I legni e le radici nell’allestimento di un Acquario

5 Aprile 2009

 

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Insieme al fondo, lo sfondo e le rocce, i legni e le radici sono fondamentali nella ‘struttura’ dell’arredamento di un acquario. Non è obbligatorio inserirli in un layout, ma quando si vuole provare a ricreare un angolo di natura, difficile immaginarlo senza la presenza di un legno, una radice che, più delle piante, sono presenti nel fondo di un fiume di qualsiasi biotopo. L’arredamento di un acquario non ha solo un valore puramente estetico; gioca un ruolo importante nella riproduzione di un ambiente idoneo agli abitanti dell’acquario.

I legni in acquario rilasciano tannini e acidi umici: questi contribuiscono al benessere dei pesci perché hanno un’azione antimicotica e batteriostatica e, colorando l’acqua, hanno un effetto calmante sui pesci più timidi. I legni offrono anfratti e ripari ai pesci più piccoli e a quelli che hanno abitudini d’attività notturne e delimitano gli spazi nei pesci territoriali. Insieme alle rocce, i legni e le radici delimitano e contengono le aree piantumate dell’acquario, creando un bellissimo contrasto con il verde e il rosso delle foglie.

Tra i comuni tipi di legni in genere usati negli acquari, il più utilizzato è la radice di torbiera, raccolta in zone paludose come gli acquitrini di torba, dove è rimasta a bagno in modo naturale e conservata per molti anni. Questo processo produce un legno che non marcisce velocemente e non causa diffusione di funghi e batteri quando è immerso in acqua. La radice di torbiera si presenta di diversi tipi: i più comuni sono il legno Jaty, il legno Manila , la radice di Mangrovia e il Mopani. Spesso non vi è differenza tra un tipo di legno e un altro, sono diversi i luoghi di raccolta e così ogni legno prende un nome commerciale.

Il Mopani è stato ripulito da un processo di ‘sabbiatura’ che produce un legno di due tonalità: un lato è scuro, mentre l’altro si presenta liscio e con un colore più pallido.

mopani

 

Il legno Mopani presenta spesso forme molto attorcigliate e nodose, con insenature e buchi che rendono agevole la messa a dimora di piante come Anubias e Microsorium.

Il legno Jaty, come il legno di Manila, ha un aspetto meno nodoso, più poroso e disteso. È perfetto per ricreare i biotopi amazzonici.

legno jaty

legno manila

 

 

Come tutti i legni di torbiera tendono a colorare molto l’acqua. La sua colorazione scura fa un sorprendente contrasto con ogni tipo di pianta o roccia che vi si accosta.

Il Legno di Mangrovia ha anch’esso un aspetto compatto e pesante.Rispetto al legno Manila e Jaty ha una colorazione più rossastra. Presenta moltissime fessure, nicchie e insenature che permettono di fissare tra queste le piante(Micrantemum umbrosum, Pogostemon helferi, ma soprattutto diventano tane per il loricaridi.

legno mangrovia

 

 

Un altro tipo di legno utilizzato negli acquari sono le radici attorcigliate chiamate ‘Radici di Giava o ‘ legni di Sumatra’.
Queste radici si adattano quasi a tutti gli acquari, ma sono particolarmente indicate per quelle che riproducono rive di fiume, paludi, mangrovie o foreste inondate. E’ un tipo di legno più chiaro e più leggero e non colora quasi l’acqua.
legno driftwood

 

 

Molto in voga nei layout di questi anni (grazie ai contest di Takashi Amano) i rami secchi o cespugli secchi chiamati Ada Reedmoor Root Wood.
Questi legni sono molto più adatti a mio avviso negli allestimenti di plantacquari, sono spesso utilizzati per ricreare una vegetazione sospesa, per imitare le radici di mangrovia che scendono dall’alto.

legno driftwood

 

L’ Old BlackWood è invece un legno fossile che si adatta benissimo ai biotipi amazzonici.
E’ un legno raccolto nel Rio Negro, e si adatta perfettamente a ricrearne il biotopo. È a mio avviso anche il legno che meglio si presta all’utilizzo del muschio di Giava (Vesicularia dubyana).
old black wood

 

Il Bambù è un altro legno che si può utilizzare per realizzare soprattutto dei paludari.
L’ideale è inserirlo in folte vegetazioni per ottenere un effetto gradevole. E’ un legno che marcisce molto velocemente e per questo bisogna assicurarsi che sia ben asciutto e sarebbe molto consigliata la verniciatura dentro e fuori con del Plastivel.
legno di bambu

La Corteccia di Sughero è un altro legno che è spesso proposto negli allestimenti.Il problema della corteccia di sughero è che galleggia inesorabilmente e se non fissata o siliconata schizza in superficie come appunto… un tappo di sughero. Può essere utilizzata per nascondere tubi e riscaldatori o per creare grotte e ripari per i pesci, ma è un legno che si può decidere di integrare al nostro acquario in fase di progettazione, perché va siliconato al vetro o appesantito prima di proseguire con il resto del layout.

