animali a reagire e a sviluppare anticorpi. Consiglio in ogni caso di rivolgersi sempre a veterinari, non parliamo di animali rari ma certamente in rete non c’è tanto materiale come per i pesci tropicali e fare di testa propria con questi animali credo sia un rischio troppo alto da correre. Michele Mosca per MondoDiscus
Natura
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Caridine
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Reportage Esotika 2013 Perugia
di Mauro Breccia Il 20-21 aprile 2013 si e’ tenuta presso il palasport S.Sisto di Perugia l’ottava edizione della mostra scambio rettili animali esotici ESOTIKA 2013. Dopo l’Esotik wild life di Arezzo,questa e’ la seconda fiera del settore rettili da me visitata quindi data la mia poca esperienza ho pochi termini di paragone. La location non e’ il massimo ed i tanti espositori, numerosi gli stranieri, hanno poco spazio a disposizione, alcuni persino situati all’esterno dell’edificio. Chi ne risente e’ anche il visitatore ma per nostra fortuna nella giornata di domenica 21,data in cui abbiamo effettuato la visita,l’affluenza del pubblico e’ stata scarsa quindi nonostante il problema di spazio questa e’ stata comunque gradevole. Gli animali presenti in fiera sono svariati : dai rettili (tra i quali a mio avviso il camaleonte la fa da padrone) ai piccoli mammiferi .Tra i tanti: i classici criceti,le cavie,i cincilla ed i furetti. Sono presenti anche uccelli esotici e naturalmente tanti stand con insetti da pasto e non. Immancabili gli anfibi mentre è scarsa la parte relativa alla terraristica e accessori. Il costo dell’ingresso alla fiera e’ di soli 8 euro mentre al suo interno i prezzi non sono proprio concorrenziali ,mi aspettavo qualcosa di più consono alla tipologia di vendita. Comunque nonostante i prezzi non ho potuto lasciarmi scappare questa femmina di Correlophus ciliatus che andra’ a completare il mio trio riproduttivo. Conclusioni:nonostante la location , visitare la fiera ne e’ valsa la pena ed ho trascorso in compagnia delle mie due “assistenti”,la mia compagna Annamaria e nostra figlia Sophie,una splendida giornata. ... in attesa della prossima visita al REPTILES DAY di Longarone (BL),alla quale non dovrei mancare,vi lascio alle foto di qualche bell’esemplare presente in fiera.