L’intervista: Stefano Tocchi
Chi è Stefano Tocchi e come è arrivato all’acquariofilia di… corte? La passione per gli animali in generale per me è una questione genetica… i miei due nonni erano anch’essi parte del settore e di questa passione, ovviamente il tutto rapportato a diversi anni fa, quando gli animali erano principalmente da fattoria o comunque con una destinazione commerciale (alimentare, agricola ecc). Uno dei due per professione realizzava le miscele che alimentavano questi animali… da qui probabilmente deriva il mio interesse per l’alimentazione dei pesci tropicali; l’altro nonno era un allevatore di cavalli, visoni e animali da fattoria, da lui ho preso la passione per l’allevamento.
Stringendo, ho iniziato fin da piccolo con la classica boccia con il carassius auratus, da lì in poi il mio interesse è stato inizialmente più orientato verso l’erpetologia, riproducendo diverse varietà di testuggini di terra e palustri, poi ho riprodotto serpenti ed altri rettili. Sono arrivato a interessarmi ai discus solo nel 1999, quando un mio amico riproduttore di discus da oltre 18 anni mi ha coinvolto nel suo hobby e ho preso i miei primi esemplari di discus è sbocciato l’amore per questo ciclide. Devo confessare che ho avuto la possibilità di usufruire dell’insegnamento di questo personaggio che è un guru dei discus e in particolare dei discus wild; da lui ho visto riprodurre in purezza migliaia di discus wild con una semplicità apparente da sembrare un gioco da ragazzi.
Questa mia fortuna mi ha permesso di dimezzare i tempi normali di esperienza e apprendimento di alcuni concetti base per l’allevamento e la selezione dei discus e dopo solo un anno avevo gia casa piena di acquari, tanto che sono stato costretto a portare il tutto nella cantina sotto casa dove ho potuto lavorare sui discus con circa 15 acquari a disposizione.
Hai partecipato attivamente in passato in prima persona a discussioni importanti
sulla promozione dell’Italian Discus Style. Come vedi l’attuale situazione a riguardo?
E soprattutto come vedi la cultura straniera?
La produzione di discus in Italia subisce diversi problemi, primo tra tutti il costo gestionale: siamo il paese più tassato al mondo e che paga le utenze di più in Europa, l’allevamento di discus richiede un grande consumo di energia elettrica e di acqua e spesso anche di gas. La nostra produzione si scontra con la produzione asiatica che vede la loro acqua perfetta per l’allevamento di discus, cioè non richiede grosse modifiche all’acqua di base, e le loro temperature ambiente sono perfette anch’esse e non richiedono di spese aggiuntive per il riscaldamento. Dall’altra parte ci scontriamo con la produzione tedesca che ha dei costi sulle utenze decisamente più contenuti oltre a un giro economico maggiore che giustifica pienamente le spese di produzione.
Detto questo è facile capire che un allevatore di discus Italiano, per quanto bravo, preparato commercialmente, tecnicamente e perfettamente organizzato, dovrà comunque fare i conti con le spese di gestione e la scarsa richiesta di mercato. Tutto ciò non favorisce lo sviluppo del discus made in italy. Una svolta può arrivare solo dagli appassionati, se con il tempo crescerà la cultura, l’informazione e la preparazione personale allora avremo anche noi dei discus di alta qualità nati in Italia e venduti anche all’estero.
Giovanile di discus Maze uno dei pesci preferiti da Stefano
C’è qualche allevatore italiano e straniero che ti piace più di altri
oppure pensi che il livello generale e lo standard siano buoni per tutti?
Mi piace molto il lavoro che svolgono in particolare due allevatori. Il primo è Wayne Ng che lavora con dei ceppi genetici molto belli in termini di forma e livrea, quelli che preferisco sono i suoi Mazè, e mi piace molto anche il lavoro che svolge Stendker non tanto per i fenotipi quanto per il gene Giant sul quale lui lavora da tanti anni. Agli occhi di chi inizia, il lavoro genetico è sottovalutato, come la difficoltà di mantenere e organizzare determinati caratteri genetici, questi due allevatori per me sono veramente degni di nota e di grande stima.
Sei stato fondatore e promotore di DiscusPortal, portandolo a un livello di notorietà molto alto.