legno di sughero

 

Andando a passeggio per boschi, torrenti e fiumi vi potrebbe capitare di trovare e raccogliere rami e legni dalla forma accattivante e immediatamente ci salta in mente l’idea di metterli nel nostro acquario….Alt! Fermiamoci e pensiamo: che legno è? Marcirà? Rilascerà qualche sostanza tossica ai pesci?
Meglio se ve lo domandate prima di mettere il legno in vasca… non tutti i legni sono adatti ai nostri acquari ed è molto importante prima di utilizzarli di verificare che siano ben secchi e che non rilascino aromi e resine che possono nuocere i nostri pesci. Io, che non so distinguere dei legni in natura, non mi cimenterai mai in un’avventura come questa, ma se voi li sapete riconoscere ecco alcune importanti informazioni:
I legni che si possono mettere nei nostri acquari, una volta trattati sono quelli di Cipresso e di Faggio: sono legni molto duri e resistenti e non colorano troppo l’acqua.
Sono anche adatti i legni di Castagno, Ontano e Quercia, ma questi rilasciano molti tannini di conseguenza colorano moltissimo l’acqua. Non è consigliato l’Ulivo che marcisce velocemente e sono sconsigliati il Cedro e il Sandalo perché rilasciano aromi e resine (non illudetevi di avere l’acquario profumato, più facile che intossicate i vostri pesci!).

 

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acquario di Luca bosetti con radici di faggio
Per quanto i legni che avete deciso di utilizzare provengono da un negozio specializzato, ma soprattutto se sono stati presi in natura, è necessario ‘trattarli’ preventivamente per pulirli, disinfettarli e se non gradite la colorazione ambrata che il legno dà all’acqua, far rilasciare il più possibile  i tannini fuori dell’acquario. Questo richiede di un po’ di pazienza e tempo.
Innanzi tutto in base alle dimensioni dei legni potete immergerli in una bacinella o in vasca da bagno e con un getto d’acqua molto forte e ben calda vanno ripuliti e spazzolati energicamente con una spazzola di saggina per rimuovere incrostazioni e detriti. Dopo aver fatto questo lasciate la radice in ammollo per 24-48 ore in acqua e un disinfettante. Come disinfettante io utilizzo di solito dell’Amuchina, o del disinfettante per poppatoi (trovate tutto al market), oppure potete disinfettare con dell’Allume di Rocca (50gr ogni 50 litri).
E’ importante poi risciacquare molto bene. Se le dimensioni del legno lo consentono fatelo bollire per un paio d’ore in una grossa pentola. Attenzione se comprate dei legni Ada, questa sconsiglia la bollitura perché sono già trattati preventivamente). Dopo aver bollito i legni teneteli in acqua per qualche giorno, finche l’acqua che cambiate ogni giorno smette di essere colorata e soprattutto finche il legno rimane sul fondo e non galleggia; è importante sapere che legni particolarmente grandi possono aver bisogno di settimane di ammollo e ripetuti cambi d’acqua prima che questi siano impregnati d’acqua e non galleggino né rilascino tannini. Non abbiate fretta.
A quel punto il legno è pronto per l’acquario. Vediamo ora come utilizzare i legni nelle nostre composizioni creative. Non è facile spiegare come creare una composizione armoniosa di legni in un acquario, poiché questo dipende anche da come si è arrivati alla scelta di quel determinato ‘pezzo di legno’ che ci troviamo tra le mani.

 

