Le piante d’Acquario

21 Maggio 2013

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LE PIANTE D’ACQUARIO

di Livia Giovannoli

L’allestimento di un acquario, in modo particolare un acquario con piante deve necessariamente prevedere un minimo di progettazione e non andrebbe mai improvvisato. Se andiamo a sfogliare i cataloghi delle ditte specializzate in piante acquatiche o entriamo in un negozio ben rifornito di piante per l’acquario, ci troviamo davanti a centinaia di diverse specie che sono a disposizione e alla fine si può essere disorientati nella scelta di quali specie utilizzare per l’allestimento del nostro acquario. Nella realtà dei fatti se andiamo a mettere dei filtri sui fattori di scelta che bisogna applicare per le esigenze del proprio acquario ci accorgeremo che il numero di piante che possiamo usare si riduce drasticamente e di solito le piante possibili in un determinato acquario non superano come quantità una ventina di specie diverse.

Per essere in grado però di scegliere le specie di piante adatte é necessario imparare a conoscere le piante e le loro esigenze e farle combaciare con l’ambiente che potete creare nella vostra vasca. Fortunatamente non é necessario conoscere completamente tutti i processi che regolano la vita delle piante. È possibile e viene da sé impararlo durante il nostro percorso acquariofilo..in pratica la vostra esperienza vi insegnerà .

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Quali sono i benefici che le piante producono nell’acqua?
Ecco un elenco stilato da Diana Walstad nel suo libro “L’ecologia dell’acquario di piante

1) Protezione dei pesci tramite l’eliminazione dell’ammoniaca.
Le piante assorbono prontamente l’ammoniaca ,che è tossica, anche se sussiste una sufficiente quantità di azoto nel substrato o abbondanti nitrati nell’acqua. Ciò si verifica perché le piante hanno una netta e prevalente preferenza per l’ammonio.

2) Protezione dei pesci tramite l’eliminazione dei metalli dall’acqua.
I metalli pesanti non possono uccidere direttamente i pesci, ma possono inibirne la riproduzione e il normale appetito, tanto che i pesci ,infine, soccombono alle malattie.Le piante assorbono rapidamente grosse quantità di metalli pesanti come il piombo, il cadmio, il rame e lo zinco. Inoltre, la decomposizione delle piante produce sostanze umiche che legano e rendono atossici i metalli

3 ) Controllo delle alghe.
La buona crescita delle piante sembra inibire le alghe sia in natura che negli acquari.
Non si sa con certezza come le piante ci riescano, tuttavia essere producono e rilasciano una grossa varietà di sostanze allelochimiche che sono moderatamente tossiche per le alghe. Le piante,inoltre, eliminano prontamente il ferro dall’ acqua, privando cosi le alghe di un importane nutriente.

4) Stabilizzarsi del pH.
La fotosintesi è tra le principali reazioni a determinare un consumo dell’acidità. Pertanto una vigorosa crescita delle piante impedisce all’acqua di diventare acida con il passare del tempo.

5) Aumento dell’attività biologica all’interno della vasca.
La maggior parte dei microrganismi (batteri, protozoi, funghi, alghe,ecc) non vive in forma libera nell’acqua, ma vive attaccata alle superfici.Le piante, e in special modo le radici delle piante galleggianti, rappresentano l’habitat ideale per molti microrganismi, molti dei quali riciclano i nutrienti e stabilizzano l’ecosistema dell’acquario.

6) Ossigenazione dell’acqua.
Di fatto, probabilmente l’aria fornisce ai pesci più ossigeno rispetto alla fotosintesi delle piante. E se è vero che le piante consumano anche ossigeno (le piante respirano proprio come gli uomini), quelle in buona salute rilasciano molto più ossigeno di quanto non ne consumino con la respirazione. Anche quando le piante non sono in fase di processo fotosintetico, di notte, consumano meno ossigeno di quanto non ci si possa immaginare. Ciò succede perché preferiscono utilizzare l’ossigeno immagazzinato nei loro tessuti piuttosto che assorbirne altro dall’acqua.

7) Eliminazione dell’anidride carbonica dall’acqua.
L’anidride carbonica in eccesso-pari all’ esaurimento dell’ossigeno- può determinare problemi di respirazione nei pesci (pesci che cercano di respirare affannosamente in superficie).In circostanze normali, ci si aspetterebbe un’eliminazione di tutta l’anidride carbonica dall’acqua grazie alle piante durante le ore di luce.

8) Evitano che i substrati diventino tossici.
In base alla mia esperienza ,un substrato che permette una buona crescita delle piante non diventa tossico e raramente (o mai) necessita di essere sifonato, le radici delle piante lo mantengono in buona salute.

Ma ora è importante capire come funzionano i processi biologici che avvengono nelle piante e perché alcune condizioni sono necessarie per una crescita sana. Cominciamo quindi con lo spiegarvi brevemente l’anatomia e la biologia delle piante d’acquario.