Come mai hai deciso di cederlo?
DP è nato con uno scopo ben preciso, quello di portare cultura e informazione sul discus di alta qualità e professionalità e di dare la possibilità ad appassionati come me di uscire anche dal mondo virtuale per vivere delle esperienze reali molto educative ed emozionanti. A tale scopo con DP abbiamo organizzato eventi nazionali e abbiamo partecipato attivamente a manifestazioni internazionali, oltre ad aver organizzato visite in allevamenti specializzati, ecc.
Tutto è filato liscio fino a che DP non è cresciuto troppo, contro ogni aspettativa… quando qualcosa diventa grande e importante finisce nel mirino dei commercianti e degli invidiosi, e da lì sono iniziati i primi problemi gestionali e i rapporti con le aziende dalle quali non abbiamo mai preso un soldo se non per la sponsorizzazione degli eventi.
Fatture e prove tangibili non sono bastate a dimostrare la buona fede e l’intento positivo di DP, sono arrivato alla conclusione che la maggior parte delle persone che si collegano a internet e vivono la comunità virtuale, non lo fanno per una vera passione verso il discus, e non c’è prova o fattura che li convinca che non ci sono strani giri commerciali e introiti personali; gli utenti vogliono pensare o forse sognare che ci siano persone che si sono arricchite con queste comunità. La troppa diffusione ha inoltre portato inevitabilmente ad abbassare il livello qualitativo dei thread portandolo a un livello mediocre, questo deriva dal fatto che l’aumentare della richiesta di informazioni in relazione all’aumentare degli appassionati non è direttamente proporzionale alla presenza di utenti competenti in grado di soddisfare tale richiesta.
Da qui la mia decisione di cedere quello che ormai era diventato ingestibile da semplice privato/appassionato, la scelta ricadeva su scegliere di trasformare DP in una attività commerciale e perdere la sua originale impronta basata sulla passione e cultura di alto livello, o impiegare il mio tempo in altre iniziative come riviste, libri e l’organizzazione di eventi che coinvolgono i discus e i suoi appassionati… e’ di facile intuizione capire cosa ho scelto.
Ti sei sempre occupato, da quando sei dentro questo mondo acquatico, di consulenzae promozione alle vendite di aziende e negozi importanti del settore,
pertanto hai sicuramente il polso del mercato. Come vedi il mercato italiano di settore?
Bisogna distinguere i due tipi di mercato, cioè quello dell’acquariologia in generale e quello dei discus di dettaglio. Sono due mercati che seguono due linee parallele ma leggermente diverse tra loro. In generale il mercato dell’acquariologia in Italia raggiunge a mala pena la sufficienza, le ragioni di questo sono da attribuire a diversi fattori; primo fra tutti il clima della nazione. Le condizioni climatiche del territorio sono decisamente ottimali e questo non consente un grande sviluppo di quelle attività (hobby) che si consumano in ambiente casalingo, l’acquariologia fa parte di queste attività che non sviluppano un gran numero di appassionati del genere e di conseguenza il giro economico nazionale è decisamente basso in confronto ai nostri cugini Europei, come ad esempio i Tedeschi; ne consegue che il numero dei commercianti che aprono attività in questo settore sono relativamente poco incentivati dall’incasso economico. Nonostante questo c’è troppa offerta da parte delle aziende, e ci sono troppi negozi in relazione alla richiesta da parte degli appassionati. Questa è l’era del risparmio… si è fatto di un hobby un bene di largo consumo che ha distrutto la qualità e la cultura di questo hobby. Ne consegue una sempre più veloce rincorsa al prezzo più basso che non è determinato dall’aumentare della produzione a fronte della richiesta, ma bensì dalla sempre più scadente qualità dei prodotti.
Altro problema che colpisce gli appassionati Italiani è la scarsa propensione al prodotto interno nei confronti dello spesso più economico prodotto estero. Faccio un azzardo e paragono il nostro settore a quello delle auto… andate in Francia e provate a trovare un auto che circoli che non sia una Citroen, Peugeot o Renault…
In Italia dovremmo ragionare allo stesso modo con i nostri prodotti per far crescere il nostro prodotto interno e di conseguenza la nostra economia con tanti vantaggi per il prezzo e la qualità dei prodotti.
