Ri-scopriamo la Natura

11 Novembre 2008

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Ri-scopriamo la natura

di Livia Giovannoli e Luca Bosetti

 

Nonostante il tempo inclemente non mi invogliasse a  mettere il naso fuori di casa non potevo deludere le aspettative delle mie due figlie alle quali avevo promesso una giornata a contatto con gli animali e la natura e quindi  sotto un incredibile acquazzone che era intenzionato a tenerci compagnia tutto il giorno sono partita da Venezia per visitare l’Oasi ‘la Francesa’ di Carpi (Modena).

Prima di raggiungere l’Oasi mi sono fermata all’associazione L’ORMA dove lavora come volontario il nostro amico Luca Bosetti (Angel 31 nel forum). Questa associazione di volontari svolge attività di recupero, detenzione cura e  degenza di animali esotici non pericolosi.

Luca e gli altri volontari lavorano ad una importante campagna di sensibilizzazione ed educazione ambientale volta a combattere il crescente fenomeno dell’abbandono degli animali domestici d’affezione, collaborando con CEA (Centro di educazione ambientale), comuni  e scuole.  Gli animali che arrivano all’ORMA, vengono curati da veterinari se necessitano di cure mediche, ma vengono anche messi in condizioni psicofisiche tali da poter poi, se possibile,essere adottati, o se non possono essere adottati perchè specie protette o in pericolo di estinzione  vengono utilizzati per progetti di popolazione  di habitat naturali nostrani.

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Luca ci ha accompagnati a conoscere uno ad uno gli ospiti che hanno avuto la fortuna di arrivare lì all’ORMA. Possono chiamarsi  animali fortunati gli animali che sono ospiti all’Orma  perchè l’amore e la dedizione  che nutre Luca per questi animali può  essere solo confrontato con la fortuna di essere  animali liberi nel loro ambiente naturale di origine.  Ma nella realtà ogni ospite dell’Orma ha un passato di sofferenza ed abbandono che i volontari cercano di colmare con attenzione e amorevoli cure.

Conosciamo qualche ospite e qualche curiosità per ognuno di loro.

Questa è Itha,  un Lorichetto arcobaleno da tempo insieme a Luca con il quale ha un feeling che ammette ben poche intrusioni.

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È gelosissima di Luca… e se osi trattarlo male comincia a riempirti di improperi… tanto che Luca ha dovuto portarla via da casa sua perché il pappagallo a sua volta si metteva a riempire di improperi la mamma di Luca quando aveva qualcosa da ridirire sul figlio.

Un pappagallo molto burlone e giocherellone che si e’ esibito in mille giochi in nostra presenza con Luca.. . dal giocare a rincorrensi… a fare ginnastica quando Luca glielo chiedeva..

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Altri pappagalli erano dei Parrochetti dal Collare, scappati e trovati feriti dai volontari

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Degli inseparabili..

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Luca ci raccontava delle problematiche affrontate con alcuni esemplari di pappagalli che non si adattano alla cattività  e questo malessere psicologico li porta a farsi del male per liberarsi dalla gabbia. Alcuni animali come questo furetto  e dei conigli sono stati ceduti da proprietari che non potevano più tenerli.

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Questo “Cane della prateria”  è un animale che non può essere tenuto se non nato in cattività perche’ specie protetta. Era molto affettuoso… difficile dire di no alle mie figlie che volevano adottarlo

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Mi hanno inquietato i ragni: Luca ci raccontava che spesso vengono tenuti in teche mal gestite o di solo vetro che stressano l’animale.

Una volta ospitati all’associazione si è cercato di creare per ognuno di loro un habitat ideoneo che ne garantisca il benessere

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In questa teca questo ragno stava tessendo la sua tela… affasciante lavoro..

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Qua e là c’erano bocce con insetti e strane foglie: non erano foglie ma delle mantidi appartenenti al genere Phyllocrania..

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Ho potuto assistere in prima persona allibita  al passo per passo della cattura di un insetto da parte di una mantide cinese appartenente al genere Tenodera.

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Ogni centimetro quadrato dell’associazione è  una multitudine di cosmi , di diversi habitat che si è cercato di ricostruire per garantire una vita dignitosa ai propri abitanti.