La biologia delle piante

Le piante per la loro sopravvivenza , per prosperare e diffondersi in natura, utilizzano il processo di fotosintesi con il quale assorbono le sostanze vitali direttamente dall’ambiente circostante. Le piante infatti hanno la capacità unica mediante la fotosintesi di ottenere energia da luce solare, anidride carbonica e acqua. Perché le piante crescano in modo ottimale il processo di fotosintesi non deve essere ostacolato in nessun modo.Numerosi fattori ambientali sono responsabili della produttività di cellule fotosintetiche si una pianta ed è sempre il fattore di meno disponibile a limitarne il processo.L’obiettivo è di rimuovere in acquario gli ostacoli alla fotosintesi per garantirne ottimi livelli.Essi favoriranno una crescita veloce, la riproduzione e una maggiore salute delle piante.La luce è il fattore ambientale più ovvio, ma anche la temperatura, i livelli di anidride carbonica e la disponibilità di nutrienti influenzano la velocità della fotosintesi.

LA LUCE

Le piante fanno la fotosintesi solo quando hanno disponibile una luce adatta ad essere imprigionata dalle cellule fotosintetiche. Di notte, le piante interrompono la fotosintesi e riprendono solamente con la luce del giorno. L’intensità e la durata della luce incidono sul ritmo della fotosintesi. In acquario dovrebbe essere disponibile una fonte luminosa di 10-12 ore e nella maggior parte dei casi molto intensa. Se si prolunga l’illuminazione anche il periodo di fotosintesi é esteso, questo pero’ può portare dei problemi; è possibile che le piante sintetizzino troppo e si danneggino logorandosi. Garantendo tutti gli altri fattori, la velocità di fotosintesi è direttamente proporzionale all’intensità di luce ricevuta dalla pianta fino al raggiungimento del punto di saturazione. A seconda delle condizioni di luce a cui la pianta è normalmente esposta, il colore delle foglie cambia e appare di tonalità verde, marrone, arancione o rossa. Alcune piante mantengono sempre lo stesso colore, mentre altre cambiano con le condizioni di luce.In acquario l’osservazione del colore delle foglie può aiutare a stabilire quale tipo di luce è richiesto dalle piante. Vegetazione che produce foglie rossicce è probabilmente abituata in natura a luce forte e necessita di condizioni simili in acquario per una fotosintesi normale. Talvolta le piante rosse producono prima foglie verdi, che diventano rosse in seguito se smettono di diventare rosse e tornano verdi, può significare che l’intensità di luce non e` sufficiente. In altre circostanze, con illuminazione molto forte, piante verdi possono iniziare a produrre foglie rosse, ma ciò non indica per forza che la luce sia troppo intensa.

LA TEMPERATURA

Il calore influenza tutti i processi biologici negli organismi e, in presenza di variazioni tollerate dall’organismo, un aumento della temperatura in genere causa un incremento del metabolismo. Nelle piante un aumento di 10°C approssimativamente raddoppia la velocità di fotosintesi, ammesso che gli altri fattori siano idonei. Comunque, se l’ambiente circostante diventa troppo caldo, le piante iniziano a morire e la fotosintesi si interrompe. L’incremento di temperatura non incide solo sulla fotosintesi, ma su tutto il metabolismo, aumentando la necessità di nutrienti, anidride carbonica e altri elementi da parte della pianta. Per questo motivo, il solo aumento della temperatura in un acquario per favorire la fotosintesi, e dunque la crescita delle piante, difficilmente andrà a buon fine. Se la temperatura di un acquario é fissata secondo l’ambiente naturale delle piante, allora una mancanza di crescita o la necessità di aumentarne la velocità, può essere ottenuta concentrandosi su altri valori.

L’ANIDRIDE CARBONICA

La maggior parte delle piante d’acquario per un crescita rigogliosa necessita di una quantità di anidride carbonica disciolta nell’acqua che va dai 10 ai 30mg/lt. Le piante prendono l’anidride carbonica dall’acqua circostante e dal substrato. In acquario infatti l’anidride carbonica é prodotta naturalmente dalla respirazione dei pesci, ma soprattutto dai batteri che metabolizzano la materia organica. Molti substrati a base di terra e stabilizzati continuano a rilasciare CO2 che le piante acquatiche possono utilizzare, però le quantità derivanti da questi processi sono minime e non sufficienti per vasche ricche di vegetazione. Le piante che sono solite sviluppare foglie sopra la superficie hanno creato tecniche per sfruttare l’anidride carbonica gassosa nell’aria atmosferica, dove é molto più concentrata. Le piante galleggianti sono sempre a contatto con l’aria , per cui riescono ad ottenere molto più facilmente anidride carbonica dall’aria circostante attraverso le foglie, esattamente come la vegetazione terrestre. Alcune piante a stelo formano foglie aeree o steli sopra la superficie. L’aria incanalata al centro dello stelo è utilizzata per ottenere anidride carbonica e ossigenare la zona delle radici. Quando la quantità di CO2 e’ insufficiente per garantire una crescita adeguata alle piante è necessaria una fertilizzazione aggiuntiva tramite un erogatore di CO2, che introduce CO2 come gas nell’acqua il tempo necessario perché venga sfruttato dalle piante prima che questi si dissolva nell’aria tramite lo scambio gassoso. Visto che la quantità di CO2 dissolta in acqua è strettamente legata anche al pH e al KH dell’acqua, per la regolazione dell’erogazione è utile regolarsi in base alla tabella qui sotto riportata:

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I nutrienti

Per produrre i pigmenti fotosintetici (es. la clorofilla) le piante hanno bisogno di molti nutrienti come il magnesio (Mg) il potassio (K), ferro (Fe) e azoto (N). Questi elementi come anche altri in modo indiretto, sono essenziali per produrre e utilizzare i pigmenti fotosintetici. La loro mancanza porta generalmente a uno sbiadimento delle foglie, come conseguenza del cambiamento dei pigmenti di clorofilla.