Ma le responsabilità non sono solo del clima e dei nostri commercianti, anche il cliente finale fa la sua parte… quando ho lavorato in negozio non riuscivo a vendere un libro o una rivista, questo la dice lunga e lascia intendere che l’appassionato si affida a ciò che arriva dal negoziante di fiducia senza poi approfondire le centinaia di argomentazioni che ruotano intorno al mondo dell’acquariofilia. Per quanto riguarda il mercato dei discus siamo più o meno sugli stessi principi commerciali del settore in genere. Si ricerca il prezzo e non la qualità dei discus, basti pensare che l’80% dei discus arrivano dalla Repubblica Ceca e dall’Asia e sono discus di qualità scadente, il restante 20% è dato da discus di media e buona qualità provenienti dai migliori allevamenti asiatici, tedeschi e italiani.
Fatte queste prime domande diciamo così istituzionali, passiamo a quelle appassionate.
Perché hai scelto il Discus? E poi… quali sono i tuoi discus preferiti e perché?
Ho scelto il discus in quanto lo ritengo tra i pesci più belli ed espressivi, la sua bellezza non si limita ai colori o alla forma ma va oltre, e in particolare è molto interessante il carattere e i comportamenti sociali assunti da questo ciclide. I miei discus preferiti sono i discus wild, in particolare gli Heckel; li preferisco agli altri proprio per l’aspetto che va oltre l’effetto cromatico, gli heckel sono i discus meno manipolati e di conseguenza i più originali e che mantengono con fermezza la loro indole e l’aspetto caratteriale. L’heckel è il re dei re.
Raccontaci le tue esperienze sulla riproduzione in generale.
Hai maii avuto esperienze nella riproduzioni di selvatici?
Le riproduzioni da me ottenute sono molto esigue se paragonate ai grandi allevatori, di certo non mi posso definire un allevatore professionista perché la mia stabilità economica non dipende da loro e non ho mai prodotto tanti discus da viverci. Mi ritengo un allevatore amatoriale che ha incentrato il suo interesse come allevatore nella riproduzione dei discus wild. La riproduzione dei wild è molto simile a quella dei selected, anzi direi proprio identica e con gli stessi metodi di stimolazione indotta, la differenza tra la riproduzione dei discus wild e quelli di allevamento consiste sostanzialmente nell’ambientamento e nel mantenimento pre-riproduttivo. È molto importante infatti l’ambientamento di questi esemplari, e soprattutto è essenziale che i discus wild abbiano subito meno passaggi e traumi possibile da quando sono stati pescati fino all’arrivo nelle nostre vasche. Questa variabile a mio avviso fa la differenza tra i discus wild che si riproducono gia dopo pochi mesi da quando sono in acquario e quelli che non si riprodurranno mai. Poi c’è l’aspetto pre-riproduttivo, cioè la fase in cui dobbiamo preparare adeguatamente il discus alla riproduzione puntando sull’alimentazione di qualità e bilanciata e sulla stabilità dei valori chimico fisici, il resto viene tutto da se….
Non ci sono particolari valori di riferimento, io mi baso generalmente su un Ph compreso tra 5 e 6 e una conducibilità compresa tra 100 e 150, valori estremi sui wild sono solo paranoie più deleterie che altro. L’errore più comune è quello di basarsi solo sulla conducibilità estrema dell’acqua di origine dei discus wild, pensare di riproporre conducibilità come in natura di 10 15 microsiemens è assurdo ed errato. Non conosciamo cosi perfettamente lo spettro ionico delle acqua amazzoniche, e ancora meno il nostro.
Chi parte da un’acqua di osmosi e aggiunge un bicchiere di acqua di rubinetto, va gia oltre i valori estremi naturali e fa vivere i propri discus in un’acqua troppo povera di Sali con conseguenze dannose per la salute dei discus. I Sali presenti nelle acqua amazzoniche sono probabilmente dei Sali con una bassa conducibilità, che di conseguenza sono presenti in numero sufficiente per sopperire alle necessità fisiologiche dei discus senza alzare eccessivamente il valore della conducibilità.
