Mondo Acquario: la grande famiglia delle Echinodorus sp.

1 Aprile 2009


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Le specie di Echinodorus sono piante americane che appartengono
ad uno dei gruppi più diffusi in acquariologia.
Esistono più di 45 specie in natura e diverse sono disponibili per l’acquario.
Il genere Echinodorus è stato trattato dettagliatamente per la prima volta da Micheli (1881). Una revisione molto dettagliata è stata pubblicata nel 1975 da Rataj, anche se fu molto criticata per la troppa disinvoltura con cui Rataj avrebbe descritto nuove specie e varietà.
In molti casi le descrizioni delle specie risultano non opportunamente critiche e
per questo motivo i relativi nomi scientifici sono oggi considerati sinonimi.
Nella più recente monografia del genere per opera di Haynes & Holm-Nielsen (1994)
delle 47 specie e delle numerose varietà descritte da Rataj
sono ascritte soltanto 26 specie con alcune sottospecie.
Anche la monografia di Haynes&Holm-Nielsen non risulta del tutto soddisfacente.
Soprattutto è dedicata poca attenzione ai cambiamenti di forma del fogliame,
quando le varie specie vivono sommerse.
Nonostante esistano alcune specie solamente acquatiche,
le Echinodorus sono soprattutto piante anfibie palustri che producono una forma acquatica, quando si tengono sommerse per molto tempo.


Le caratteristiche del genere

Tutte le specie del genere Echinodorus sono piante acquatiche o palustri annuali o perenni.
Mentre le specie grandi o di media grandezza sono dotate di un rizoma più o meno consistente, tramite il quale si moltiplicano anche vegetativamente, le specie piccole (E. tenellus, E.bolivianus, E.quadricostatus) sviluppano stoloni. Le foglie sono riunite a seconda delle condizioni ecologiche. Così sott’acqua la morfologia del fogliame cambia in molte specie ed è del tutto differente dagli esemplari emersi.
Caratteristica per la determinazione di molte specie di Echinodorus è la presenza o assenza di disegni traslucidi nelle lamine fogliari, che possono essere costituiti da linee più o meno lunghe e/o puntini e le infiorescenze che sono sviluppate a seconda delle specie da piante sommerse e/o da piante emerse. L’infiorescenza, infatti, si distingue piuttosto chiaramente tra le diverse specie per il numero dei verticilli, la lunghezza del peduncolo e la struttura del fiore.

Diffusione della specie

 

Le specie del genere Echinodorus sono diffuse esclusivamente
sul continente americano, dagli Stati Uniti all’Argentina.
La maggior parte delle specie di Echinodorus cresce in zone di esondazione
più o meno paludose oppure nelle immediate vicinanze di acqua stagnanti o correnti.
Alcune specie colonizzano addirittura acque temporanee che si prosciugano completamente
e dove le piante sopravvivono con i loro robusti rizomi nel materiale di fondo.
Solo poche specie sembrano invece vivere tutto l’anno completamente sommerse,
ma possono comunque superare, grazie al loro rizoma un breve periodo all’asciutto.

biotopo echinodorus echinodorus cordifolius

Le Echinodorus colonizzano sia luoghi ombreggiati, sia zone assolate.
Molte specie di zone subtropicali, durante il periodo di siccità
(stagione fredda, povera di piogge),
crescono più o meno vicino alle rive di corpi idrici,
completamente emerse oppure sommerse appena di pochi cm.
Durante il periodo dell’acqua alta (stagione calda con abbondanti piogge)
conducono invece una vita parzialmente o completamente sommersa.
Le piante di simili biotopi sono pertanto in grado di adattarsi alla vita emersa
o sommersa seconda le stagioni.
Non di rado si rinvengono nello stesso habitat diverse specie di Echinodorus .
In questo caso le specie piccole o di media grandezza
colonizzano solitamente nicchie ecologiche diverse dalla riva dei fiumi
e possono sopportare temporaneamente anche le condizioni di un luogo asciutto.
Le specie più grandi che durante il periodo dell’acqua alta tollerano
un livello dell’acqua maggiore,
si trovano invece più vicine alla riva dei fiumi.
Spesso in uno stesso areale possono convivere specie diverse;
anche se s’ignora quali specie vivono a così stretto contatto e
sarebbe molto importante disporre di maggiori informazioni,
allo scopo di chiarire questioni di parentela tra le specie di Echinodorus,
la loro variabilità , mutazioni e ibridazioni naturali.
Nello studio degli aspetti ecologici rivestono particolare interesse
le esperienze degli acquariofili, frutto di lunghi anni di coltivazione
e che confermano le osservazioni compiute in natura.
Dalla coltivazione in acquario si sa che le specie più grandi
come E.grandiflorus, E.cordifolius, E.macrophyllus, E.paleofolius, E.muricatus
tendono a fuoriuscire dall’acqua dell’acquario
e sviluppano solo poche foglie sommerse.
In modo simile ci si deve immaginare la crescita di queste piante nei loro biotopi
naturali durante il periodo dell’acqua alta:
Le piante sono in grado di adattarsi al livello dell’acqua più alto
e alla conseguente riduzione della luminosità subacquea, sviluppando piccioli più lunghi.
Inoltre la coltivazione in acquario insegna che le specie più piccole,
come ad esempio E. tenellus, E.bolivianus, E.quadricostatus, sono più esigenti in fatto di luce.
In natura, infatti, crescono solo in luoghi dove anche durante la stagione dell’acqua alta
l’illuminazione risulti soddisfacente,
in altre parole in una zona che durante il livello massimo dell’acqua
è appena raggiunta dal fiume.
Un ruolo importante nel modo di vivere degli Echinodorus nelle zone subtropicali riveste
il cambiamento climatico legato alla stagione ricca di piogge(calda) e di  quella più secca (fredda).
Piante provenienti da queste regioni sopportano escursioni termiche anche di 30°C.