MACRONUTRIENTI


Fosforo
:per le piante ha una funzione fondamentale per il trasferimento di energia. È prelevato dalle radici sotto forma di fosfato (PO4) ,presente nel substrato in quantità molto superiori dell’acqua. Quando il fosfato è rinchiuso nel substrato viene utilizzato solo dalle piante e non é raggiungibile dalle alghe che sono pronte ad utilizzarle per svilupparsi quando il fosforo é presente in acqua. In un acquario con pesci di solito però nell’acqua il fosforo é presente perché è rilasciato dal cibo dei pesci, e visto che è poco utilizzato dalle piante, va tenuto sotto controllo con parziali cambi d’acqua per evitare un’esplosione di alghe.
Potassio:il potassio é un nutriente estremamente importante per le piante e non si dovrebbe mai trascurare perché ricopre un ruolo chiave nel sistema biologico delle piante. La carenza di potassio infatti causa la generale debolezza dello sviluppo e dell’aspetto, oltre a impedire la fotosintesi. In natura le piante assorbono il potassio dal substrato, ma non é ancora chiaro il perché in acquario invece viene prevalentemente assorbito dall’acqua. Poiché l’acqua di rubinetto contiene poco potassio é importante introdurlo artificialmente termite fertilizzanti liquidi. In alcuni fondi fertilizzati viene inserita polvere di potassa per fornire potassio.
Azoto: L’azoto è un elemento nutritivo altrettanto importante in quanto viene utilizzato dalle piante per effettuare la sintesi delle proteine e degli acidi nucleici. Solitamente viene prelevato nelle diverse forme in cui è presente in acquario, ovvero ammoniaca, ammonio, nitriti e nitrati. Di tutte queste forme quella preferita dalle piante è sicuramente l’ammonio, in quanto utilizzano l’azoto proprio in questa forma per sintetizzare le proteine e quindi se lo acquisiscono come nitrati devono dar vita ad uno spreco di energia per ridurlo in ammonio. Quindi quest’ultimo è la forma migliore e la scelta preferita dalle piante. Lo stesso ammonio viene convertito grazie all’attività dei batteri nel filtro, prima in nitriti e successivamente in nitrati. E’ per questo che molte piante cercano di assorbire grandi quantità di ammonio prima che entrino nel filtro per essere “lavorate” dai batteri: è come se ci fosse una sorta di sana competizione per l’acquisizione di questo elemento. Ma non fatevi ingannare, nel senso che non bisogna mai depotenziare il proprio sistema filtrante per consentire alle piante maggiore disponibilità di ammonio. Anche perché i pesci con i loro rifiuti saranno in grado di produrre livelli di azoto sufficienti per lo sviluppo delle piante. Quindi se proprio volete avere la coscienza di questo elemento in acquario, misuratene la consistenza con gli appositi test e solo successivamente, in caso di valori davvero esigui, pensate ad un fertilizzante che contenga poche dosi di nitrati. Calcolate che la condizione migliore è quella di soddisfare le piante ma mantenersi su valori di nitrati inferiori a 25 mg/lt.
Carbonio: il carbonio è senza dubbio il nutriente più importante. Viene ottenuto attraverso l’utilizzo dell’anidride carbonica, che viene scissa in ossigeno e carbonio. Sebbene il primo venga utilizzato in maniera poco preponderante e quindi spesso rilasciato nell’acqua, il secondo viene richiesto in grandi quantità per la crescita dei tessuti. Sappiamo che l’anidride carbonica è un gas, e quindi essendo tale tende a volatilizzarsi abbastanza presto, anche in acquario dove lo scambio con l’atmosfera determina questa situazione. Sicuramente ridurre il movimento in superficie può aiutare a ridurre questo scambio gassoso, ma in generale è necessario aggiungere ulteriori fonti di CO2 in acquario. Infatti la CO2 è introdotta nell’acqua grazie al metabolismo dei rifiuti organici da parte di batteri e piante e alla respirazione degli animali. Ma questo come detto, non basta. Ecco quindi, che la tecnica viene incontro alle esigenze di ogni acquariofilo fornendo diversi strumenti capaci di immettere anidride carbonica nel giusto quantitativo.
Calcio: Il calcio è un elemento che viene utilizzato dalle piante per sviluppare la parete cellulare e attivare alcuni enzimi particolarmente importanti per lo svolgimento delle loro attività. In genere è presente in quantità sufficiente o anche oltre, nell’acqua che utilizziamo. Per questo non è quasi mai necessario aggiungere artificialmente del calcio nella vasca, a meno che non si utilizzi acqua piovana o da osmosi inversa. In quel caso l’aggiunta di opportuni dosi di sali in generale e di calcio risultano indispensabili per lo svolgimento della vita di piante ed esseri animati. Tuttavia, tagliando anche in questi casi i composti con dell’acqua di rubinetto si riesce a creare un giusto equilibrio tra la presenza di calcio e acqua pura.
Magnesio:Il magnesio è un nutriente strettamente collegato con la presenza di calcio nell’acqua. Non a caso si trova in quantità proporzionali a quelle del calcio. Viene utilizzato come elemento fondamentale e costituente della clorofilla e già questo basta di per sé a descriverne l’importanza. Di solito nell’acqua del nostro rubinetto questo elemento è presente in diverse quantità rispetto alla zona geografica che prendiamo in considerazione. Ma in generale non è necessario determinare aggiunte in acquario: verificatene la presenza e tenete conto che la situazione migliore è quella di mantenersi in un range di 5-25 mg/lt. Se proprio in casi eccezionali, ovvero di presenza di acqua molto tenera, osservate che sia necessaria una fertilizzazione a base di questo nutriente, cercate di non esagerare in quanto se presente in dosi elevate il magnesio inibisce l’acquisizione di altri nutrienti, come il potassio ad esempio. Non a caso la carenza di potassio viene originata proprio da un eccesso di magnesio.
Ossigeno e zolfo sono due macronutrienti molto importanti, dei quali però non é necessario preoccuparsi perché sempre presenti in quantità sufficienti in acquario per la crescita e il benessere delle piante.