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Moltissimi gli ambienti acquatici.. il vero regno di Luca Bosetti: questo  è un habitat ricostruito per un progetto di popolazione del tritone crestato che rischia  l’estinzione nel nostro territorio nazionale.

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In questa grande vasca i tritoni vivovo in attesa di essere pronti per essere introdotti in una habitat naturale presso l’Oasi la Francesa di Carpi. Una volta liberati nell’area protetta a loro adibita si spera che si riprodurranno così da tornare a popolare canali e laghi. .

Io mi ricordo che da piccola giocavo nei fossi con tritoni e salamandre, in habitat che ormai  nelle nostre città sono scomparsi e infatti le mie figlie non sapevano neanche l’esistenza di queste specie animali.

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Come per gli animali, ci sono anche i ‘ricoveri’ per i pesci.
Scalari mal cresciuti e tanti piccoli superstiti di acquariofili poco assennati e vasche da studio.

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Mi ha incuriosito questa vasca ‘studio’ dove Luca alleva il tubifex..

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Esteticamente non era un bel vedere..e neanche l’odore..  ma era interessante il fatto che questi vermicelli quando battevo i vetri scomparivano letteralmente nel substrato..

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Sono rimasta invece letteralmente incantata da questo paludario.

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Una vasca di 500 litri…(ma ci sono circa 150 litri d’acqua), un fondo di ghiaino di quarzo  nero, una terrazza delimitata da pezzi di roccia lavica incollati tra di loro e questa terrazza riempita di torba, sulla quale cresce rigoglioso e infestante del Potos.

Mi ha colpito tantissimo come Luca ha realizzato lo sfondo di questo paludario  utilizzando un pannello di polistirolo sul quale  ha incollato con del silicone i legnetti utiizzati per i giardini rocciosi.

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Un affetto scenico senza eguali, naturale e di facilissima realizzazione. In questa vasca vivono dei ciclidi ibridi nati dall’incrocio tra un maschio di Cichlasoma nigrofasciatum ed una femmina di Cichlasoma meeki..  dei corydoras e delle rane del genere “Phyllomedusa”  che pero’ non siamo riusciuti a scorgere, nè tantomeno a fotografare.

Sono rimasta molto colpita di come ogni habitat sia stato  ricostruito con mezzi semplici ,spartani e quasi senza alcuna tecnologia,  ma osservando  e rispettando unicamente le esigenze ed abitudini degli ospiti di ogni ambiente.

Tutti gli animali che abbiamo visto stavano bene e ogni ambiente appariva ‘sano’.
Si parlava appunto con Luca del fatto che l’equilbrio di un acquario.. lo si percepisce anche dall’odore che emana la sua acqua.
E a parte la vasca dei tubifex, ogni acquario aveva un odore di terra, humus.. un odore sano di un ambiente vivo e vegeto.

Pur sotto un’incredibile acquazzone  che non ci dava tregua abbiamo voluto ugualmente visitare l’Oasi la Francesa di Carpi. L’Oasi è sorta nel 2005 grazie all’ Associazione di volontariato “Panda Carpi” che,con l’appoggio del  WWF, ha richiesto al Comune di Carpi di realizzare questo progetto naturalistico.

Infatti dopo che nel 1990 è stato sospeso lo sfruttamento agricolo del suolo è stato gradatamente ripopolato di piante autoctone a partire dal 1993. La vegetazione attuale dell’oasi è il risultato della colonizzazione spontanea e dell’intervento di rimboschimento (12000 piante) teso a ripristinare le condizioni naturali degli ambienti planiziali. Le specie vegetali che troviamo sono: Quercia, Olmo, Acero campestre e pomacee selvatiche.

Nelle zone più umide sono presenti Salici, Pioppi e Frassini. Tra gli arbusti, siepi e cespugli di Prugnolo, Rosa canina, Sambuco ,Ligustro.che producono moltissime bacche  utili per il sostentamento della fauna selvatica. È  stata creata una rete idrica di canali che irrorano tutta l’Oasi che comprende oltre ad un laghetto didattico.. un grande lago (non accessibile ai visitatori). La fauna, grazie soprattutto alla presenza dell’acqua è  ricca e articolata:  tantissimi insetti coletotteri, mantide religiose, grilli, cavallette, libellule e un progetto molto ambizioso che riguarda le farfalle.