Io di solito ci arrivo da due differenti approcci:
Progettazione a tavolino: Parto dalla progettazione di un acquario cercando di immaginare il’quadro’ da ricreare, scegliendo già a priori la tipologia di legno che mi serve, le dimensioni e le quantità (es: un grande legno di torbiera, o un bel cespuglio di rami appesi, o una serie da comporre di legni Jaty o di radici di Giava). Quando vado in avanscoperta nei miei negozi di fiducia per cercare i legni stabiliti, devo essere pronta a modificare un schema troppo rigido, questo perché i legni non sono pezzi fatti con lo stampo, ma non e’ difficile quando si parte da un’idea, realizzarla abbastanza fedelmente a quella che si ha in testa.
Colpo di fulmine: Nel mio caso il più frequente: Io progetto un intero allestimento in funzione di un legno che mi piace in modo particolare. Di solito un legno importante, come un grande legno di torbiera o un grande cespuglio di rami, ma che diventa il fulcro intorno al quale ruota l’intero allestimento dell’acquario.  In quel caso, inutile fare programmi preventivi: portatelo in casa che poi pensiamo a che fare! Quale dei due approcci sia la partenza. siamo arrivati allo stesso punto: abbiamo davanti a noi questi legni e dobbiamo pensare a come posizionarli in vasca e fare in modo da integrarli armoniosamente al nostro acquario.
Di solito mi disegno su un foglio in scala le dimensioni della vasca e dei legni e guardo le proporzioni, ma poi ho affinato una tecnica personale che ho soprannominato “il Kamasutra dei legni” e consiste nel provare diverse posizioni dei legni dentro la vasca vuota ( magari qualche prova preventiva sul pavimento), di fotografare da più prospettive e provare dalle foto a progettare a tavolino  vari layout e combinazioni con legni, rocce e piante per  poi scegliere quale combinazione mi convince di più.
A quel punto dispongo i legni nel modo da me stabilito e poi procedo al fissaggio, alla stesura del fondo, delle rocce. Ci vuole un po’ di fantasia e d’esperienza per immaginare verosimilmente quale sarà il risultato finale, sistemati i legni sul vetro. Spesso ci si trova in difficoltà riscontrando problemi di spazio, d’equilibrio.( Legno che tocca il vetro, batte sul coperchio).
Aiutiamoci con i sassi per alzare di diversi gradi i legni, proviamo ad utilizzare la congiunzione immaginaria di vari legni usando il fondo per creare un falso prolungamento di un ramo; utilizzando ad esempio delle ventose fissate alle radici, potete creare l’effetto delle radici appese che scendono in acqua… insomma, volete che quel legno stia in una determinata posizione? Beh, usate pure tutto il posticcio che volete, purché sia stabile e sicuro,  poi con il fondo, le rocce e le piante si rende tutto uniforme, naturale e.. apparentemente casuale…

legno reedmoor wood

 

reedmoore root wood

 

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Quando i legni sono posizionati nel modo che più vi aggrada stendete il fondo e fate lo stesso per nascondere varie giunzioni tra due legni vicini, oppure giocate sullo spessore del fondo per dare l’impressione che il legno esca dal fondo. Mettete le rocce se le avete previste. Prima di mettere le piante (se previste) cominciate lentamente a  riempire d’acqua la vasca.
Spesso in questa fase si hanno delle sorprese che mettono a dura prova la nostra pazienza… nonostante giorni e giorni d’ammollo… a volte le radici galleggiano ugualmente. Prima di far crollare tutta la composizione faticosamente realizzata, tenete pronte delle rocce da porre sopra i legni e rassegnatevi a tenerle lì per qualche giorno, fino a che sarà la radice a rassegnarsi che deve rimanere sul fondo, dove avete deciso voi.

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Più il livello dell’acqua si alza, più la spinta del legno verso la superficie dell’acqua sarà forte, quindi prima di mettervi all’opera con le piante consiglio di verificare la tenuta della composizione dei legni per qualche ora (meglio 24ore)  con l’acquario completamente riempito d’acqua. Tutto a posto? Nessun crollo? Allora si può procedere…
È un lavoraccio lo so, ma vi assicuro che correre ai ripari quando avete messo legni, fondo rocce piante, fatto partire il filtro e vedi schizzare tutto a galla,  diventa difficile  risistemare tutto  e di solito non tutto riesce bene. In questa fase d’allestimento è necessario fare tutto con molta calma. Una volta terminato il nostro layout, fatta partire la vasca ci godiamo il nostro lavoro entusiasti… e solitamente dopo qualche giorno potreste avere qualche sorpresuccia:

L’acqua diventa giallognola;
i legni continuano a rilasciare tannino e voi avete due soluzioni: o vi mettete l’animo in pace e vi rassegnate a vedere diminuire quest’effetto di volta in volta nei prossimi cambi d’acqua, oppure mettete nel filtro un sacchetto di carbone iperattivo per qualche giorno. Potrebbe svilupparsi sui legni una muffa gelatinosa biancastra: nulla di che preoccuparsi, sono batteri che stanno colonizzando l’acquario e così la radice, ma sono gradito antipasto ai corydoras e ancistrus e a molti altri piccoli pesciolini che potete mettere in vasca.
Per concludere questa ‘legnosa filippica’ volevo farvi un’appunto sui legni come substrato di deposizione. Vedo spesso acquari riccamente allestiti nei quali al centro fa sfoggio un enorme cono per “indurre in tentazione” le coppie presenti in acquario.Togliete quel coso! Se i vostri pesci vorranno lasciarsi tentare, lo faranno comunque quando c’è la passione, sui vetri, sul filtro, sulle foglie e molto spesso sui legni. È noto anche che le uova deposte su substrato ‘acido’ come i legni di torbiera, difficilmente sono attaccate da muffe, funghi e batteri. I coni lasciamoli nei cubi di riproduzione.. non c’e’ nulla di più bello  di vedere i nostri pesci che hanno gradito la nostra scelta dei legni.

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Livia Giovannoli


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Mondo Acquario: L’acquario per i Discus -DA SISTEMARE- A domanda rispondi di Carmelo Aricò
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