Le specie di Echinodorus in natura

Vediamo ora quali sono le specie di Echinodorus che vivono nei biotopi naturali
che possiamo coltivare nei nostri acquari.
Partendo dalle piante più grandi troviamo in natura gli
E.grandiflorus, E.cordifolius, E.macrophyllus, E.paleofolius,E.muricatus
che, come nel loro habitat naturale si sviluppano vigorosamente semi emerse

echinodorus grandiflorusechinodorus paleofoliusechinodorus muricatus echinodorus cordifoliusechinodorus macrophyllum

Specie di Echinodorus che vivono sommerse, ma hanno bisogno di molto spazio sono
le E.uruguayensis, E.berteroi, E.osiris, E.bleheri, E.amazonicus,

echinodorus uruguayensisechinodorus berteroiechinodorus osiris
echinodorus bleheriechinodorus amazonicus

Molte sono le specie di Echinodorus di media grandezza che possono essere coltivate in acquari non troppo grandi: E.angustifolia, E.grisebachii, E.subalatus, E.horizontalis, E.aschersonianus, E.opacus, E.parviflorus, E.portoalegrensis, E.schlueteri E.magdaleniensis, E. latifolius.

echinodorus angustufoliusechinodorus grisebachiiechinodorus subalatus
echinodorus horizontalisechinodorus aschersonianusechinodorus opacus
echinodorus parviflorusechinodorus portoalegrensisechinodorus schlueteri
echinodorus madgaleniensisechinodorus latifolius

Le più piccole specie di Echinodorus che vivono in natura e
che possiamo utilizzare in primo piano anche in piccole vasche sono
E. tenellus, E. bolivianus, E.quadricostatus

echinodorus tenellusechinodorus bolivianusechinodorus quadricostatus

Le specie ibride artificiali: cultivar Echinodorus.

Da alcuni anni è noto che diverse specie di Echinodorus possono essere incrociate tra loro.
Nell’osservare e classificare l’E.osiris in natura, infatti,
la sterilità e la presenza sia di macchie sia di lunghe linee trasparenti sulla lamina fogliare
fanno supporre che questa sia un ibrido naturale dell’E.uruguayensis,
che in natura vive in stretto contatto con almeno 4 diverse specie di Echinodorus.

I primi tentativi di ibridazioni artificiali furono compiuti circa a metà degli anni 80.
Lo scopo di questi esperimenti era quello di ottenere nuove piante per l’acquariofilia
che si distinguessero vistosamente per colorazione e struttura fogliare
dalle specie fino allora coltivate;
inoltre dovevano essere di rapida crescita e poco esigenti.
Il risultato di questi tentativi di incroci è costituito effettivamente da una serie
di ibridi molto decorativi,
dei quali alcuni sono ormai regolarmente in commercio
tanto che orami si è dovuto constatare che negli acquari questi nuovi Echinodorus
sostituiscono sempre più le specie originarie.
La maggior parte degli ibridi artificiali selezionati dai biologi sono stati
ottenuti dall’incrocio con l’E.uruguayensis.
Questa specie di Echinodorus è acquatica di dimensioni medio-grandi ed è polimorfa.
I biologi Wanke &Wanke (1994) riferirono di diversi biotopi di E.uruguayensis
in cui le popolazioni trovate differiscono di molto di forma e di colore.
Alcune totalmente verdi, alcune totalmente rosse (denominate ‘horemanii da Rataj),
ma anche forme intermedie.
In vari habitat sono state segnalate sia forme a fogliame stretto sia a fogliame largo.
Ecco perché si è pensato fosse la specie più adatta alla creazione di nuove specie.
Incroci artificiali di questa specie hanno prodotto delle bellissime cultivar come
E. barthii, E.rosè, E. oriental, E.rubin, E. apart, E.dschungelstar, E.indian red, E.kleine bar.

