Bonsai: cura e mantenimento
Bonsai: cura e mantenimento
di Luigi Del Favero
Annaffiatura: E’ la tecnica più immediata ed al contempo più difficile da mettere in pratica. Non vi fate ingannare dalle dimensioni del vostro bonsai IIl fatto che sia piccolo non significa che sia più fragile o bisognoso di acqua di qualsiasi altra pianta. Dedicate cinque minuti tutti i giorni al vostro bonsai e vedrete che non avrete brutte sorprese! Appoggiate un dito sul terreno e, se constatate che questo è umido non date acqua. Se viceversa constatate che il terreno è asciutto procedete ad innaffiare. Se per abbellire il vostro bonsai è stato posto del muschio sulla superficie del terreno ritagliate un angolino di muschio in modo da poter appoggiare il dito sul terreno. Con l’ausilio di un annaffiatoio (non immergete mai la pianta in acqua!) annaffiate il vostro bonsai fino a che non vedete l’acqua che inizia a gocciolare dai fori di drenaggio ( i buchi posti sotto il vaso del vostro bonsai) ed il gioco è fatto! Abbiate la cura di fare in modo che il vostro bonsai non resti umido per troppo tempo e di non fate ristagnare mai l’acqua sotto il vostro bonsai!
Ciò porterebbe a marcire l’apparato radicale della pianta con conseguenze fatali. Non c’è una regola fissa sull’intervallo delle annaffiature, certo è che nel periodo vegetativo (primavera- estate) le annaffiature saranno più frequenti che in inverno, dove potrà capitare tranquillamente che passi una settimana senza che il vostro alberello necessiti di acqua.
Concimazione: Essendo una pianta in vaso non ha a disposizione molto spazio ove reperire i nutrimenti necessari alla sua crescita, tuttavia possiamo garantire al nostro piccolo amico il corretto apporto di nutrimenti mediante l’uso di concime. I periodi per la concimazione sono quelli coincidenti con la ripresa dello sviluppo vegetativo, vale a dire da marzo a maggio, e quello che precede il riposo invernale(per dare alla pianta le riserve per il periodo di riposo) cioè da settembre a novembre. In commercio si trovano concimi appositamente studiati per i bonsai sia in forma liquida, da diluire una volta a settimana nelle normali annaffiature, che in forma solida da appoggiare direttamente sul terreno e sostituire una volta al mese. Tali concimi si compongono di microelementi e macroelementi.
Tra i macroelementi più rilevanti:
Azoto: Stimola la crescita vegetativa
Fosforo: Aiuta la formazione delle radici
Potassio: Aiuta il processo fotosintetico
Sulle confezioni di concime spesso si trova la concentrazione di macroelementi espressa in forma numerica in ordine alfabetico: i numeri 12-10-10 indicano la concentrazione di Azoto(12) Fosforo(10) Potassio(10)
Tra i micorelementi rilevanti: Calcio, magnesio, ferro, Zinco, manganese, Rame…
Personalmente preferisco l’impiego di concimi di natura organica piuttosto che chimica; i primi hanno il vantaggio di rendere disponibili i nutrimenti lentamente(si definiscono a cessione lenta) e sono più facilmente dosabili e meno rischiosi. Un eccesso di concime organico non produce problemi viceversa la dose errata dello stesso prodotto di origine chimica può creare grossi problemi. Le piante a foglia caduca necessiteranno di una maggiore concimazione dei sempreverdi. Ciò perché lo sforzo delle piante nel ricostituire le foglie tutti gli anni richiede maggiore energia.
Potature: Se acquistate un esemplare già formato l’unica cosa che dovrete fare è quella di mantenere la sua silouette. Il che si traduce nel tagliare i germogli ribelli che escono dalla forma del vostro bonsai.
Se invece avete un giovane esemplare in formazione le cose cambiano. Sarà necessario applicare delle tecniche di correzione per sviluppare al meglio la sua ramificazione. Solo su questo argomento si potrebbero scrivere pagine e pagine, qui mi limiterò a citarvi le più usate.