MICRONUTRIENTI

Sono nutrienti necessari in dosi estremamente ridotti.Assumono ruoli importanti nei processi biochimici e sono fondamentali per la salute delle piante.

Boro, Cloro, Nichel di solito sono già presenti in acquario in quantità sufficienti perché sono contenuti nell’acqua di rubinetto.

Manganese, Molibdeno e Zinco non sono invece  contenuti nell’acqua, ma tutti i fertilizzanti liquidi ne contengono per evitare carenze: non é necessario preoccuparsi di eventuali carenze, ma sono comunque oligoelementi molto importanti.

Rame: è un componente essenziale, anche se é richiesto dalle piante solo in quantità modiche. Non é necessaria una fertilizzazione aggiuntiva, ma anzi di solito l’acqua di rubinetto ne contiene molto di piu’ del necessario e poiché le piante non hanno alcun controllo sulla quantità di rame che assorbono, prelevavano quanto é disponibile. Se é troppo risulta tossico e si formano delle macchie marroni e si sfalda la pianta. Il rame viene spesso utilizzato per controllare parassiti e alghe, per cui va usato con cautela perché é tossico per i pesci e gli invertebrati dell’acquario.

Ferro: è un micronutriente molto importante che viene assorbito sia tramite le radici che tramite le foglie. Come nutriente é più utile per le piante come ferro chelato (é un tipo di ferro che non subisce il processo di ossidazione, che lo renderebbe inutilizzabile dalle piante).Il ferro chelato viene sempre inserito nei substrati a base di terra, per un abbondante apporto che avviene a lenti rilascio.Il ferro chelato liquido va però usato quando non abbiamo un substrato fertile o abbiamo molte piante che prendono il nutrimento dalle foglie.

Carenza ed eccesso di nutrienti

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Dopo questa veloce panoramica sui macro e micro nutrienti in acquario, appare chiaro come sia particolarmente difficile fornire il giusto equilibrio di elementi idonei alla salute delle vostre piante. A volte si rischia di esagerare con alcuni nutrienti, altre volte invece si verifica un difetto di somministrazione. Altre ancora è l’eccesso di un elemento a determinare la carenza di una altro. Senza contare il fatto che i sintomi possono colpire gruppi di piante che per la loro struttura o natura possono avere reazioni diverse o addirittura non evidenti. Il problema quindi è piuttosto complesso. Quello che vi posso dire è che di solito affidandosi ad una linea specializzata di fertilizzazione si riesce tranquillamente a bilanciare i nutrienti, magari non in maniera ottimale, ma almeno efficiente. Cercate di non esagerare nei dosaggi e di non mischiare più prodotti che avranno quindi logiche e tempistiche completamente differenti. Gli stessi quantitativi contenuti nei prodotti rispondono a logiche completamente diverse e solo seguendo un intero protocollo di fertilizzazione si riesce ad avere una somministrazione bilanciata. In ogni caso la chiave di volta di tutto è sempre generata dalla vostra capacità di osservazione: solo voi saprete dire se il vostro acquario ha bisogno di alcuni elementi piuttosto che altri, in quanto è unico ed irripetibile il miscuglio di esseri e piante che avete realizzato, tanto da generare l’incontro di esigenze altrettanto uniche nella loro combinazione. Ad esempio foglie ingiallite sono il segno di grave carenza di ferro, così come macchie marroni sulle foglie testimoniano l’esatto contrario. Spetta a voi, quindi imparare a conoscere il vostro acquario e capirne le esigenze. In attesa che questo avvenga, ecco per voi una piccola lista dei principali segni di carenze/eccesso che possono verificarsi in acquario in base ai nutrienti considerati.