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Tantissimi anfibi, rane, rospi, ramarri e tartarughe d’acqua dolce (Emys orbicularis inserite in un progetto di ripopolamento al fine di evitarne l’estinzione). Sono presenti inoltre mammiferi quali il riccio, la talpa la lepre e micromammiferi come il moscardino, il toporagno, il topo sevatico.

Grazie all’ecositema del lago- prato umido,  si è sviluppata una variegata e appariscente avifauna che attira una grande quantità di appassionati di birdwatching.. : Cavaliere d’Italia, Combattente, Becaccino, Pettegola,.. sono solo qualche nome.

La zona umida è quella con la maggior presenza di uccelli: essa offre un luogo di sosta e alimentazione per i migratori come l’Alzavola, il Mestolone, la Marzaiola, il Fischione e persino la Cicogna bianca. Ci sono anche moltissimi rapaci diurni come il Gheppio, la Poiana ,il Falco di palude e rapaci notturni come Gufi, Barbagianni e Civette.

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Per la visita all’interno dell’Oasi abbiamo avuto una guida d’eccazione: Red.

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Questo gattone  ci ha accompagnato lungo il percorso davanti a noi, miagolando infastidito quando ci fermavamo  sotto la pioggia per fotografare e per ascoltare Luca che ci raccontava nei dettagli i particolari di questa Oasi.

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Ad esempio dell’importanza di questi licheni che sono indice della qualità dell’aria di tutta l’oasi.

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Della moltitudine di piante che crescono seppur lentamente perche’ il terreno è  stato troppo sfruttato in passato e del lento riappropiarsi della Natura di questo territorio, con la presenza di erbe e piante selvatiche.

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Gli interventi e aiuto dell’uomo per salvaguardiare gli animali come questi  mucchi di rami che sono le tane per i ricci…

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o questi mucchi di rocce e legni…

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per le tane dei rettili e anfibi.

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Mi ha fatto moltissima impressione questo tronco letteralmente svuotato dalle formiche. Questo tronco è di fatto un enorme formicaio.

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Ogni singola fessura è una parte di esso. Mi sono rammaricata della pioggia scrosciante perche’ avremmo potuto altrimenti vedere milioni di operai al lavoro in questa enorme città.

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Nei pressi del laghetto abbiamo incontrato una tartaruga hermanni

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E mentre parlavo con Luca delle piante acquatiche il mio sguardo è caduto su una bellissima pianta galleggiante che vedevo nel laghetto,

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la  Ludwigia grandiflora: gli dissi  che poteva essere utile nel mio acquario e non sapevo che la Ludwigia  fosse una pianta nostrana…

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E in effettti Luca mi ha confermato che la Ludwigia è una pianta alloctona (Specie animale o vegetale originaria di un territorio diverso da quello dove viene rinvenuto). Ma che ormai ha colonizzato i nostri habitat risultando inoltre molto infestante.

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Visto che è dichiarata infestante e nei negozi la si paga a peso d’oro  me ne sono fatta prendere un po’..

Alla capanna del birdwaching, abbiamo potuto ammirare molti uccelli che erano nel lago. E le nutria (altro animale alloctono infestante).

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Una sensazione bellissima e unica… anche le nostre voci sembravano totalmente fuori luogo in quel pezzo di natura ricreata e incontaminata.

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Ringrazio Luca Bosetti per avermi guidato alla scoperta di una natura riscoperta e ricreata dall’uomo.. .e invito tutti quelli che han voglia di riavvicinarsi alla natura di fare visita a questo angolo di paradiso.

Tutto quello che l’uomo tocca lo distrugge… per fortuna ci sono uomini in grado di rimettere i cocci insieme.. e ricreare l’ambiente che altri hanno distrutto e a mantenerlo in una delicato, ma perfetto equilibrio.

 


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Nirm 2008 fiera del rettile Nirm 2008 fiera del rettile: le rane e le tartarughe
Nirm 2008 fiera del rettile
Nirm 2008 fiera del rettile: le rane e le tartarughe


Comments to “Ri-scopriamo la Natura”


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