Avvolgimento: si provvede ad avvolgere il ramo da correggere con del filo di rame o alluminio anodizzato al fine di impostare il ramo( i Giapponesi usano il termine educare) nella direzione voluta.
Pinzatura: Si effettua sui germogli nuovi “pinzando” letteralmente con le dita le foglioline. Si utilizza per infoltire la vegetazione.
Defogliazione: Si utilizza solo su alcune specie (ad esempio i ficus) ed in determinati periodi dell’anno, serve per ottenere delle foglie più piccole e quindi più proporzionate.
Rinvaso: Periodicamente, ogni due o tre anni per gli esemplari giovani e ogni quattro o cinque per gli esemplari più maturi, sarà necessario sfoltire l’apparato radicale del vostro bonsai. La crescita delle radici infatti impedirà piano piano all’acqua di defluire all’interno del vaso con sofferenza conseguente per l’alberello. Sarà quindi necessario “sfilare” il nostro bonsai dal suo vaso e potare le radici privilegiando le radici fini ed eliminano quelle grosse senza vasi capillari. Infatti maggiormente fine sarà l’apparato radicale e migliore sarà la chioma del vostro bonsai. In questa occasione si correggono i difetti dell’apparato radicale superficiale, si verifica lo stato di salute delle radici e si può valutare la scelta di un vaso diverso. Il mio consiglio per questa operazione, abbastanza delicata, è che per le prime volte vi facciate aiutare da qualcuno più esperto o dal vostro negoziante di fiducia; guardando imparerete moltissimo!!!! Inoltre ogni pianta ha un preciso periodo dell’anno entro il quale si può provvedere al suo rinvaso.
JIN E SHARI
Un ulteriore lavorazione che si utilizza prevalentemente sulle conifere(pini,ginepri,tassi…) è la lavorazione di Jin e shari. Si tratta di scortecciamento di parti morte della pianta per simulare la rottura di un ramo (Jin) con conseguente perdita di corteccia di un ramo o una parte di tronco (Shari). Le parti così trattate vengono poi pennellate con un liquido che sbianca e conserva la legna in modo da accentuare il contrasto e preservare nel tempo il lavoro. I jin e gli shari contribuiscono a accentuare l’aspetto vetusto e la drammaticità dell’albero preda della furia degli elementi.
….A PROPOSITO DELL’ACQUA……
Non possiamo utilizzare l’acqua del rubinetto per innaffiare direttamente i nostri Bonsai Elementi come il cloro ed il calcare presenti non sono tollerati ed alla lunga portano alla morte del soggetto. Abbiate cura di usare acqua riposata da almeno 24 ore, oppure se non avete valori estremi in vasca(per PH eccessivamente acido e povertà di sali) quella che buttiamo dai cambi è perfetta!
TERRICIO
Sono vari i mix di terriccio che si possono utilizzare a seconda della specie.
Gli ingredienti “base” sono:
Terriccio da giardino, sabbia, argilla, torba o terriccio di bosco. Dosando opportunamente i componenti su descritti si ottengono substrati differenti più o meno ricchi e che trattengono più o meno l’umidità.