Sintomi e segnali di carenze nutrizionali

Azoto

  • clorosi (ingiallimento delle foglie) prima nelle foglie vecchie e poi in quelle giovani.
  • caduta delle foglie (dopo la clorosi)
  • Afflosciamento foglie in maniera significativa
  • Perdita di colore nelle foglie a partire da quelle vecchie.
  • Steli molto sottili


Fosforo

  • sviluppo stentato
  • perdita delle foglie più vecchie
  • pigmenti rossastri
  • clorosi lungo le nervature fogliari (prima nelle foglie più giovani)
  • perdite delle foglie vecchie
  • Perdita di lucidità fogliare
  • Colorazioni marcate e/o tinte bronzee
  • Arrossamento lungo le nervature

Potassio

  • indebolimento del fusto– clorosi a chiazze e seguenti zone necrotiche sui margini
  •  zone fogliari annerite
  • Ingiallimento dei bordi marcato nelle foglie più vecchie
  • Imbrunimento
  • Necrosi dei margini fogliari

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I fattori limitanti della crescita delle piante

La Legge di Liebig o Legge del minimo è un principio di agronomia sviluppato da Carl Sprengel nel 1828 e reso popolare in seguito da Justus von Liebig. Esso afferma che la crescita è controllata non dall’ammontare totale delle risorse naturali disponibili, ma dalla disponibilità di quella più scarsa. Questo concetto venne applicato originariamente alla coltivazione delle piante o dei raccolti dove si scoprì che l’aumento delle sostanze nutrienti già abbondantemente disponibili non migliorava la crescita. Solo l’aumento della somministrazione della sostanza nutriente più scarsa causava un miglioramento nel fattore di crescita delle piante o dei raccolti. In acquario questa legge dimostra appieno la sua veridicità: se la disponibilità di nutrienti e le altre condizioni ambientali sono corrette, tre sono i fattori che influenzano la velocità di fotosintesi: temperatura, anidride carbonica (CO2) e luce.

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Se un fattore è fornito in modo parziale, la fotosintesi è limitata. Aumentando la temperatura e il contenuto di CO2 non si aumenta la fotosintesi se le piante non ricevono abbastanza luce. Nella maggior parte degli acquari il fattore limitante è rappresentato dalla CO2 nell’acqua. Anche con una temperatura giusta e una buona illuminazione le piante non crescono appieno in presenza di scarsa CO2. Quando i livelli di CO2 e di luce sono abbastanza alti e la temperatura è corretta, il ritmo di fotosintesi aumenta rapidamente. Questo generalmente garantisce piante più sane.

Anatomia delle piante

Le piante possono essere divise in 4 zone principali:radici, stelo, foglie e fiori,sebbene alcune piante siano prive di un fusto centrale e altre come muschi e felci non producano fiori,Tutte le parti svolgono ruoli essenziali, come crescita, riproduzione, raccolta e accumulo dei nutrienti.

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Le radici: le piante sviluppano radici per ragioni fondamentali:ancoraggio, raccolta e immagazzinamento dei nutrienti. Di solito le radici non contengono clorofilla verde per cui sono bianche. Le radici di gran parte delle piante acquatiche sono una combinazione di alcune radici centrali di diametro fino a 1,5 mm con molte altre striscianti e più sottili. All’interno vi sono molti sistemi vascolari che trasportano l’acqua, i nutrienti e il gas al resto della pianta e viceversa.Le piante grosse e/o voluminose come Echinodorus sp. sviluppano molte radici lunghe per garantirsi una buona tenuta e un’ampia zona da cui prelevare i nutrienti. Possono velocemente invadere tutto il fondale dell’acquario. La potatura delle radici e’ un sistema per controllare la grandezza di queste piante. Senza uno sviluppato apparato radicale la pianta rimane più piccola e compatta.Alcune radici sono adattate a vivere sopra il substrato e si attaccano saldamente a legni e rocce e altri oggetti solidi. E’ sicuramente un vantaggio per le piante che sono in grafo di crescere in posti dove altre non riescono ad ancorarsi. Microsorium sp., Anubias sp. e Bolbitis sp . preferiscono essere piantate su oggetti solidi sopra il substrato. Le loro radici crescono sia orizzontalmente che verticalmente ’sentendo’ i posti giusti dove ancorarsi,Le radici pendenti prodotte dalle piante galleggianti sotto la superficie sono progettate solo per assorbire i nutrienti dell’acqua sono spesso lunghe, sottili e dall’aspetto quasi soffice. Non dovendo trasportare gas, il sistema vascolare è molto semplice e, poiché non si devono ancorare sono simili a peletti. La morfologia garantisce però una maggiore superficie di contatto con l’acqua circostante, permettendo alle piante galleggianti di assorbire nutrienti molto più velocemente delle altre piante.

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Lo stelo: è presente nella maggior parte delle piante acquatiche e svolge due funzioni fondamentali: supporto e trasporto. Il suo ruolo è possibile grazie alla presenza di cellule riempite d’aria o gas che forniscono galleggiamento e aiutano a mantenere la pianta eretta. Poiché l’acqua circostante garantisce gran parte del sostegno, i fusti acquatici sono spesso molto più sottili e flessibili di quelli terrestri. Permettono infatti alla pianta di muoversi nell’acqua, invece di rimanere immobili contro di essa, con possibili danni. Allo stesso modo delle radici, gli steli contengono sistemi vascolari per trasportare i nutrienti, l’acqua e i gas lungo la pianta. L’area dello stelo è chiamata asse e cambia molto di dimensione tra le diverse piante, nelle piante. Nelle piante a stelo, l’asse si estende lungo tutta la pianta che fuoriesce dal substrato. É divisa in sezioni dette internodi delimitati da due nodi da cui producono le foglie .Alcune piante sono dotate di asse molto corto su cui le foglie crescono a spirale sembrano quasi non avere fusto e sono spesso chiamate a rosetta .In molte piante, la base del fusto è adattata per immagazzinare i nutrienti e sembra far parte del sistema radicale. I rizomi e i tuberi di Anubias sp., Aponogeton sp. sono tipici esempi di estensioni atte a stoccare i nutrienti.