echinodorus barthiiechinodorus rosèechinodorus oriental
echinodorus rubinechinodorus dschugelstarechinodorus apart
echinodorus indian redechinodorus kleine bar

Altre bellissime cultivar sono state create reincrociando queste selezioni,
creando un’infinita di nuove selezioni, dall’aspetto magnifico e con un’infinità
di sfumature di colore
dai verdi ai marroni al rosso, con macchie di colore di diverse intensità.
Le aziende Tropica e Dennerle sono quelle che si sono impegnate maggiormente
con il genere Echinodorus
a selezionare delle nuove varietà sempre più protagoniste assolute negli acquari.
E.cordifolius Tropica Marble Queen, E.schlueteri ‘leopard’, E.ozelot,
E.red flamè, E.tricolor, E.reine hildebrande,, E harbich.E.’el Diablo’, E.Paul Koecke

echinodorus marble queenechinodorus schlueteri leopardechinodorus ozelot
echinodorus red flameechinodorus tricolorechinodorus regine hildebrandt
echinodorus harbichechinodorus el diabloechinodorus paul koeckle

Spesso è difficile distinguere queste diverse specie ibride l’una dall’altra,
questo perché spesso le diverse aziende danno alle loro cultivar dei nomi propri
ma che sono stati ottenuti con incroci identici a quelli di altre aziende.
Questo genera senz’altro molta confusione.
Spesso inoltre sono commercializzate piante ibride, ma non sono indicate come tali.
Questa prassi è da condannare perché provoca una gran confusione
non solo sotto l’aspetto tassonomico,
ma anche per quanto riguarda i dati di coltivazione.
In linea di principio non si può obiettare nulla contro la commercializzazione di ibridi
di piante d’acquario come del resto avviene da lungo tempo per le piante
d’appartamento ma resta indispensabile la loro chiara identificazione
tramite l’uso del simbolo di moltiplicazione (x) o l’attribuzione di un nome di cultivar.


La coltivazione in acquario

Tutte le specie del genere Echinodorus sono molto apprezzate in acquariologia e
sono specie non molto esigenti nella loro coltivazione in acquario.
La maggior parte delle specie però necessita di vasche grandi almeno 100 litri
perché la loro crescita risulta troppo dominante sul resto della vegetazione.
Alcune delle specie più grandi (E.grandiflorus, E.cordifolius, E.macrophyllus ad esempio)
necessitano di vasche veramente grandi e alte, possibilmente aperte
per consentire la crescita esuberante e rigogliosa
di queste splendide piante e assistere a frequenti fioriture.
Esemplari divenuti troppo grandi di Echinodorus possono essere trapiantati
in ogni caso senza problemi:
si possono tagliare le foglie più grandi senza con ciò influenzare negativamente
sulla crescita della pianta e
per trapiantare la pianta è indispensabile ridurre il suo apparato radicale.
Dopo un periodo di adattamento, la pianta riprenderà a crescere, all’inizio lentamente,
poi in modo più vigoroso.
Quasi tutte le specie possono essere coltivate senza difficoltà in acqua tenera
o in acqua dura
con un pH ottimale tra il 6,5 e 7,5 con tolleranze verso l’alto e basso.
Anche se molte specie possono accontentarsi di una illuminazione media,
una luce intensa ha un effetto positivo sulla crescita, come anche un apporto di CO2.
Il materiale di fondo dovrebbe essere ricco di sostanze nutritive:
le Echinodorus preferiscono prendere i loro nutrienti  dal vigoroso apparato radicale.
Il fondo ideale per la coltivazione delle Echinodorus è quello ricco di sostanze nutritive
(come possono essere dei terricci fertilizzati commerciali,
ma si possono avere dei buoni risultati coltivandole in substrati inerti (ghiaino o sabbia)
con l’aggiunta di pastiglie fertilizzanti localizzate in prossimità delle radici.
Solitamente le Echinodorus in un fondo sabbioso o totalmente inerte e
fertilizzati solo tramite la colonna d’acqua presentano spesso una carenza di sostanze ferrose,
situazione segnalata dalla colorazione giallognola del fogliame (mancanza di clorofilla).
I fondi troppo compatti (ad esempio di sabbia) possono facilmente divenire anossici e fare marcire le radici,
bloccando la crescita e facendo deperire la pianta.
Le radici devono essere alloggiate quindi in un substrato che garantisca loro una buona ossigenazione e drenaggio.
Oltre ai terricci fertilizzati commerciali sono ottimi i substrati con
gravelit, pozzolana, lapillo vulcanico che poi possono essere ricoperti da uno strato
di 3-4 cm di ghiaino inerte.
Generalmente le Echinodorus possono essere coltivate ad una temperatura
ottima compresa tra i 23° e i 26°C;