Molto spesso le piante di importazione arrivano in vasi contenenti unicamente torba bionda. Questo substrato trattiene molto l’umidità e può essere dannoso alla pianta; appena possibile è consigliabile provvedere alla sua sostituzione. Menzione a parte merita il terriccio proveniente dal Giappone; l’Akadama. Si tratta di un terriccio argilloso disponibile in varie granulometrie. Ha il vantaggio di favorire lo sviluppo radicale (si presenta a grani quindi offre più spazio allo sviluppo radicale di un qualsiasi composto) ed inoltre ha l’impagabile pregio di cambiare colore quando si asciuga. Sarà sufficiente guardare il vaso per capire se la pianta necessita di annaffiatura! Sicuramente vi sarà capitato di vederlo anche in acquario; per intenderci è il substrato che utilizza Takesci Hamano per i suoi splendidi acquari. Personalmente utlizzo questo substrato per tutte le mie piante eccezion fatta per le piante acidofile, cioè quelle che prediligono substrati più acidi(le camelie, le azalee o le ortensie per esempio) per cui esiste comunque una versione acida dell’akadama che si chiama Kanuma. Per il nostro bonsai sarà quindi sufficiente al momento del rinvaso porre uno strato di akadama a granulometria più grossa per costruire il drenaggio(per favorire lo smaltimento dell’acqua in eccesso) utlizzando quella più fine come terriccio.
MALATTIE
Come essere vivente il bonsai è purtroppo soggetto ad un’ infinità di possibili patologie. Esistono libri di botanica riguardanti solo questo argomento. Come discorso generale, e per la mia personale opinione, valgono gli stessi ragionamenti che facciamo per il nostro amico pinnuto; una pianta tenuta in condizioni ottime e quindi in salute ha sicuramente meno probabilità di ammalarsi. Condizioni non ottime potrebbero essere:
Condizioni di illuminazione anormali.
La poca luce rallenta il metabolismo della pianta favorendo ristagni d’acqua nel vaso che abbiamo visto possono portare al marciume radicale.
Squilibri termici sia di caldo che di freddo.
Eccessi o carenze di nutritivi
E nei nutritivi ricomprendiamo non solo i concimi ma anche l’acqua!
Meno errori di questo genere commetteremo più avremo piante robuste ed in grado di affrontare le aggressioni.
Purtroppo anche il bonsai in perfette condizioni potrà essere oggetto di un attacco da parassiti; vediamo i più comuni, secondo la mia esperienza.
Ragnetto rosso: Appartiene alla famiglia degli acari e depone le proprie uova tra le pieghe della corteccia dell’albero. Si tratta di un animaletto insidioso in quanto praticamente invisibile ad occhio nudo. Un possibile sintomo di aggressione è la perdita a zone delle foglie dell’albero. Per essere certi della diagnosi accostate un foglio di carta bianca sotto la chioma del vostro bonsai; scuotete leggermente il bonsai e successivamente passate un dito sul foglio. Se vedete tracce di rosso siete certi che si tratti di questo parassita. Un’altra possibile diagnosi è osservando la pagina inferiore delle foglie con una lente; il ragnetto è molto piccolo ma comunque visibile con una normale lente di ingrandimento. Per curare questo parassita è necessario nebulizzare la chioma uniformemente con un prodotto specifico reperibile nei negozi specializzati 2 volte a distanza di 1 settimana. Nei casi più ostinati si ripeterà il trattamento. Ricordate che se una vostra pianta avrà contratto questo parassita dovrete trattarle tutte! Purtroppo il ragnetto “salta” da una pianta all’altra con estrema facilità.
Afidi: Più semplici da vedere in quanto di maggiori dimensioni rilasciano sulle foglie un liquido appiccicoso. Anche qui è necessario l’impiego di un prodotto specifico.
Cocciniglia: Si tratta di un parassita dischiforme che si attacca al sistema linfatico del Bonsai sottraendogli nutrimento e visibile sulla corteccia o sui rami .
In questo caso si usa olio minerale con cui si cosparge tutta la pianta al fine di soffocare il parassita.
Quale che sia la patologia che dovrete affrontare ricordate di coprire sempre il terreno con un giornale in modo che le radici non assorbano il prodotto che state utilizzando.
DA DOVE PARTIRE?