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Le foglie: sono strumenti essenziali per catturare la luce da utilizzare nella fotosintesi. Sono utili anche per lo scambio gassoso e per assorbire alcuni nutrienti. Le foglie delle piante terrestri sono dotate di uno spesso strato esterno ceroso chiamato cuticola, che impedisce alla foglia di asciugarsi. Nelle piante acquatiche è più sottile e i liquidi lo attraversano più facilmente, in modo da favorire l’assorbimento di nutrienti.Le piante acquatiche, che producono foglie aeree, spesso presentano foglie con due forme diverse sopra e sotto l’acqua. Dipende dagli ambienti diversi e dal differente strato di cuticola esterna.Le forme delle foglie cambiano parecchio tra le piante acquatiche e spesso dipendono dall’adattamento per sopravvivere in ambienti diversi.

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I fiori: Anche se non tutte le piante d’acquario sono in grado di produrre con probabilità fiori in acquario, molte sono piante a fiori che in natura producono semi e si generano grazie ai fiori. Di solito spuntano sopra l’acqua, dove possono essere impollinati dagli insetti, esattamente come le piante terrestri. Alcune piante acquatiche producono fiori sommersi (es .Anubias) e i loro semi galleggiano seguendo la corrente. In alcune specie, invece, i fiori non vengono prodotti, preferendo un sistema di riproduzione completamente asessuale .

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Le principali differenze tra le specie di piante

LE PIANTE A STELO

Le piante a stelo quali Althernathera sp.,Rotala sp., Higrophyla sp, Ludwigia sp, sono a crescita rapida e particolarmente adatte per il primo allestimento. Sono piantate in fitti gruppi per ottenere un cespuglio armonioso. Vanno eliminate le foglie inferiori sullo stelo e spuntato di nuovo (come nei fiori recisi). I singoli steli o al massimo 2-3 alla volta vanno inseriti bel substrato per 3-5 cm esercitando una certa pressione. Data la rapida crescita è necessario potarle o accorciarle di frequente. La potatura corretta consiste nel tagliare l’apice di 15 cm e ripiantarlo nel fondo… Dagli steli spunteranno nuovi germogli laterali. Le piante a stelo prendono gran parte dei nutrienti dall’acqua.

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LE PIANTE A ROSETTA

Echinodorus sp e Cryptocoryne sp. sono tipici rappresentanti delle rosette. Le nuove foglie crescono sempre sulla base inferiore del germoglio reciso, in modo da formare una spessa rosetta. Quando le piante vengono svasate, le foglie esterne vanno eliminate, le radici vanno accorciate di circa 2-3 cm . Quando si pianta nel substrato, questa va spinta in profondità nel terreno e poi va tirata nuovamente verso l’alto, raggiungendo la posizione nella quale è stata precedentemente coltivata in vaso, così facendo il rizoma è rivolto verso il basso e si formeranno velocemente nuove radici.

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LE PIANTE A STOLONI(o diramazioni)

Le piante a stoloni quali Echinodrous tenellus, Lileopsis sp.,Eleocharis sp. sono spesso minute e la soluzione migliore è dividerle in piccole porzioni. Si recide la lana per circa 1 cm con un paio di forbici affilate o con un coltello. La lana di roccia restante rende più’ facile la piantumazione del piccolo cuscinetto. Molte piante con stoloni si possono tosare come la superficie di un prato col tempo di forma un tappeto vegetale compatto. Le Vallisneria sp, e le Sagittaria sp, che creano anche loro stoloni, invadono facilmente tutta la superficie dell’acquario, quindi vanno eliminate le diramazioni per evitare una crescita troppo massiccia.

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PIANTE CON RIZOMA

I rizomi hanno un aspetto simile alle radici, ma in realtà sono gli steli ispessiti. La specie Anubias sp, Microsorum sp, e Bolbitis sp  fanno parte di questo gruppo di piante. Quando si piantano occorre fare attenzione che il rizoma non sia completamente coperto dal terreno. Così facendo si evita il rischio di putrefazione. La maggior parte delle piante con rizoma crescono in modo ottimale su pietre e radici e solitamente sono piante epifite,e necessitano quindi di poca luce e crescono lentamente. Le foglie brutte o danneggiate dovrebbero essere eliminate direttamente dal rizoma.

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PIANTE CON IL TUBERO

Un tubero vegetale e’ un organo carnoso e spesso dove è possibile immagazzinare sostanze di riserva. Le specie Aponogoteon e Nimphaea lotus per esempio hanno un tubero molto compatto. Un aspetto tipico delle piante a tubero è che le fasi di riposo e crescita avvengono nel luogo naturale. Nell’acquario il tubero viene inserito nel terreno esercitando una certa pressione, facendo in modo che il germoglio emerga in modo evidente nel terreno, nella cura, eliminare sempre una parte delle foglie esterne alla base del tubero. Consiglio per le specie Aponogeton : per il periodo di quiescenza mettere il tubero fuori dall’acquario in sabbia umida ad una temperatura più fredda (16-18 gradi) e al buio per 2-3 mesi.