Come detto in precedenza, mai fare le cose di corsa. Prima di intervenire bisogna sempre pensare che ogni variazione alle condizioni attuali sono un motivo di forte stress per il discus e spesso per la fretta di risolvere un problema o apportare una modifica si fanno più danni di quanti benefici vogliamo apportare, quindi direi che la prima regola è disturbarli il meno possibile e, se è proprio necessario intervenire o modificare qualche cosa nelle condizioni chimico fisiche, bisogna farlo progressivamente e in maniera moderata, dalla cosa più complessa come la risoluzione di una eventuale ittiopatologia, alla cosa più semplice come il cambio dell’acqua. Grandezza della vasca, acqua, accessori etc. etc.
Quali di questi elementi sono irrinunciabili per un principiante?
Sicuramente per chi inizia la cosa più importante è avere un buon rapporto massa d’acqua per quantità di pesci, diciamo che la regola dei 50lt per ogni discus è importante per chi inizia, poi diventa una regola che lascia il tempo che trova quando subentrano altri fattori tra cui quello riproduttivo, altra cosa che mi sento di consigliare è di attrezzarsi egregiamente per la preparazione dell’acqua per i cambi. Consiglio di prendere una tanica di almeno 1/3 del volume del proprio acquario e che sia di facile accesso, cioè ad esempio quelle taniche che hanno un tappo largo così da poter infilare nella tanica stessa una pompa di movimento, un areatore e un termoriscaldatore. Un ultimo accessorio che secondo me in alcune situazioni è necessario – cioè quando abbiamo delle vasche densamente popolate – è una lampada UV che vi aiuterà a tenere a basso il carico batterico e patogeno. Ci sono i presupposti per allevare pesci sani?
Puoi descriverci la tua valigetta ideale di pronto soccorso per i nostri amici discus?
Sostanzialmente sono a favore della prevenzione e di conseguenza difficilmente ho bisogno di intervenire con farmaci naturali o sintetici. Se proprio devo scegliere opto per rimedi il più possibile naturali sempre in relazione alla gravità della situazione. In alcuni casi non bastano rimedi omeopatici e bisogna utilizzare farmaci sintetici. Diciamo che se si osservano le regole base della prevenzione potremmo incorrere in problemi leggeri di batteriosi o micosi risolvibili con del semplice sale da cucina nella concentrazione di 1 grammo per 10litri. Per problemi di carattere intestinale (nematodi, nastriformi, flagellati, cestodi ecc), sempre se ci troviamo di fronte a un attacco lieve di questi parassiti, consiglio la termoterapia a 34° per 7-8 giorni e la somministrazione di sostanziosi cibi contenenti aglio e molta fibra. Una regola fondamentale per la prevenzione è rappresentata da frequenti e consistenti cambi di acqua fatti sempre con le dovute maniere. Siamo arrivati alla domanda per eccellenza: se ti chiedessi di dare un solo consiglio
a chi vuole allevare i Discus, quale gli daresti?
Tanti cambi d’acqua, abbondanti, frequenti ed eseguiti senza traumi.
So che promuoverai sempre iniziative nazionali nel settore in particolare sul Discus…
hai anche qualche altro progetto per il futuro… che puoi anticiparci?
Attualmente sto per portare a termine l’organizzazione dell’evento Discus Day che ha gia ottenuto un buon successo il precedente anno. Con la volontà di riproporlo anche negli anni a seguire. Poi mi piacerebbe continuare a scrivere per riviste specializzate cercando di comunicare il più possibile con altri appassionati per crescere tutti insieme e contribuire allo sviluppo della passione per i discus nel nostro paese.
L’ultimissima: da esperto di web come ti considero… come vedi MondoDiscus?
Inizialmente ho sottovalutato Mondodiscus e non l’ho compreso, in quanto diverso dagli ideali da me impartiti nella gestione di un portale sui discus. Oggi direi che Mondodiscus ha delle buone prerogative per divenire il portale migliore sul quale possono riversarsi appassionati e aziende, in quanto ha una gestione che esce dal solo contesto della conduzione per passione e affronta in maniera aziendale le problematiche che un giorno si troverà ad affrontare anche con i professionisti del settore.
Grazie Stefano a presto arrivederci sulle pagine di MondoDiscus
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