A voi la scelta! Se volete potete acquistare un esemplare già lavorato e solo da ammirare… Oppure se preferite potete andare all’estremo opposto e iniziare da seme……Oppure da una pianta vista in un vivaio o da una giovane pianta tutta da formare…. Oppure cercare qualche esemplare in natura…(assicuratevi di avere i permessi per poterlo fare e di non uccidere la pianta con le operazioni di espianto! Altrimenti lasciatela al suo posto…. Starà certamente meglio lì dove l’avete trovata! E potrete andarla ad ammirare tutte le volte che vorrete). Potrete sbizzarrirvi con le più disparate essenze e non sottovalutate quelle tutte Italiane!!!
In ogni caso la scelta dipenderà dalle vostre tasche (un esemplare centenario lavorato da un illustre maestro può costare parecchie migliaia di euro!) e soprattutto da gusti e voglia.
Al momento dell’acquisto tenete presente che il prezzo di un bonsai varia in funzione di queste variabili:
Provenienza : Un Made in Japan costerà il doppio di un esemplare Cinese ad esempio.
Età : ATTENZIONE!! Non credete, a meno di foto dimostrativa, a chi asserisce con certezza di sapere l’età di un bonsai… Si può sapere solo presuntivamente, a meno di non segare la pianta in due e contare gli anelli del tronco. Bellezza dell’esemplare e lavorazioni già apportate e stato di salute
INFORMAZIONI UTILI
Per chi vuole iniziare a curiosare più profondamente nel mondo dei bonsai posso consigliare alcuni testi che mi sono piaciuti per semplicità e leggerezza espositiva.
Bonsai – Guida pratica all’arte e alla coltivazione – di L.Crespi Edizioni Fabbri
Bonsai da interno di G.Genotti Edizioni De Vecchi
Come creare un bonsai di pino di Abe Kurakichi Edizioni Volonterio
E’ inoltre presente una rivista Bimestrale dal titolo “Bonsai & News” Crespi Edizioni, che spiega passo passo con fotografie tutte le tecniche bonsai.
La rivista in oggetto esiste dal 1993 ma i numeri arretrati sono ancora facilmente reperibili.
Le miniguide dedicate alle essenze più diffuse Crespi Editori.
Se vi capita di passare nei pressi di Milano vi consiglio di fare un salto a S.lorenzo di Parabiago(Mi):
Presso il vivaio di Luigi Crespi (aperto anche la domenica mattina) potrete visitare il museo del bonsai dove tra esemplari centenari potrete ammirare uno stupendo esemplare di Ficus Retusa Limn di ben 1.500 anni e di notevoli dimensioni…..
Su internet oltre ai siti di Crespi: www.crespibonsai.it e di Nippon bonsai: www.nipponbonsai.it
I due colossi della vendita di bonsai di qualità per il nord Italia.
Provate a fare un giro su E-bay….. Digitate la parola Bonsai…. Con un pò di occhio si fanno ottimi affari!
CONCLUSIONI
Non c’è bisogno che vi dica di non credere alle dicerie sulla delicatezza dei bonsai. D’altronde se mi state leggendo significa che allevate, o state pensando di allevare, un pesce sul quale si dicono cose molto simili e non vi siete fatti influenzare. Scelta correttamente l’essenza e la posizione della pianta dentro e fuori casa, scoprirete che tutto ciò di cui necessita è di cinque minuti al giorno del vostro tempo. Certamente ci sono essenze più esigenti di altre; fatevi un po’ le ossa con essenze più “ semplici”. In compenso potrete godere di un angolo di natura anche se, come me, vivete in città. Vi posso garantire che potere godere di immense fioriture o dei colori sgargianti dell’autunno stando comodamente seduti sul proprio balcone è una sensazione incredibile! Inoltre con le cure adeguate e pochi accorgimenti vedrete il vostro bonsai crescere in bellezza e valore nel tempo e ne sarete soddisfatti in maniera incredibile. L’azalea che vi ho mostrato sopra ha 33 anni come me…l’idea che stiamo invecchiando insieme mi affascina…..
Spero che questo articolo vi sia piaciuto e per qualsiasi necessità non esitate a chiedere!
Un saluto a Tutti!
Luigi Del Favero
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