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PIANTE CON IL BULBO

Anche il bulbo è un organo di deposito che serve per sopravvivere nei periodi di quiescenza e siccità. La Crinum calamistratum e la Crinum natans africane sono ottimi esempi. Prima di piantarle ,si accorciano di 3-4 cm le radici e si eliminano le parti morte del bulbo, piantare il bulbo nel terreno fino a metà. Il terreno dovrebbe essere profondo almeno 10 cm. Le foglie più vecchie e danneggiate sono eliminate dalla base del bulbo.

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MUSCHI

I muschi creano principalmente tappeti e cuscini spessi. Piantati su pad di acciaio direttamente nel terreno o legati a legni o rocce con filo o retine per i capelli. Rasandoli spesso con le forbici si ottengono cuscini di muschio spessi e compatti. Le parti di muschio tagliate possono essere poi posizionate in altri punti.

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PIANTE GALLEGGIANTI

Le piante galleggianti hanno sviluppato uno speciale corpo galleggiante che permette loro di germogliare sulla superficie dell’acqua. Eichornia crassipes, Pistia stratiotes e Trapa natans sono adatte ai laghetti o grandi acquari aperti, Salvinia natans, Limnobium laevigatum, Phyllantus fluitans sono particolarmente adatte come consumatrici delle sostanze nutritive per gli acquari. Se la superficie dell’acqua è troppo coperta, le piante in eccesso vengono tolte, Anche il Ceratohpyllum fluttuante è molto consigliato per ottenere un equilibrio biologico in acquario.

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La scelta delle piante per il layout di un acquario.

Siamo pronti ad allestire un bell’acquario con piante; abbiamo deciso il fondo,gli arredi,ma non sappiamo come orientarci nella scelta delle piante. Vediamo innanzi tutto quali fattori sono importanti per la scelta delle piante. Una bella sfida per l’acquariofilo è rappresentata dall’acquario biotopo,dove pesci e piante riproducono fedelmente un ambiente naturale di un determinato luogo e quindi la scelta delle piante va fatta in base alla loro origine geografica.Vediamo a grandi linee quali sono le principali regioni di provenienza delle piante:

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Ci sono molte piante che sono a disposizione nei negozi che sono delle ‘cultivar’ vale a dire delle ibridazioni ottenute incrociando piante di diverse varietà all’interno di una stessa specie, ma che non sono più riconducibili ad alcun biotopo originale. Es: Anubias nana ‘bonsai’, Echinodorus ‘ozelot, Echinodorus ‘ red flamè’, Higrophyla polisperma ‘red sunset’, Pogostemon helferi,Hemiantus challitricoides. Ci sono inoltre delle piante cosiddette ‘cosmopolite’ che si trovano in diverse regioni del globo, anche antipodi oppure in tutte le regioni tropicali: Egeria densa,Eleocharis.sp, Eichornia sp, Fontinalis antipyretica, Riccia fluitans ,Vallisneria sp, , Ceratopteris sp, Pistia stratiotes.
Logicamente le piante di un determinato habitat naturale condividono le medesime condizioni climatiche di luce, acqua, nutrimenti, nonostante l’imprevedibilità e la variabilità che è insita nella Natura stessa.

Quando si scelgono delle piante per un acquario, che siano tutte di un determinato biotopo o meno, dobbiamo farlo tenendo conto delle loro esigenze di mantenimento di: 

Valori chimici e T° – Nutrimenti – Luce

È  senz’altro il fattore più importante nella scelta delle piante e quella che determinerà, al di là del vostro gusto estetico, un buon risultato di crescita e mantenimento di queste piante in acquario. Fortunatamente le piante hanno una grande adattabilità agli aspetti che abbiamo sopra elencato tuttavia è importante scegliere delle piante che siano abbastanza vicine come esigenze, soprattutto per quanto riguarda i valori chimici e la temperatura.
Ovviamente si dovrà prestare attenzione ad avere una quantità di luce sufficiente se si sceglie una pianta eliofila mentre se si sceglie una pianta che ama la penombra sarà sufficiente metterla al riparo di una radice o di un’altra pianta. Per quanto riguarda le diverse esigenze di nutrienti delle piante,non è necessariamente un fattore discriminante se si è disposti a prevedere un piano di fertilizzazione ben attento e bilanciato.

Un altro aspetto importante per la scelta delle piante per l’acquario è la velocità di crescita.
Quando si allestisce un acquario è sempre bene prevedere alcune piante a crescita veloce; questo perché una pianta che cresce velocemente ha la prerogativa di consumare altrettanto velocemente i nutrimenti sciolti in acqua. Dato che nelle fasi iniziali di un allestimento delle vasche l’accumulo di nutrienti provenienti dal fondo è alto (soprattutto, quando s allestiscono vasche seguendo certi metodi )è utile abbinare a frequenti cambi d’acqua una discreta quantità di piante a rapida crescita.Ovviamente piante rapide significano anche potature frequenti, ma questo è lo scotto da pagare per avere vasche in salute e che non abbiano troppi problemi di alghe o di malattie.