alcune specie di origine subtropicale o provenienti da regioni temperate
possono sopportare temperature più basse fino a 12°C e per breve tempo
temperature vicino allo 0°C.
Altre specie provenienti da zone tropicali
possono essere coltivate bene in acquario anche a temperature intorno ai 30°C.
Nello scegliere una varietà con una forte colorazione rossa
dobbiamo avere a disposizione un’illuminazione piuttosto intensa nell’acquario
(almeno 0,5 watt/litro), la pianta deve ricevere almeno 10 ore di luce al giorno
non troppo filtrata da piante galleggianti o ombreggiata da altre piante.
Le Echinodorus con sfumature rosse hanno bisogno di un apporto aggiuntivo
di ferro da somministrare preferibilmente tramite pastiglie specifiche
a lenta cessione in prossimità delle radici.
Le più importanti aziende di acquariologia
hanno messo a disposizione dei prodotti specifici per queste specie di piante.

La moltiplicazione vegetativa delle Echinodorus avviene in diversi modi:
nelle specie più piccole avviene attraverso piantine sviluppatesi su stoloni (E.tenellus, E.quadricostatus, E.bolivianus);
in specie più grandi si assiste a volte alla formazione di nuove piante sul rizoma.
La moltiplicazione più produttiva è data, però in molte specie di Echinodorus dalle piante avventizie
che si formano sui verticilli delle infiorescenze.
Anche in acquario si può a volte osservare questo fenomeno
che costituisce una chiaro indice di crescita ottimale della pianta.
Quando le pianticelle sono abbastanza robuste e hanno formato delle radichette
possono essere staccate dolcemente e sistemate nel materiale di fondo. .

Consigli per il layout

Nella scelta delle Echinodorus per il vostro acquario
la prima considerazione che dobbiamo fare è quella dello spazio a disposizione.
La maggior parte di queste piante, sia naturali sia cultivar necessita
di molto spazio sia in altezza che in larghezza.

Le Echinodorus sono piante che tendono ad avere un ruolo di protagonista
nell’acquario perché si sviluppano in tutte le dimensioni e hanno bisogno di spazio
intorno per svilupparsi correttamente.
Le ultime cultivar selezionate dalle aziende botaniche presentano dei colori molto appariscenti
che fanno di queste piante il punto di richiamo nella composizione dell’acquario.

biotopo discus echinodorus e discus

La maggior parte delle Echinodorus fa bella figura di sé sia in gruppo che come pianta solitaria.

echinodorus ozelot e diablo echinodorus red flame echinodorus red flame echinodorus red flame echinodorus osiris echinodorus osiris

Le specie più piccole (E.tenellus, E.bolivianus E.quadricostatus)
sono invece adatte ad essere utilizzate per creare dei praticelli nelle vasche
di tutte le dimensioni
o anche in primo piano nei nano-dolce.

echinodorus tenellus Image

Sono piante che richiedono di una buona luce e di una buona fertilizzazione e in ottime condizioni assumono un’intensa colorazione verde e si propagano  velocemente tramite stoloni.
L’apporto supplementare di CO2 aumenta significativamente la crescita di queste piante,
come la durezza dell’acqua non troppo bassa ( KH ideale 4-8).

echinodorus uruguayensis vasca amazzonica vasca amazzonica

Per concludere questa panoramica su queste splendide piante sudamericane
una nota sui compagni di vasca .
Le  Echinodorus non sono piante molto gradite ai pesci litofagi
ma anzi queste piante vengono di fatto spesso utilizzate dai pesci
come substrato alle deposizioni.
echinodorus ozelot
Alcuni loricaridi, tuttavia,  come Ancistrus, Baryanciustrus, Peckoltia
amano spesso nutrirsi della polpa di queste piante,
succhiandole  fino a lasciarne solo la struttura fogliare simile
agli Aponogeton madagascariensis.

cibo per loricaridi

Spesso non è sufficiente cercare di dare un altro cibo ai loricaridi
nella speranza di distoglierli dalle piante,
meglio evitare, alla presenza di questi animali di piantare queste piante o viceversa.
Sarebbe un vero peccato sacrificare delle così belle piante e rovinare l’aspetto di una vasca,
che con queste bellissime  piante
sarà senz’altro da guardare con orgoglio e soddisfazione.

Livia Giovannoli

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