Alcune piante a crescita veloce sono:

Ceratopteris cornuta, Ceratopteris thalictroides, Higrophila sp, Rotala sp, Hydrocotyle leucocephala, Ludwigia sp, Cabomba sp, Limnophila sp, Egeria densa, Pogostemon stellata, Myriophyllum sp.

Naturalmente in un acquario a meno che non s’intenda passare le giornate con le forbici in mano, non bisogna prevedere solo piante a rapida crescita:si dovrà prevedere anche piante che crescono in modo meno esuberante ma che creino un bel cespuglio o anche piante singole:consiglio quindi tutti le Echinodorus sp , le Criptocoryne sp, la Alternanthera sp, la Heteranthera zosterifolia, il Crinum,il Micrantemum umbrosus, le Nimphaee,la Lobelia cardinalis e qualche specie di muschio.Piante che crescono invece lentamente sono le Anubias sp,il Microsorium, la Bolbitis heutelodii e i muschi.Scegliendo le piante in base alla loro velocità di crescita si potrà organizzare la manutenzione e potatura delle piante che, nel caso delle piante a crescita veloce dovrà essere a scadenza quasi settimanale, mentre con piante più tranquille può tranquillamente avvenire ogni 2-3 mesi.

Le piante vanno scelte anche in base alla posizione che avranno nell’acquario per creare una giusta prospettiva e un gradevole layout. È importante anche valutare l’altezza e la larghezza che occuperanno le piante una volta sviluppate nella vostra vasca, in modo da prevedere il giusto spazio che permetta loro di ricevere abbastanza luce e di svilupparsi pienamente. Ci sono piante che crescono molto in altezza che sono adatte a fare da sfondo o cornice in un acquario. Attenzione però: quando si sceglie una pianta che si sa diventare molto alta,va tenuta in considerazione l’altezza del vostro acquario.Se l’acquario ha un’altezza inferiore ai 50/55 cm sconsiglio piante come Vallisneria gigantea o V.asiatica o Echinodorus grandiflorus oppure il Crinum thaianum: frequenti potature non giovano a questo tipo di piante;meglio optare per piante che possono svilupparsi pienamente entro l’altezza del vostro acquario.

Ecco qualche indicazione sulla posizione ideale d’alcune piante:

Piante per lo sfondo

Piante per il centro

Piante per il primo piano

Piante galleggianti

Muschi e piante da legare

A meno che il vostro non sia un acquario ‘olandese’, è meglio non prevedere troppe specie diverse nell’acquario :solo poche specie ma molto contrastanti nel colore e/o forma delle foglie. Ad esempio una pianta rossa dalle piccole foglie va messa davanti ad una con foglie grandi verdi oppure rompete un muro di nastri verdi di Vallisneria con qualche gruppetto di Rotala rotundifolia che ha foglie arrotondate e rosate.

Le forme delle foglie e i colori indicano le esigenze di luce delle piante:Le piante a foglia rossa devono essere disposte in zone con massima illuminazione,mentre quelle con foglie soffici e fini (la Cabomba, le Limnophila, i Myriophyllum)preferiscono punti con correnti moderate, non energiche per non intrappolare troppi detriti. Le piante con foglie verde scuro sono solitamente piante che necessitano di poca luce, mentre le piante con foglie verde chiaro di solito gradiscono una piena esposizione alla luce.Dopo aver studiato e selezionato le piante che fanno al caso vostro,avrete senz’altro fatto una lista.Spesso però la lista non combacia con la reale disponibilità delle piante nei negozi.Il consiglio che posso darvi in questo caso, è

  •  stilate la vostra lista in base alla effettiva disponibilità delle piante del vostro negoziante di fiducia ( richiedete prima il listino delle piante disponibili in quel periodo)
  •  Oppure stilate la vostra lista e poi vi rivolgete ai siti che spediscono le piante in tutto il mondo, accontentandovi, però della qualità che non viene però valutata in prima persona al momento della scelta. le piante arrivano tutte in ottime condizioni da qualunque parte del mondo,perchè le aziende sono tutte attrezzate l’imballo e il mantenimento delle piante in salute per tutto il viaggio.
E’ meglio evitare di fare degli ordini di piante on line nei mesi di gelo intenso perché un ritardo del corriere nella consegna comprometterebbe irrimediabilmente la salute delle piante. Se invece si ha la possibilità di scegliere personalmente le piante,vanno escluse dalla scelta quelle che presentano foglie ingiallite e marcescenti (sono di solito quelle che sono in negozio da più tempo). Le piante devono avere un aspetto solido e compatto e quando arrivano ai negozi sono così quindi .È opportuno accordarsi con il proprio negoziante di fiducia per prendere le piante nel giorno stesso dell’arrivo in negozio così da poterle prenderle ancora ‘fresche’ di serra.

Buon allestimento
Livia Giovannoli

Bibliografia:

Piante d’acquario-Christel kasselmann- Ed. Primaris

Ecologia delle piante d’acquario. Diana Walstad. Ed .Aquaedì

Enciclopedia delle piante d’acquario di Peter Hiscock-Ed. De Vecchi

La chimica in acquariofilia di H.De Jong – ed. Primaris

Fotografie e immagini:

Livia Giovannoli, Rosario Curcio, Salvo Franchina, Aquagarden

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